lunedì 26 dicembre 2011

Concorrenza perfetta

"allora, facciamo questa cosa?"
"sì. Io prendo il fungo"
"io non vendo niente."
"non cominciare con questa storia"
"ti ho detto che non vendo niente. Non mi faccio fregare da voi due"
"ma che diav..."
"l'essenziale è che io abbia il fungo"
"prenditi il tuo fungo, tanto perdi tutti gli anni. Mi fa imbestialire questa cosa che lei non venda!"
"vogliamo parlare di lui che per anni ci ha fatto giocare con regole completamente inventate?"
"eh ma se non si cambiano regole che gusto c..."
"e se invece sceglieste il segnalino?"
"fiasco"
"candela"
"ah, tu e la tua candela, ogni anno"
"e con questo cosa vorresti di..."
"piantatela e pensate a distribuire i soldi"
"sì. Allora, 12 da 1000, 6 da 50000..."
"papà, sono 9 da 1000 e 4 da 50000"
"ma figurati! Facciamo a modo mi..."
"a modo tuo un corno, dopo 34 anni mi sono rotta di..."
"mamma, tira i dadi."
"no."
"ti ho detto di tirare i dadi."
"no."
"vabbè, tiro io. Papà tu tieni la ban..."
"ma stai scherzando, gli stai lasciando la banca...!"

Non so come ma abbiamo cominciato questa benedetta partita di monopoli, e l'abbiamo anche finita.

Mio papà ha vinto dopo circa 2 ore e mezza di battibecchi che comprendevano lunghe ed estenuanti discussioni sull'ipoteca dei terreni, una insopportabile vendita all'asta in cui quei due hanno rivangato bisticci sopiti dal '75, e varie occasioni in cui mio papà ha esposto per la millesima volta le sue proposte di miglioria sulle regole ("sarebbe giusto che tutti vendessero almeno una volta due terreni a qualcuno", "comunista!", "ma certo", "questo gioco è capitalista e se non ti va bene puoi anche andare a far partire la lavastoviglie", eccetera.).

venerdì 23 dicembre 2011

Non abito in centro storico

A cena con #collegaV.
Per festeggiare il fatto che dopo aver studiato insieme ora lavoriamo insieme ho prenotato (a suo nome, perchè con il mio #cognomestranissimo al telefono è sempre un 2 T? 3 R? Con la M o con la N? Che sta dicendo? Senta non ho tutto il pomeriggio, e quindi da anni ormai nei ristoranti mi spaccio per altre persone) in un posto chiccosissimo, un ristorante con stella Michelin.

Non era voluto e non è da me (chissenefrega delle stelle), ma volevo un posto con carrello dei bolliti e dove si mangiassero bene le specialità delle mie zone, dato che #collegaV in realtà è goto.

Le cameriere hanno la pettorina da servitù sudista, esiste un guardaroba a parte con numeretto per i cappotti come a teatro, ci danno del loro, tutto viene servito con carrelli laccati d'oro, gli altri avventori sono americani, o francesi, o abitano in centro storico.

Non è mai un buon segno.

Vabbè, spenderemo quello che spenderemo, amen.

ore 21.13
"guarda, io la sua tattica l'ho capita, in pratica lo dice prima ai tenori e poi aspe..."
#cameriere1: "signori buonasera, posso portarvi del pane?"
"sì, grazie. Molto gentile."
"che dicevi?"
"che la sua strategia l'ho capita, prima dice tutto ai tenori e solo dop..."
#2: "signori, buonasera. Ecco il vassoio dei pani. Bianco? Integrale? Nero? Emiliano? Con le olive? Azzimo? Veneziano? Ebraico? Grissi..."
"guardi, #questo e quello. Grazie."
"anche per me."
"bene."
"allora, che stavi dicendo?"
"niente. E' questa storia della tattica. In pratica l'ho sgamato, prima ha pensato bene di chiamare uno dei tenori e po..."
"signori, buonasera. Gradite del vino? Cabernet sauvignon del '94? Nero d'Avola? Gutturnio? Sangue di Giuda? Gewurztraminer dell'Alto A..."
"cabernet, grazie. Trantor, tu che dici?"
"mi fido di te."
"bene."
"bene."
"bene."
"dove eravamo?"
"a Modena. Che c**** stavo dice..."
"la strategia"
"ah sì. Per farla breve devi sapere che lui..."
"signori, buonasera. Il vostro Cabernet Sauvignon del '94. Il signore vuole cortesemente assaggiare?"
"ah, sì. mm. Buono, va benissimo."
"signora, la prego di assaggiare anche le..."
"VA BENISSIMO COSI', grazie"
"bene."
"bene."
"bene."
"..."
"..."
"e quindi, cazzo, come ti stavo maledettamente dicendo cazzo, questo cazzo di corista ha questa cazzo di tattica e..."
"signori, buonasera. Loro gradiscono degli antipa..."
"NO!"
"bene."
"bene."
"bene."

ore 22.42
Stiamo parlando delle avventure galanti di #collegaV da circa 56 minuti ridendo come deficienti, e forse è per quello che ora veniamo completamente ignorati.

ore 23.02
"allora, #collegaV, ecco il mio regalo."
"...perchè?"
"perchè te lo meriti."
"ah, non è per Natale, quindi"
"ma no. Tu sei ateo e io agnostica, ricordi?"
"ah già. Ma cosa..."
"..." [inizia a scartare]
"tu sei pazza! Sei completamente fuori, quanto hai speso?!"
"non importa. Te lo meriti. E poi è una piccola cosa. Aprilo e basta."
"piccola tua sorella, sul biglietto c'è scritto 'antiche stampe e libri di pregio', e tu sei maledettamente pazza."
"..."
"e sei anche completamente rossa"
"..."
"e non guardare l'orlo della tovaglia!"
"..."
"e hai le lacrime agli o..."
"apri questo cazzo di regalo!"
"no, ridimmelo guardandomi negli occhi."
"v]#@[$%£o."
"ti voglio bene."
"anche io."

E' finita che sono l'unica persona al mondo che si commuove nel fare un regalo, ma ad essere sinceri avevamo tutti e due gli occhi brillanti, e abbiamo sinceramente apprezzato che almeno per quei 3 minuti i camerieri non ci abbiano rotto i maroni con le mostarde (anche se hanno tentato più volte di portarmi via il pinzimonio, che stavo anti-convenzionalmente finendo mentre #collegaV era alla grappa e i francesi ci guardavano storto).

Volevo fare un regalo così a #collegaV più o meno dal terzo anno di università.
Abbiamo condiviso tante cose insieme, convegni, esami, lampade di Wood, corsi, viaggi, concerti, anche se lui poi è stato all'estero e per mesi, forse quasi anni, non ci siamo visti.

Ora lavora con me nella biblioteca dei pazzi di conservatorio, ma forse un giorno andrà via di nuovo.
Non in Australia, ma di sicuro non a Modena.

Quindi spero solo che il regalo gli sia piaciuto.

Abbiamo speso 32 euro.

Se volete vi do l'indirizzo.

giovedì 22 dicembre 2011

Una giornata particolare

La giornata di lunedì è iniziata bene fondamentalmente solo grazie a 3 fattori, ero in turno con #collegaV e poi è entrata un'utonta con un cane nel cestino - un magnifico delizioso cagnolino tesoro che scodinzolava tantissimo quando sono corsa a fargli le feste eccetera eccetera eccetera eccetera.
(Io con i cani divento scema come fanno gli altri con i neonati, il che è obiettivamente intollerabile [loro, non io. O se volete i neonati, ma non i cani]).

Vabbè, dopo questo preambolo felice abbiamo avuto la disgrazia di dover gestire diversi utonti imbranati, tra cui Utonta Arcigna, che mi spedisce subito nella sala partiture a cercare cose che lei da sola ovviamente non riuscirebbe a trovare neanche in 100 anni - d'altra parte è necessario conoscere l'ordine alfabetico.

Tempo 1 minuto e 13 secondi, torno dalla sala partiture e trovo Utonta Arcigna che discute di planimetrie con #collegaV ammorbandolo in dettaglio con il fascicolo di foto della piastrellatura della sua casa di campagna di Berceto, e non sto scherzando, e smetto anche di usare genitivi, e sembrava di essere ad un rogito con tutte quelle cazzo di foto di piastrelle disseminate sul mio front office e #collegaV che come suo solito sta al gioco con l'Utonta facendo lo splendido professionale e mi guarda di sottecchi con il suo sorrisetto mantovano che conosco dal secondo anno di università per vedere se devo conficcarmi biro nella pancia per non scoppiare a ridere in faccia all'utonta o se alla fine, obiettivamente, rido, e camuffo la cosa da qualcos'altro di assolutamente improbabile.

Comunque poi abbiamo continuato con Utonta Carol, un'apparentemente deliziosa trentenne britannica che ogni anno, il 19 dicembre, cascasse il mondo viene qui per tentare di prendere in prestito l'album di Snoopy (Dio l'abbia in gloria, un altro cane) contenente facili carols natalizi che chiunque altro al mondo potrebbe scaricare comodamente da internet, ma lei no.
Peccato non lo possa prendere in prestito, per la legge italiana.

Utonta Carol: "hi. Vorrei in prestito per un mese the album di Snoopy, please, my dear"
io: "gentilissima, [che meraviglioso accento], no, come sa non prestiamo le partiture agli utenti esterni. Quindi può fare solo un prestito giornalie..."
UC: "ma come. Io l'anno scorso l'ho preso!"
io: "...era il 2008, se i colleghi che <sarcasmo>lavoravano</sarcasmo> qui prima di noi hanno fatto un'eccezione violando la regola a caso non è affar mi..."
UC: "no no, io l'ho preso quella volta e lo voglio anche adesso."
"non posso proprio, mi spiace. Ma può fare le fotocop..."
"no, serve sabato, at home, chiaro? L'ho preso comunque anche nel 2009 e nel 2010"
"le dico di no. Quelle volte c'ero io e l'ha preso in giornata, non per un mese"
"invece sì"
"e invece no, [c****]!"
"uff, voi qui in Italy avete tutte queste leeeggi, e leggi e leggi e leggi e leggi, e non è possibile, le leggi sono fatte per fare le eccezioni!"
"veramente l'Italia è messa così proprio per..."
[sempre più acida] "NO NO NO NO, troooppe leggi, e leggi stupide! Ssstupide! Voi in Italia dovreste cambiare le cose, ha capito?!"
[eh, dillo a me, cazzo.] "e si aspetta che la legge sul diritto d'autore cambi qui, nei prossimi 15 minuti, per lei?"
"lei dovrebbe! Faccia qualcosa!"
"cara signora, io voto, ma non sono al governo. Il prestito non lo può fare, punto. La legge sarà stupida quanto vuole ma è legge. Se vuole faccia il giornaliero e le fotocopie, poi riporta il libro entro le 19 [puntuale come sapete essere voi strabenedetti inglesi], e questo è quanto."
"umpf. Allora no."
"allora arrivederci e buon Natale."
"sgrunmpf."

Ci mancava che mi attaccasse in faccia un manifesto dell'IRA e iniziasse a urlare se non ora quando! contro la SIAE (e su quello sarei comunque anche stata d'accordo).

Stiamo tranquilli un'ora e arriva un pessimo esemplare di Altra Insopportabile Utonta Russa con Pretese Accademiche (AIURPA), una copia brutta, vecchia e indisponente della IURPA venuta dal freddo di cui si parlava tempo fa, ma adesso vado a letto e chiudo, miei cari, e della AIURPA vi dirò poi.
Alla prossima.

sabato 17 dicembre 2011

Sol invictus

Due agnostici che si scambiano auguri di Natale.

Due agnostici che si scrivono per trovarsi per scambiarsi gli auguri di Natale.

Un'agnostica che compra ad un agnostico un regalo di Natale.

Due agnostici che si scambiano regali di Natale.

Due agnostici che vanno a cena (prima di Natale).

Due agnostici che si salutano facendosi gli auguri di Natale.


Fondamentalmente è tutta una clamorosa scusa per andare a mangiare fuori.

domenica 11 dicembre 2011

Poi, quindi, alla fine

"Trantor, volevo dirti che poi, alla fine, vado."
"vai?"
"vado." 

Mi sorride con gli occhi brillanti e con le mani mima una colomba che prende il volo.
 
"sei sicuro?"
"sicuro. Mi sono fatto mettere in lista tra gli esuberi volontari, fra un mese sono in cassa integrazione e a giugno vado."
"te lo chiedo ancora. Sei sicuro?"
"sì, cara :-)"
"là non c'è il centro storico, lo sai, questo, vero?"
"lo so, anche se..."
"...anche se è tutto relativo, lo so, lo so. Cazzo."
"starò bene, vedrai"
"mi mancherai, cazzo."
"anche tu, e anche voi"
"mm. Poi torni?"
"... ... ... ... don't kn..."
"hai aspettato troppo a rispondere. Lo so che non tornerai."
"magari là trovo la cangura della mia vita!"
"infatti. Ascolta, dato che alla fine, poi, quindi, vai, adesso facciamo la strada insieme fino al parcheggio. E mi prendi a braccetto. Poi io ti offro una birra. Poi guardiamo la cartina di Sidney dall'iphone e mi racconti tutto, ok? Poi vai, e vai anche per me che invece resto qui e via non ci andrò mai, ok? Fallo anche per me."
"sì."
"ok."
"ok."

#coristaMax, a giugno, va in Australia.

I miei tentativi di metterlo in guardia sull'assenza dei centri storici non hanno sortito molto effetto.
Gli brillano gli occhi ed è felice quando ne parla, e mio malgrado, paradossalmente, giustamente, razionalmente, e obiettivamente, sono felice anch'io.

Peccato, perchè non vedere più uno dei coristi più seri, bravi e innamorati della polifonia antica, un amico, una delle poche persone che hanno sempre letteralmente il sorriso sulle labbra, si godono la vita con ironia e sincerità, con cui si scherza ma che ci sono sempre quando hai bisogno, beh, è proprio un peccato.

E soprattutto non è che c'è ryanair Bologna-Canberra.

Ma sono felice per lui. Veramente.

La biblioteca di Babele

"ciao. a-hem. Sono andato tra gli scaffali per cercare lo spartito con collocazione CL 77, ma non c'è. Non esiste."
"come, non esiste. E' nel faldon..."
"non c'è"
"vedrai che c'è, non è in prestito perchè ho controllato"
"è impossibile, il primo faldone che c'è comincia con CL 154"
"allora il 77 sarà in uno dei faldoni precedenti, no?"
"ho cercato, ma è impossibile"
"non hai guardato bene"
"ma no, no! Ti dico che non può esistere, proprio!" [ma che c****...]
"insomma adesso vengo a vedere, ok?"

Arriviamo davanti alla misteriosa scaffalatura.

Il faldone con sigla CL 154 è il primo dello scaffale che stiamo guardando, in alto, ma qualunque stordito lemure del Borneo preso a caso in mezzo alle leguminacee avrebbe rivolto gli occhi con certezza verso sinistra, in basso, alla fine dello scaffale precedente, trovando i faldoni con segnatura CL 1-153.
Tutto questo da solo.
Il lemure, ovviamente.

Giovane Utonto Chiamiamolo Borgesiano no.

"eccolo, CL 77."
"...AH."

mercoledì 7 dicembre 2011

Una pessima giornata

Una pessima giornata.

Una sequela ininterrotta di defezioni di coristi ai concerti di questo weekend, alle messe di domani, errori in tipografia per la stampa dei programmi di sala, casini con il clavicembalo di #concerto-maledettamente-complicato, casini con l'organo di #concerto-maledettamente-complicato, defezioni di coristi, sono stufa di rincorrere la gente, messaggi, telefonate, ferma la stampa!, nuovo frontespizio, ma io teoricamente starei lavorando, la cassa automatica del casello mi frega un euro, sono al pc del lavoro e c'è solo openoffice, openoffice sballa tutti i margini di un fascicolo di 24 pagine da consegnare entro 10 minuti, ennesime correzioni alle didascalie, vodafone si prende i miei soldi, messaggi, chiamate, no che non va bene sbattersi per quella messa gratis e cantare solo 2 pezzi, in openoffice manca garamond, sul pc del lavoro manca anche pdf creator o qualcosa cazzo di analogo, 27 mail extra nel giro di 5 ore di lavoro e non sto scherzando, voglio mettermi a piangere, NO!, defezioni di coristi, ho catalogato solo 11 libri su 40, deviazione per lavori, ho finito il gpl.

Una pessima giornata, ma poi vado a cena con i miei 2 migliori amici, mangio patatine fritte e tortelli verdi, vado alla prova diretta da qualcun altro dove per 2 ore canto Palestrina tornando corista per un giorno senza preoccuparmi di dover ricevere sms di defezione dell'apertura della chiesa di correre per arrivare prima dei coristi puntuali perchè non aspettino al freddo delle fotocopie dei coristi malati di essere sufficientemente simpatica e professionale affinchè non mi uccidano con il turibolo di non sbagliare gli attacchi di prendere decisioni riguardo alle auto per la trasferta di venerdì ai rimborsi all'orario di parten

Sabo, Pippo e un compositore del sedicesimo secolo mi hanno salvato la giornata.

E non è romanticismo melenso, è vero.

domenica 4 dicembre 2011

Wood morning (Rischi del bibliotecario #5)

Nella biblioteca dell'Augusta Città di X, dove io e #collegaF cataloghiamo libri antichi, il capo ci chiede di usare la lampada di Wood per decifrare una certa cosa.

La attacchiamo e proviamo a usarla.
Dato che non succede assolutamente niente chiamo #collegaV, in servizio nell'altra biblioteca di pazzi in cui lavoro, per chiedergli un parere (lui letteralmente vive fra manoscritti neumatici dell'Alto Medioevo, e sono quasi sicura che la Lampada di Wood l'abbia sul comodino).


"pronto, #collegaV?"
"ueila, Trantor!"
"ehi. Perdona l'assurdità alle 10 di mattina, ma ho una domanda sulla lampada di Wood"
"sogno o son desto?"
"sei desto. Il capo, qui, ci ha detto di usarla per decifrare note a inchiostro bruno completamente ricalcate da pastrocchi a biro blu. Ha senso?"
"a me sembra una cazzata."
"ah ecco. Temevo di essere io a non saperla più usare"
"no, no. La lampada di Wood funziona così e cosà, tracce organiche qui, luminol là. E ricordati la cosa più importante, funziona meglio al buio"
"non so come ringraziarti. E' che l'ho usata l'ultima volta con te 6 anni fa per quel manoscritto cremonese, ricordi?"
"veramente no."
"voi uomini siete tutti uguali. Tornatene al tuo mac, e grazie."
"prego."


La seguente scena del crimine comprendeva due persone chiuse al buio nel deposito dei libri antichi intente a scovare tracce organiche sui lampadari, sospette ditate sulla serratura e continue esclamazioni tipo "ma è come CSI!" (io), "ma è come in discoteca!" (#collegaF).

venerdì 2 dicembre 2011

Sgrunf (o iSgrunf?)

Premessa: da circa un anno sono in lacerante iNdecisione se comprare il nuovo portatile mac o sempre windows.

Mi telefona #collegaV, che lavora con me, non è della mia città e soprattutto deve consegnare un importante articolo accademico entro qualche ora.

"ciao, Trantor."
"ehi, ciao! Che voce da funerale"
"sgrunf. Non è che sai dove posso comprare un disco esterno?"
"beh, di solito io vado da mediaworld, ma ci si va in auto"
"ah. Allora bisogna che ci vada. Non mi si accende più il mac. Se nel frattempo rimedio il disco esterno appena si riaccende salvo tutto lì"
"oddio! Ma non devi consegnare l'articolo entro stasera?"
"&%£$"@#[*!"
"beh, l'avrai pure salvato da qualche parte."
"..."
"nel senso, avrai un backup da qualche parte"
"...no. Che rumore è stato?"
"io che svenivo. Neanche messo su chiavetta?"
"no"
"neanche autoinviato per mail ossessivamente ogni 23 minuti?"
"no"
"tu sei pazzo."
"lo so."
"tra l'altro non è la prima volta con quel mac che ti succede. Per esempio la scorsa settima..."
"LO SO."
"e ciononostante non hai mai preso un disco esterno."
"piantala"
"e continui a usare il mac."
"...ma scherzerai! Il mac è la cosa più straipermegameraviglio..."
"vabbè, tutto questo mi fa capire 3 cose"
"spara"
"1, se sei andato avanti 2 anni e mezzo con un mac contenente le fotografie in SHQ di circa la metà dei manoscritti medievali europei senza sentire il bisogno di un disco esterno vuol dire che l'unità di deframmentazione del mac è geniale, ammesso che ne abbia una, per cui prenderò un mac."
"brava."
"2, non posso tollerare scherzi del cazzo da parte di un monitor pagato il 150% del mio stipendio mensile, per cui prenderò qualcosa con dentro windows."
"sei pazza! Guarda che è rarissimo che non si riaccenda più"
"<sarcasmo>ah, me ne sono accorta.</sarcasmo>"
"rarissimo, ti dico! E poi se mai capita dopo ehm due anni che lo usi"
"geniale, magari proprio quando ti scade la garanzia"
"sì ma è veramente rari..."
"lascia perdere. Nel frattempo, 3, vuoi usare il mio portatile con XP non deframmentato da settembre 2006, così impallato che ogni volta ha bisogno di 25 minuti per riflettere da solo prima di poter caricare il blocco note, con i tasti usurati e il mostra desktop?"
"NO."

Però il mio si accende.

mercoledì 30 novembre 2011

Esco un attimo a comprare le sigarette

In biblioteca.
Entra Giovane Utonto dalla Logica Stringente.

GULS: "ciao."
io: "ciao, buongiorno! Possiamo aiutarti?"
"volevo questo libro a noleggio."
"...in prestito. Vediamo subi... Uhm no, hai un altro libro scaduto, per cui posso farti solo il prestito giornaliero"
"quello per oggi?"
"sì"
"per fare giusto le fotocopie e riportarlo?"
"sì"
"dici quello tipo che riporto il libro entro le 19?
"sì!"
"okloprendo."

Prende il libro e si fionda verso l'usci...

"eh no scusa, devi lasciarmi il libro un attimo per passare il codice! Se no come faccio a registrare il prestito?"
"ah ma io sì cioè no! pensavo che non servisse."
"e come potrei sapere che il libro è uscito dalla biblioteca e soprattutto che ce l'hai tu, se non registro il prestito?"
"ma sto fuori solo 10 minuti!"
"ma che c'entra, scusa?"
"vado solo di là"
"di là do..."
"il tempo di fare una fotoco..."
"non è questo il punto"
"giusto 5 minu..."
"IL PUNTO E' CHE TU ESCI COL LIBRO, ti sembra che noi possiamo controllare da qui tutte le tue mosse come con un satellite della Nasa [e soprattutto fidarci, ndr]?"
"aahh... Non lo sapevo"

Non è questione di sapere, tesoro.

E' questione che tu hai 17 anni, il foglio rosa, neuroni più freschi di me, volevo scrivere più neuroni di me ma mi è venuto qualche dubbio, il tutto pur senza sovrastimare i miei neuroni, questo vorrei che fosse chiaro, dicevo hai 17 anni, il foglio rosa, meno neuroni ma più freschi di me e tra un anno voti, tesoro.

lunedì 28 novembre 2011

The sunshine band

Nel giorno in cui io e il mio coro di sparaventose avevamo in programma per tutto il pomeriggio una mega prova generale di #concertomaledettamentecomplicato con L&M (i due miei amici musicologi specializzati in musica antica che avete già conosciuto), nel giorno per il quale stresso i coristi da mesi arrivando a fare terrorismo psicologico onde assicurarmi la loro presenza alla prova, nel giorno in cui L&M devono arrivare nella nostra città emiliana senza fiume in treno da Cremona (e già qui potete iniziare a ridere) con il liuto sulle spalle, ebbene in questo giorno del c**** trenitalia e trenord hanno fatto sciopero.

Ora io sono di sinistra cazzo, per cui faccio sempre un po' fatica a condannare gli scioperi, ma questa volta proprio sai anche no, cazzo!

In breve.

ore 11.56
E' domenica mattina, sto dormendo beatamente da 9 ore e non avrei nessuna intenzione di alzarmi prima delle 12.30, visto che devo andare a prendere L&M in stazione alle 14.45.

Ma in uno spasimo di scrupolo, con in testa l'immagine orrenda di Murphy che si frega le mani, urla Cthulhu fhtagn e mi morde sul collo, decido lo stesso di accendere il cellulare.

L'arrivo di 8 angosciati sms e 17 chiamate perse di L&M (impietriti davanti al tabellone di trenitalia con gli occhi lucidi [di rabbia]) mi avrebbe dovuto forse far capire subito che quel giorno non sarebbe andato affatto secondo i piani.

ore 11.58
Spendo circa 14 euro fra sms e telefonate per chiedere a tutti i coristi se si può spostare giorno.
Dato che metà coro ha giustamente il telefono spento e l'altra metà si trova ancora dentro Cartoonia diviene evidente che no, non si può spostare giorno.


ore 12.02
Bestemmio. 


ore 12.05
L&M sono bloccati a Cremona e non avendo l'auto non sanno come raggiungere la mia città senza fiume.

(Non che in condizioni normali il collegamento ferroviario possa rendere lecito l'uso del verbo raggiungere, eh.)

Non so come riescono a rimediare un passaggio fino a Fidenza su di una specie di diligenza piena di badanti, ma da lì in poi non sanno come muoversi. 


ore 13.24
Corro dunque a Fidenza per andare a prendere L&M (e bestemmio).

In un'autostrada semivuota grazie ad una giornata bellissima in cui le persone normali di solito non fanno il lavoro di trenitalia scorrazzando qua e là per la regione (ma obiettivamente non si chiudono nemmeno in una chiesa gelida per provare per ore antiche laude), batto il mio recordo personale [miacittà]-Fidenza, una cosa come 18 minuti.

Ah ma rispettando i limiti, come Valeren.
Vabbè, limiti filosofici.
Vabbè, non saprete mai da dove sono partita, ok?

ore 16
Iniziamo la prova.
Già il fatto di essere tutti lì vivi e in orario costituisce motivo sufficiente per festeggiare con lattine di birra.


La prova va via liscia, anche se constato drammaticamente quanto segue: qualsiasi corista trova intollerabile smettere anche solo per un attimo di parlare di gnocca con #coristaMax, i tenori hanno insegnato ai bassi a mascherare gli interminabili minuti di confabulazioni e chiacchiere da domande serie (poi rivoltemi più o meno con la stessa faccia di bronzo di capezzone), molti soprani si dimostrano distratti dall'avvenenza di L&M, qualcun altro ha insegnato ai tenori a non ascoltare una mazza di quello che sto dicendo per poi ripetere ad alta voce le mie ultime tre parole, come a scuola, credendo di infinocchiarmi.

ore 19
Il momento in cui proviamo alcuni movimenti scenografici con in mano candele e lumini suscita inspiegabile ilarità, e soprattutto una serie di dubbi ed estenuanti disamine sulla migliore posizione dei lumini ai lati dell'altare che farebbero diventare verde Kafka.

Credo inoltre che all'asilo avrei trovato un ambiente più professionale.

ore 19.35
Io sono devastata, #coristaMax ha seccato tutte le lattine di birra che avevo portato, L di L&M è diventato dipendente da chinotto e #coristaSirCornista ha sbafato tutti i grissini.

Peccato che andare alla fine della giornata manchino ancora 170 km, dato che devo riportare L&M a Cremona, e magari tornare a casa.

ore 20.36
Arriviamo a Fidenza, per scrupolo controlliamo se trenitalia ha rimesso in circolazione qualche treno.
AHAHAHAHAH.

L'ultima diligenza trainata da mufloni per Cremona ci passa davanti agli occhi e non si ferma.

A questo punto l'unico modo per dare un senso alla giornata è andare a mangiare torta fritta e salume in qualche bettola del ducato farnese.

Sparlando come matti di vecchi compagni di corso, ovviamente.

ore 00.35
Dopo aver portato a Cremona L&M arrivo finalmente a casa.

Grazie ad una nebbia del cazzo - ininterrotta da Cremona a casa - batto il mio record personale di velocità minima in autostrada.

Ma in auto avevo i KC & TSB, per cui non è stato affatto male.

(Li avevo proprio liberi nell'abitacolo.)

Serendipity

Ci sono solo due cose per le quali divento romantica.
Una sono i libri, l'altra le città.

Catalogare libri antichi nell'Augusta Città di X non aiuta.

Si è già parlato di filigrane, quei disegni, motti, sigle, stemmi che si intravedono guardando in trasparenza la carta antica e servivano alle cartiere per contraddistinguere la propria carta in concorrenza con le altre, e che spesso sono l'unico indizio per datare il manoscritto che si ha fra le mani.
E non voglio parlare di miniature o incunaboli o caratteri mobili, altrimenti finisce che pianto il lavoro per correre a casa a rileggermi questo.

Beh, comunque l'altro giorno non riuscivo a smettere di sorridere davanti ad un esemplare di libro stampato integralmente su carta turchina di Parma, cioè su carta più spessa, di un color turchese intenso, il che è abbastanza raro perchè di questo tipo, su tutta la tiratura, gli editori ne stampavano sempre solo due esemplari.
Su tutti gli altri in carta bianca facevano poi inserire la frase "se ne sono stampate due sole copie in carta turchina di Parma", per invogliare il lettore a cercare, e magari comprare, uno dei due esemplari più preziosi.

Non sono i codici bizantini tinti di porpora e miniati in oro e argento confezionati per l'imperatore, ma vi assicuro che avere davanti un esemplare turchino fa impressione lo stesso.

Per lo meno, fa impressione a me.
Traetene le debite conclusioni.

sabato 26 novembre 2011

Destiny's rabbit

Nella biblioteca dell'Augusta Città di X.
Io e #collegaF stiamo catalogando i libri antichi in mezzo ai #colleghiLocali, che invece si occupano degli utonti locali e di tutte le altre normali pratiche della biblioteca.

#collegaF: "toh, guarda che filigrana!"
io, con gli occhi a forma di cuore: "...ma è deliziosa"
"è un coniglio"
"uhm, sembra più una lepre, guarda le orec..."
#collegaLocale: "una filigrana? Con un coniglio?! fatemivederefatemivederefatemivedere!"
"ecco :-) Secondo te è una lepre o un coniglio?"
"ma che tesooooro! Un leprotto, senza dubbio."
#altroCollegaLocale: "basta adesso la voglio vedere anch'io"
"è una lepre, dai"
"coniglio"
"lepre"
"coniglio"
"lepre!"
"coni..."
"ho fame"

Dopo 10 minuti passati a mostrare la filigrana al nugolo di #colleghiLocali eccitati come scolaretti ed a spiegare loro il perchè e il percome e la rava e la fava delle filigrane antiche fra gridolini di sorpresa, spintoni ed estenuanti disamine relative alla specie leporide, decidiamo - un po' provate - di andare a pranzo.

"Trantor, tu che prendi?"
"fammi vedere il menu. Ma toh!"
"che c'è?"
"guarda il piatto del giorno"
"coniglio in umido con polenta."
"...direi che non ci sono dubbi su cosa prendere oggi"
"no, affatto."
"yeah."

venerdì 25 novembre 2011

Internauti

Io, mio papà e mia mamma tutti e tre davanti al computer.

papà: "ehi, mi è arrivato un invito da #vecchioAmicod'Infanzia per unirmi a facebook!"
io: "ma dai. Peccato tu non sia su facebook."
mamma: "oddiopercarità!"
"si riesce comunque a vedere la sua mail, così gli scrivo?"
"boh, entro con le mie credenziali e vediamo se l'ha messa, ma non credo"
[digito le password]
"questa ormai è roba vecchia, ti devi aggiornare."
"?"
"..."
"è roba proletaria, feisbuck"
"...ma che stai dice..."
"ormai chi è avanti non usa più feisbuck, ma tuister"
"..."
"...twitter, vorrai dire."
"sì, tuìtter. Tu non ce l'hai?"
"no"
"AHAHAHAH sei indietro da Dio."

Dopodichè esce per andare al museo.
(Non è una battuta, è vero.)

Ancora non capisco chi le insegni certe parole.

martedì 22 novembre 2011

L'utonta che venne dal freddo. Ma a rompere i maglioni

In tutti i casi il culmine della follia di sabato scorso si è raggiunto nel primo pomeriggio, grazie a Insopportabile Utonta Russa con Pretese Accademiche.

Insopportabile Utonta Russa con Pretese Accademiche, per gli amici IURPA, allieva di canto, è già la terza volta che viene in biblioteca e chiede lo spartito di #sconosciuta opera di Vivaldi, e ogni volta noi cerchiamo, scopriamo che non c'è, cerchiamo in tutta la rete mondiale e sorpresa!, non esiste proprio, l'edizione moderna di questa beatissima #sconosciuta opera di Vivaldi.

La scena è sempre invariabilmente la seguente, solo che sabato ci mi ha deliziato di una squisita variazione finale.

[Vi prego, immaginate le frasi della IURPA con accento della profonda Russia. Inoltre segnalo, onde prevenire sentimentalismi pro-utenza, che questa qui parla e capisce perfettamente l'italiano ed è laureata in economia e finanza.]

IURPA: "ciao."
io: "ciao! Possiamo aiutarti?"
"cerco #opera sconosciuta do Vivaldi"
"[ma ancora?] ehm sì, mi ricordo. Abbiamo già cercato 3 volte. Non esiste proprio, lo spartito, ok?"
"okey. Ma tu cerca, cerca subito, in tutto mondo."
"abbiamo già cercato, l'unico modo per avere la musica sarebbe visionare il manoscritto originale"
"e duov'è?"
"Torino, ricordi? Te l'avevo già detto e ti avevo già stampato tutti i riferime..."
"chiama. Chiama Torino subito."
"avevo già chiamato, non rico..."
"tu chiama!"

Ma che c****...

"ascolta, ma hai capito, vero, che è il manoscritto originale? Non è un'edizione a stampa già trascritta, è il manoscritto di Vivaldi! Te lo devi trascrivere, e comunque non è che..."
"va bene, va bene, io guardo, poi prendo in prestito per studio, poi porto in aula per maestro di canto."
"sinceramente, non credo che te lo prestino da portare a casa, tanto per usare un eufemismo."
"no?"
"no."
[acidissima] "e tu come sai? Chi sei, tu? Tu non sai! Chiama subito, io ti chiedo!"
"fidati, [#maledettissima utonta che non sa neanche in che secolo siamo], te lo ripeto da un mese, non lo prestano l'autografo di Vivaldi, chiaro?"
"ah. Io allora chiede fotocopie. Chiama."
"al limite chiamiamole stampe da microfilm, ma comunque certo, sì, dopo chiamo di nuovo. Saranno felicissimi di risenti..."
"no, ora, chiama ora! Ora, oraaaa!"
"eh ho capito, è il mio lavoro e chiamo quando [***] mi pare, chiaro?!"

La butto fuori promettendole che avrei telefonato al più presto, mentre #collegaV scuote la testa ridacchiando e ha anche il coraggio di dirmi che secondo lui è carina perchè è bionda russa e ha la gonna - ma in realtà credetemi!, assomiglia più ad una specie estinta di roditore con la gastrite che ad una gnocca.

Comunque telefono a Torino, mi informo di tutto, dal document delivery ai requisiti per essere ammessi alla consultazione (non è che tirano giù i manoscritti di Vivaldi per qualunque giulivo utonto che passa lì per caso), dal servizio di fotoriproduzione alle procedure per richiedere le stampe da microfilm.

Poi disgraziatamente torna (diversamente dal vaiolo).

"allora. Tu ha chiesto?"
"sì, certo. Lo fanno consultare solo a chi è studioso dietro lettera di accredito di un docente universitario di musicologia, o comunque di un musicista autorevole, più documenti validi. Ino..."
[non mi ascolta e si mette a scarugare freneticamente in borsetta per estrarne con ghigno trionfante un cartoccio]
"io ho questo!"
"quello è il permesso di soggiorno. Senza offesa, ma come avrai capito non basta"
"allora questo"
"...il tuo tesserino universitario russo in cui dimostri di aver studiato finanza? [wtf...]"
"...allora questa!"
"la patente? Ma hai [fo**u*a***t*] capito quel che ti ho detto?"
"allora voglio che mandino fotocopie!"
"allora devi scrivere una mail a ***, ripeto, a ***, all'attenzione di ***, ripeto, di ***, chiedendo il preventivo per la stampa da microfilm del manoscri..."
"come, preventivo?!"
"santo Dio, pensavi fosse gratis?!"
"ma allora devo pagare! E quanto costa?"
"che ne so! Neanche in biblioteca là lo sanno, appaltano una ditta esterna e ci sarà scritto nel preventi..."
"ho capito, ma io ti-chie-do-qua-nto-co-sta!"
"...cazzo ma mi stai prendendo in giro?"
"e a chi devo mandare la mail? Scrivi tu, scrivi tu mail! Poi invii! Poi io ricevo! Scrivi, ora!"
"TI HO DETTO CHE DEVI SCRIVERE TU"
"io? Ma a chi? E quanto costa? E dove invio? E cosa scrivo? E quanto co..."

Siamo andate avanti così altri 17 minuti.

Ad un certo punto sono abbastanza sicura di aver visto #collegaV accartocciarsi nel bidone della differenziata dal ridere, in compenso finalmente la IURPA si leva dai m*roni dopo avermi praticamente estorto sotto dettatura come Mozart e Salieri (uguale) il testo della mail da inviare a quei poveri cristi dei colleghi di Torino, visto che praticamente questa qui da sola non sa nemmeno sbucciare un kiwi.

Al termine la mia cefalea è diventata una questione internazionale, mentre #collegaV sintetizza la pura, semplice e intollerabile verità.

Sono. Troppo. Gentile.

lunedì 21 novembre 2011

Un sabato di ordinaria follia

Nella biblioteca dei pazzi da conservatorio, ed è sabato pomeriggio.

Alle 16.52, quando mancano ancora due ore abbondanti di lavoro e io catalogo devastata dal mal di testa, #collegaV mi guarda e senza che gli chieda nulla si prende cura di me andando a prendermi un caffè, il terzo.

"ecco, bevi. Ho messo tre tacche di zucchero"
"grazie. Come facevi a sape..."
"tu bevilo e basta."
"ok."
"e non lasciarlo raffreddare per ore, come tuo solito."
"...ok."
"su, bevi."
"ok."

Alle 17.56 guardo #collegaV devastato dall'ipoglicemia e senza chiedergli niente mi prendo cura di lui andando a prendergli la sua merendina industriale preferita.

Alle 18.58, due minuti prima di chiudere la biblioteca e andare a casa, il colpo di grazia, ossia Maestro 911.

Maestro 911: "saaaalve!!! Come sta??"
io: "bene, maestro, grazie. Lei?"
"in aula c'è buio."
"prego?"
"in aula c'è buio! Boh."
"ma... Forse bisogna accendere la..."
"no no, è proprio buio. Bbbuio. Comunque, vorrei questo spartito in prestito."
"...ok. Ma purtroppo questo spartito può andare solo in prestito giornaliero, e non abbiamo altre copie prestabili. Solo che non c'è più tem..."
"mi serve ora. Allora lo prendo, faccio le fotocopie e poi lo riporto subitosubitosubito"
"maestro, glielo darei davvero volentieri ma sono le 18.58, i prestiti giornalieri vanno riportati entro le 19, noi siamo in chiusura e se lei deve uscire per fare le fotocopie purtroppo non c'è te..."
"ma non potete aspettarmi un minutino ino ino?"
"no guardi, #collegaV deve prendere il treno e io [#col c**** che dopo 9 ore di lavoro mi fermo qui per un tempo indefinito solo per aspettare i tuoi comodi]"
"è sicura? Proprio sicura sicura? Ma faccio solo le fotocopie!"
"ho capito perfettamente, ma purtroppo sono le 18.59 e non c'è più tempo. Ripassi lune..."
"e se lo riportassi domani [che, ricordiamo, sarebbe domenica]?"
"no, è un giornaliero e deve tornare entro oggi alle 19. E' la regola [e lei lo sa benissimo, dato che ultimamente sta più qui a far teatrino che in aula a lavorare]"
"ma è un libro piccolo!"
"..."
"..."
"... no, evidentemente non sono stata chiara. Sono le 19, è sabato e stiamo chiudendo: non possiamo aspettarla qua, dobbiamo chiudere"
"aaaah ma che peccato!"
"sì, ma può ripassare lunedì"
"ma è vero!"
"eh già."
"peccaaato per il libro, ma allora vengo lunedì! Che bello! Ottimo, ottimo. E sarà di turno lei, spero, che è sempre così gentile, così ci salutiamo e ci rivediamo e parliamo e..."

Sì, lunedì sarò di turno io.

Che fortuna.

sabato 19 novembre 2011

Duomo di O.

L'altro giorno io e la sezione maschile degli sparaventose abbiamo tenuto un concerto di gregoriano nell'immenso, meraviglioso e medievale duomo di O.

Non c'è molto da segnalare, a parte le solite cose che puntualmente ci contraddistinguono.

ore 16.25
Arrivati in duomo, il locale maestro di cappella ci porta nella sala messa a nostra disposizione per cambiarci e ripassare le parti.
Alle pareti campeggiano immense riproduzioni della Madonna incorniciata da mistici raggi blu e rossi, tipo questa.

Alla quinta battuta dei coristi sull'inquietante somiglianza fra la detta santa riproduzione e questo il locale maestro di cappella giudica più prudente ritirarsi in una stanza attigua.

ore 16.43
Ci cambiamo per indossare il vestito da concerto.

"ma che boxer hai?"
"pentagrammati!"
"ma cosa..."
"belli!"
"ma li metti per l'occasione?"
"ma certamente! Li indosso solo quando faccio dei concerti."
"..."
"..."
"tu non sei normale."

Alla comparsa dei boxer pentagrammati di #coristaOrganista il locale maestro di cappella obiettivamente poi non l'abbiamo più visto.

venerdì 18 novembre 2011

Ho capito, ma adesso anche basta, eh!

In auto con DCNG.
Guido io.

"bella questa canzone, cos'è?"
"Deep Purple [inchino], Hush"
[con tono fra l'acido e lo scocciato] "sì, bella. Non è Beethoven, però per me è carina"

"questa cos'è?"
"Can't explain, Who" [inchino #2]
"carina. Non è Beethoven, però è carina, ecco."
"infatti è una delle mie canzoni preferite"
"ah!"

"...sai, a me piace De Gregori"
"musicalmente non è il mio genere, ma lo apprezzo per altri versi"
"sì, lo so che non è Beethoven. Però mi piace"
"buon per te!"
"sì."

"l'altr'anno sono stata al concerto di Jovanotti"
"ah, dai. Non ascolto molta musica italiana, ma immagino sia stato be..."
"beh certo, non è Beethoven. Però a me, comunque, è piaciuto"
"ma certo, che c'è di strano?"
"no, niente."
"ah, ecco."

"cos'è questa?"
"boh, forse è di cesare cremonini"
"ah, carina"
"a me invece fa ***"
"beh, non è Mozart, lo so che non è Mozart, lo so."
"...e questo che c'en..."
"lo so che non è Mozart, ma se a me piace non c'è niente di ma..."
"ma certo, chi [*****] ti ha detto qualcosa?"
"non è Bee..."
"sì LO SO che non è Beethoven, ma chissenefrega, no?!"
"sì, no, certo, certo. Sì, sì. E' vero."

La dovete maledettamente piantare di vedermi come una monaca emiliana chiusa nel chiostro a cantare gregoriano ignara della rivoluzione del beat solo perchè mi sono laureata sulla polifonia del tardo '500, cazzo!, e non credo esistano persone che stanno male più di me se per una settimana non ascoltano almeno una volta Diana Ross, o che possono rimanere in loop davanti a Gavin Harrison per un numero così imbarazzante di minuti ore, e che a volte in macchina ascoltano pure gli Alcazar!

[Il fatto che la persona in questione coincidesse disgraziatamente con una Donna Che Non Guida e punta i piedi sul tappetino soffiando ogni volta che minaccio di sfiorare il freno, beh, non ha aiutato per nulla.]

giovedì 17 novembre 2011

For once in my life

In biblioteca.
Entra Giovane Utonto Strafottente.
Uomo, bianco, 16 anni, studente di conservatorio, simpatico come un pullman di turisti tedeschi che ti crolla in testa mentre cataloghi.

Io: "ciao!"
GUS: "ciao. Dammi questo libro in prestito."
"certo. Mi dai la tua tessera?"
"... no"
"... beh, allora niente pre..."
"è che ce l'ho, ma non ce l'ho qui, adesso"
"...però sai che va portata ogni volta"
"sì, no, è che c'è stata una volta in cui l'avevo portata. Il mese scorso, tipo. Pensavo bastasse."
#collegaF: "ah, tipo una volta nella vita!"
"tipo vedi Napoli e poi muori!"
"questo è puro genio!"
"ahahahahah bellissimo. Bellissimo, sei un idolo. No guarda, non basta una volta, le biblioteche non funzionano così, sai?"
"no?"
"no."

Considerato che il GUS ha passato gli ultimi 2 anni a tiranneggiare gli allievi più piccoli come un mafioso capo banda del c**** ed a tentare periodicamente di giocare a poker online dalla postazione internet, non ci siamo posti molti interrogativi morali prima di prenderlo per il c***.

martedì 15 novembre 2011

Rischiatutto

Biblioteca dell'Augusta città di X, dove catalogo indisturbata nell'ufficio interrato senza finestre che condivido con i colleghi locali.

#collegaBiondiccio entra di corsa ridendo come una iena isterica.

CB: "mo veh sai cos'è successo?!"
io: "no, dimmi"
"incredibile! Incredibile!"
"ma cosa..."
"un pullman! Un pullman di turisti tedeschi!"

Credo si stia praticamente strozzando dal ridere.

"...eh. Un pullman di turisti tedeschi, and so wha..."
"ha parcheggiato qui sopra!"
"qui sopra?"
"qui sopra!"
"proprio qui sopra?"
"proprio qui sopra!"
"..."
"noi siamo interrati, ma la cosa bella è che quest'ufficio risulta sotto il piazzale, e il piazzale non ha la portata per sostenere un pullman di turisti tedeschi!"
"...tu stai maledettamente scherza..."
"no no no no no no no! Vacca boia pensa se crolla tutto!"

Esce di corsa dall'ufficio sempre ridendo e tossendo come una iena esaltata malata di tisi, il tutto con il suo grasso, sugoso e adorabile accento modenese.

Resto catatonica con la biro a mezz'aria a riflettere sulla cosa per circa 18 secondi, fino a che non sento il rombo del pullman sopra di noi che si sposta.

E' che non riesco proprio a prenderli sul serio, quando mi dicono le cose con quel grasso, sugoso e adorabile accento modenese.

lunedì 14 novembre 2011

Bionda, mela, sella per il drago della gilda

Fare viaggi in treno abbassa la soglia di intolleranza alle altre persone, però è sempre divertente.
Nel senso etimologico del termine, dico.

Sono lontani i tempi in cui, sul treno per Cremona, incontravo tizi che leggevano 'Paperi galattici' (massima stima), scimmie urlatrici con la R di Fidenza (nessuna stima) e collaboratori storici di Topolino - buffo che io e lui ci siamo trovati seduti per caso di fronte, non ricordo come attaccammo discorso, ma alla fine scoprii che aveva scritto almeno metà delle storie che avevo letto, o se volete che mi ricordavo benissimo almeno metà delle storie che aveva scri... 
Ma questa è un'altra storia.

L'altro giorno, invece, mi sono imbattuta in questi tizi.

Andata, incontro 1
Una giovane e vistosa bionda che parla da ore al telefono esattamente come Nucleo e Capsula dopo pochi secondi ha veramente rotto i maroni.

Ma un po' di giustizia divina esiste, perché alla seconda telefonata ormonale in cui si vanta del 30 preso in economia (ricordiamo, con l'accento di nucleo e capsula e soprattutto sentendosi irrimediabilmente figa) il tizio di fianco a me la gela con "eh scusa ma PUOI PARLARE PIU' PIANO, per favore?". 

Yeah.


Ritorno, incontro 2
Spero che quel *** di *** di *** finisca alla svelta quella *** di mela prima che il suo biascicamento compiaciuto mi faccia commettere un reato penale.


Ritorno, incontro 3
Cambio posto, e mi siedo in mezzo a due tizi. 

Uno è costellato di almeno 25 spille circolari fra cui quella di Avatar appuntate su di un panciotto di feltro grigio topo morto, l'altro essere è una tizia apparentemente normale. 

(Preciso che è venerdì sera, sono di ritorno da un esame di lavoro, ho un arretrato di ore di sonno pari a un terzo dello spread di mercoledì per cui era fisicamente e psichicamente impossibile fare qualcosa che non includesse *vegetare passivamente sulla poltrona ascoltando le conversazioni altrui*.)

[...] 
"ma credi che lui abbia abbastanza capacità?"
"non so, non mi è sembrato"
"boh, l'ho sentito dire che si doveva comprare una sella"
"una sella! Ma per la cerca?"
"non so, forse per il drago"
"io ancora non capisco perchè non si vesta adeguatamente! Lui e il suo cappuccio...!"
"ma è ricercato?"
"non so."
"sabato bisogna che ragioni sulla gilda"
"già." [sospiro]
"già." [sospiro]
[...]

Capii un po' dopo che si trattava con ogni probabilità di nerds. 
Lui obiettivamente collimava col cliché, lei no.

giovedì 10 novembre 2011

Miscredenti

Non ricordo quale fu il corista cui venne l'idea.

Davanti all'ennesima torta portata alle prove col debole pretesto di festeggiare ancora il mio compleanno si parlava di esondazioni, fiumi, catastrofi economiche, e a qualcuno venne in mente la profezia dei maya.

21 dicembre 2012, pare.

Qualcuno rise, qualcuno neanche ascoltava, qualcun altro semplicemente pensò a versarsi altro vino, ma uno ebbe l'idea.

"ragazzi, so cosa dobbiamo fare il 21 dicembre 2012, tutti quanti"
"terme?"
"mega cena?"
"pregare?"
"stare a casa?"
"orgia?"

"no. concerto"
"!"
"organizziamo un concerto da fine del mondo per la fine del mondo, mal che vada moriamo cantando. ...E se alle 23.20 non è ancora successo niente, vuol dire che ci sta anche il rinfresco"
"genio"
"ho sempre desiderato prendere per il c*** i maya!"
"guarda l'agenda, guarda l'agenda, guarda l'agenda! Che giorno è?"
"venerdì"
"ottimo, è nel weekend"
"fra i brani potremmo leggere passi dall'Apocalisse!"
"e magari cantiamo con le lucine da libro, al buio!"
"e potremmo rubare qualche effetto speciale al teatro!"
"e potremmo blablabla..."
"e poi blablabla..."
"e blablabla..."

Fu così che sull'agenda nuova ho segnato 21 dicembre 2012, concerto.

Lo intitolerò così.

martedì 8 novembre 2011

Diario (in parte) di Murphy

25 ottobre

Nel giorno di Crispino e Crispiano, il giorno della battaglia di Agincourt in Piccardia, il giorno del crollo del '29 e di Windows XP (l'unico che valga la pena essere usato, da quando quegli idioti hanno tolto imboscato il mostra desktop dal 7 - sono terribilmente in sbattimento, per questa cosa del mostra desktop, comunque vado avanti) ebbene proprio in quel giorno: tentato di festeggiare il mio compleanno, ergo portate torte alla prova del coro.

Come sempre la cosa suscita fermento e interesse.

Alle ore 23 ci chiudiamo in sagrestia con Enrico V per consumare n° 1 budino al cioccolato di mia madre rimasto ore in una teglia di alluminio torio e bario (...), n° 1 torta cioccolatina e n° 1 torta di mele di #coristaSirCornista, n° 2 bottiglie di chinotto, n° [n tendente a infinito] di bottiglie di vino di #coristaViolinista, n° 3 sacchetti di patatine di #collegaV. e n° 1 torta cheesecake ricoperta di tanti allergenici frutti rossi (...) di #coristaOttimista.

Alle ore 00.32 si verifica l'unico evento della mia vita in cui la mia strisciante ipocondria sarebbe potuta servire a qualcosa cazzo, e invece vado a letto.

Alle ore 8.00 vengo portata di corsa in ospedale in preda ad una reazione allergica alimentare presumibilmente da abuso di nichel.

Niente di grave, a parte che il dottore nel farmi le varie flebo ha fatto un sorriso strano mentre farfugliavo "sono impressionabi...".

E a parte il fatto che lui e l'infermiera sfottevano di nascosto gli altri degenti, ma vabbè, io avrei fatto lo stesso.


1 novembre

Visto l'infelice epilogo verificatosi all'alba del giorno che segue quello di Crispino e Crispiano, tentato di festeggiare il mio compleanno.

Ergo portate torte alla prova del coro.

Come sempre la cosa suscita fermento e interesse.

Alle ore 22.34 #coristaVigileF. scatta foto mentre cantiamo.
Io vengo malissimo, lui in cambio le pubblica immediatamente su facebook.

Alle ore 23.00 ci chiudiamo in sagrestia alla temperatura di circa 4 gradi sopra lo zero per consumare n° 2 teglie di tiramisu di mia madre, n° 1 budino di allergenico cioccolato (senza teglia di plutonio, questa volta) sempre di mia madre, n° [numero di Avogadro] di bottiglie di vino, mentre la bottiglia di coca cola viene abilmente ignorata.

Grande sospresa alla comparsa dell'uovo di plastica bucato da cui si sprigiona cacao in polvere per guarnire il tiramisu (che io al momento non posso mangiare, cazzo).

Mi hanno anche cantato "tanti auguri a te", in quel mentre non ho capito bene come faccia a definirli addirittura "coro", ma ero felice.

Tornando alle auto con #collegaV, che è anche mio corista, io porto le teglie, lui si rolla una sigaretta.

"fumi? vizioso."
"bisogna pure averne qualcuno di vizi, Trantor"
"sì. Il mio è il nichel."

lunedì 7 novembre 2011

Spero di sbagliare

Tutti a dire "ma quando cazzo se ne andrà?" "se ne andrà, vedrai" "ora si dimette" "dai dai dai, che ora se ne va" "sarà sempre troppo tardi" "ancora 5 minuti e vedrai che lascia, 5, 4, 3, 2, 1..." "oh cazzo accendi rainews24 che secondo me se n'è andato" eccetera, eccetera, eccetera.

Io che dico "guardate che quelli così se ne vanno solo quando muoiono" [di solito aggiungo c****]

e tutti scandalizzati a dire "OOOH MA CHE DICI, nooo, figurati" "morto nooo, dai, io se fossi in te avrei rispetto di tutti, anche di lui" "che dici, se mai emigrerà alle Bahamas", "vergognati, questo paese non fa così schifo" eccetera eccetera eccetera.

Ma guardate che è evidente che ho ragione io, eh.

domenica 6 novembre 2011

Allora non sono l'unica!

L'altro giorno #collegaV, glorioso compagno di studi all'università che ora mi trovo come collega di scrivania nella biblioteca dei pazzi di conservatorio, mi ha passato il link di qualcosa di geniale.

Questo sito, squisitamente di nicchia e gestito da questo tizio, contiene questa pagina, un generatore automatico di saggi musicologici nello stile della New Musicology  - in sostanza, nello stile di tizi che invece di andare a sporcarsi le mani negli archivi ecclesiastici o a sbattersi per fare l'analisi concreta della musica che hanno davanti si perdono in disquisizioni sul gender o sull'ambiguità semiotica di una croma dovuta ai risvolti psicanalitici del compositore.

Provate, poi fate F5.

Analysises of Modulation: The sub-masculine concept of expression in the works of Crawford.

The Pigeonholing of Narrative: Dialectic in the music of Radiohead.

Hermeneutic Theories: Solomonists peacock-culture and Capitalism.


...MBUAHAHAHAHAHA.


Ogni saggio ricombinato è completo di titolo, sottotitolo, autore (inventato), ateneo e bibliografia, dove si riutilizzano a caso (ed è ancora più geniale) i veri nomi della grande musicologia, in modo del tutto demenziale.

La mia ironia non è particolarmente sottile e soffro di drammatici pregiudizi verso certe cose, perciò FrauD, quelli laureati in filosofia e gli altri new musicologists che mi leggono - ammesso che ce ne siano, e ammesso che non siano già tutti emigrati in un altro sistema solare - mi scuseranno.

E' che io, Cuthbert e #collegaV non ce la facciamo proprio a non ridere, di fronte ad uno di questi saggi.
Di quelli veri, dico.

Per cui, questo enorme anagramma plausibile ideato dal tizio americano - che non poteva che essere uno studioso di musica antica - ci ha rincuorato, dato che come me e #collegaV la musica lui se la va a cercare esumando manoscritti e stampe che di solito stanno ammuffendo dal Rinascimento, se la trascrive sudando perchè il post-modernismo filosofico NON TI AIUTA quando hemioliae e prolationes non quadrano, e prima di ragionare sulla sessualità dell'autore si degna di parlare di qualcosa di concreto, santo Dio.

E' tutto così provocatorio. Ma vero.
(cit.)

Ecco.
Faccio F5 un'ultima volta, poi vado a cena.

venerdì 4 novembre 2011

Pazza, completamente pazza

In biblioteca, 20 minuti fa, entra maestro 911.

"buongiorno mae..."
"saaalvee!!!!! Come sta??!"
"bene, grazie. Posso aiutarla?"
[urla] "mi servono le partiture delle sonate di Mozart!"
"benissimo, gliele cer..."
"ma com'è magra, lei!"
"ehm, sì. Beh. Che edizione le serve?"
"io non entro più nella 44! E peeensi che un tempo blablabla portavo la 38!"
"eh. Che edizio..."
"faccia lei, faccia lei, basta che non sia Henle, sa, io sono contraria alla Henle!"

Sarebbe psicologicamente, filologicamente e catalograficamente interessante capire perchè, dato che sono le edizioni migliori in commercio, comunque le trovo le due collocazioni e gliele appunto su un foglietto (così se le va a prendere da sola, santo cielo, i cinni del propedeutico al confronto potrebbero lavorare alla British Library).

"aaaaah grazieeee, vado allora, ma mi dica: non sono negli scaffali alti alti, verooo?"

Come c**** faccio a saperlo?
Non è che ho memorizzato ogni posizione di ogni singolo di libro di ogni sala di ogni fot**t**s**o palchetto della biblioteca, eh.
Almeno, non ancora.

"guardi, c'è comunque la scala..."
"aaah! ok."
"ok."
[ritorna senza libri] "eh ma guardi che quelli no, non vanno bene, io cercavo gli Henle, sa di solito uso quelli"
"[ma che c****...] ah. Avevo capito di no, comunque glieli ce..."
"no no no no no, devo scappare in aula adesso. Uff, ho fatto solo mezz'ora di lezione e sono tutta sudatissima!!!!"
"ah, eh. Facciamo che le vado a prendere gli spartiti e poi lei rito..."
"uh ma guarda, il pieghevole della prosa! che meraviglia, delizioso"
"sì. Vado a prenderle i li..."
"comunque la taglia 44 della benetton non è la 44 di maxmara, questo è certo"
"credo anch..."
"BENE, grazieee!!!" 
"prego, maestro."
"a dopoooo"

Pazza, completamente pazza.
Corre via dalla biblioteca urlando qualcosa di indefinito.

Silenzio
Aspettiamo che esca
Stramazzati a terra dalle risate.

Ha un seguito.

"bentornata mae..."
"saaaaalveee!!! Ha per caso..."
"ma certo, ecco le collocazioni dei volumi Henle. Glieli va a prendere il mio #collegaV, che ne dice?"
"un uooomooo ma sììì che bello!!!"
"eh ma maestro, è un piacere"
"ma che galaaante! Bene, bene, che bello, andiamooo"

La butto nelle mani di #collegaV, il quale se la spupazza abilmente con raffinata e pungente ironia (che lei puntualmente non coglie).

"ragazzi, sapete, qui con voi mi sento proprio a casa!"
"ci fa piacere, maestro"
"grazie maestro, torni presto!" [...]
"ah, voi siete la mia valvola di sfogo!"
"..."
"..."
[e poi la perla] "senza di voi impazzirei!!!"
"...già"
"...già"
"bene, vado in aulaaaaaahhh..."

Corre via dalla biblioteca urlando qualcosa di indefinito.

Silenzio
Aspettiamo che esca
Stramazzati a terra dalle risate (finisce sempre così).

giovedì 3 novembre 2011

Orgoglio e anche pregiudizio

"domani devo passare dal meccanico, lo specchietto destro della punto è caduto."
"come, caduto?"
"sì, caduto. Tecnicamente."
"uhm."
"forse c'entra il fatto che prima ho sbattuto contro uno stupido palo"
"aah"
"...comunque poi è caduto."
"non ho dubbi. Si è rotto?"
"disgraziatamente"
"ah, ok"
"ok"

Detesto ammettere che in un parcheggio ho urtato lo specchietto contro uno stupido, stupidissimo palo.
Ma non capita veramente mai, credetemi.

FUI

In biblioteca.

Innanzitutto dovete sapere che in biblioteca per ovvi motivi di copyright non abbiamo la fotocopiatrice, che si trova invece nei corridoi del conservatorio.

Funziona con tessere erogate con monete da 1 euro, quindi siamo periodicamente sommersi di gente che viene a chiedere l'elemosina tipo tossici in stazione, oppure che sta lì a far la muffa finchè non gli cambiamo 50 euro in monete da 5 centesimi.

Entra Fastidiosa Utonta Idealista.

FUI: "ciao."
"buongiorno, possiamo aiutarti?"
"sì. Non potete farmi delle fotocopie?"
"[vagamente illegale?] no, la macchina è nel corridoi e noi non c'entriamo nulla"
"sicure? Ma neanche una?
"la macchina è nei corridoi e noi non c'entriamo nulla"
"uff. ...E' che non ho l'euro"
[ah, ma noo!] "..."
"..."
"..."
"..."
"...noi non possiamo prestartelo, se facessimo così per tutti non avremmo più uno stipendio"
[la buttiamo sul ridere, ma ovviamente non capisce]
"..."
"..."
"è che io non trovo giusto che i docenti possano fare le fotocopie gratis. E noi allievi no."
"... funziona così, di solito"
"non è giusto. Scusami, ti sembra giusto che io paghi 1 euro per avere una tessera da 10, dico 10 fotocopie? Ma che me ne faccio io di 10 fotocopie?! E se poi non le uso tutte? E se mi serve solo una pagina perchè mi fate prendere la tessera? E se [da qui in poi francamente i ricordi diventano confusi]?!"
[eoni dopo] "...guarda scusa se ti interrompo, ma noi non possiamo proprio farci niente. Questa è una scuola, funziona così, tu ti sei iscritta: non è difficile"
"uff. Vabbè. Ciao."

mercoledì 2 novembre 2011

De Winter

Probabilmente il fatto che al cinema, alla prima (prima) inquadratura di Milady, tutti (tutti) i miei amici si siano improvvisamente voltati verso di me esclamando all'unisono (all'unisono) "ma sei tu!" dovrebbe inquietarmi.

Ma io lo so che è solo per i vestiti, per cui lo prendo come un immenso, clamoroso e surreale complimento.

domenica 30 ottobre 2011

Highlights influenzali


48 ore filate a casa con la febbre e i miei mi hanno permesso di cimentarmi in varie attività inusitate.

Innanzitutto, leggere due Simenon in un pomeriggio.
Poi tendevo a confondere le trame, ma è stato bello.

Installare per mia madre la webcam. Per mia madre. La webcam. Per mia madre. La webcam. Per mia madre. La we... ma che cazzo se ne fa? No comunque dai, sostiene di poterla usare per videofonare ai parenti. [ahahahahah, parenti con la webcam.] Ok, meno male che c'ero perchè farle scaricare i driver al telefono sarebbe stato proprio un buffo ostacolo.

Guardare Kiefer Sutherland salvare il mondo saltando di qua e di là fra elicotteri e bombe nucleari in una generale e plausibile attendibilità delle situazioni reali.

Ok, Guardare Kiefer Sutherland in una trama assurda.

Ok, guardare Kiefer Sutherland*


Assistere impotente a:

Mamma: "attore statunitense, 5 lettere"
Papà: "O'Neal"
[scrive] "... fisico norvegese, 7 lettere"
"..."
"AHAHAHAHA. Non la sai. Sceneggiatore americano, 5 lettere"
"O'Neal"
[scrive]  "... pianta estinta"
"s..."
"AHAHAHAHA. Non la sai, ma soprattutto non te la dico."
"ma che dia..."
"non la sai, non la sai, su. Armatore bretone, 5 lettere"
"O'Neal"
[scrive] "... opposto al bemolle"
"diesis"
"non credo, è di 6 lett..."
"che c**** dici?"
[scrive] "... umpf. sì, 6 lettere. Non ti scaldare, sai. Lavorò con Kubrick, 5 lettere"
"O'Ne..."
"PIANTALA di rispondere O'Neal ad ogni cosa, santo cielo!"
"ok."
"comunque non la sai."
"ti dico che è O'Ne..."
"basta."
"basta."
"basta."

venerdì 28 ottobre 2011

Si sente?


#Cronistoria concerto etilico


L'altro giorno io e gli sparaventose abbiamo tenuto un concerto nella sottovalutata città senza fiume di S.

Non c'è molto da segnalare: la chiesa la conoscevamo già per cui non c'erano più arredi sacri da trafugare, il rinfresco era al ristorante quindi niente (...ok, meno) cavallette impazzite alla ricerca della tartina gratuita.

Comunque alle ore 16.46, 14 minuti prima di fare iniziare il concerto, un'immagine attraversa e si fissa nella mia retina senza raggiungere i neuroni.

#coristaMax e #coristaOrganista stanno trafficando in sagrestia dietro ad una tenda, parlottano come cospiratori, ridono come iene sotto antistaminico e soprattutto si passano di mano una sospetta bottiglia di lambrusco semivuota.

I miei neuroni non si collegano e si rifiutano di preoccuparsi anche di questo particolare.

Alle 17.01, entrando in chiesa in fila indiana, passando davanti a me #coristaMax al posto di rispondere "crepi" mi soffia in faccia, sbronzandomi, e se ne esce con un retorico "si sente?".

I miei neuroni si collegano, ma rifiutano di preoccuparsi anche di questo particolare.

 E non è normale.

Che i miei neuroni si colleghino così tardi, ovviamente.

mercoledì 26 ottobre 2011

La vertigine della lista

In biblioteca.
Entra Maestro 911.
Donna, bianca, 40 anni, 187 decibel.

"buongiorno maestro 911"
"saaalve!!!! Come sta??" [ci siamo viste 4 minuti prima sempre lì, ndr]
"bene, grazie. La posso aiutare?"
"cercavo dei metodi."
"metodi"
"metodi."
"metodi presumo per pianoforte... Ha un'idea?"
"no."

Insegna. In. Conservatorio.

"ma... Magari un nome, tipo Czerny, cose così... Ce ne sono decine e..."
"decineee? Di meeeetodi?!???"
"beh sì, è una biblioteca di conservatorio... Facciamo così, le apro la ricerca dalla postazione pc per il pubblico così può cercare da sola con cal..."
"oddiomama, ma come da sola!"
"guardi maestro, è semplice: ecco vede la lista dei titoli? Quando ne trova uno interessante basta entrarci dentro, guardare tutte le informazioni, poi se il libro le interessa davvero cliccare dentro "collocazione" e vedere in che sala si trova"
"uhm."
"...vede? E' semplici..."
"uhm. No, non credo di farcela."
"ma sì, vede, si fa cos..."
"lei mi stia vicina, però."

Sospiro, poi la lascio scasinare nel suo brodo, anche perchè dovevo finire delle cose; dopo 6 minuti è ancora lì che fissa inebetita la lista iniziale, con le mani in mano.

"ah e seeenta, qui come faccio ad andare nell'altra pagina?" [urla, io sono a 80 cm]
"clicchi con il mouse sulla freccia rivolta verso de..."
"eh?"
"mouse. freccia. click. Devo venire lì?"
"beh sì, ma come si fa?"

E lì capisco.

Non sa prendere in mano il mouse.

Non l'ha mai preso in mano, ok? Il mouse dico. Altre cose mi risulta che sia capacissima di... Vabbè. Comunque questa insegna in conservatorio, di ruolo, fa circa 12 ore alla settimana, guadagna più di me.

martedì 25 ottobre 2011

Il Collezionista

In biblioteca.
Entra Giovane Utonto Incerto.

"ciao!"
"ehm, ciao"
"possiamo aiutarti?"
"sì... Mi avete telefonato per dirmi che avete ritrovato qui la mia tessera che avevo perso, e volevo riprenderla"
"ma certo. Ti chiami?"
"Giovane Utonto Incerto"
"bene. Eccola. Mi raccomando non perde..."
"ah. Guarda, il fatto è che [apre il portafoglio e srotola il soffietto delle carte di credito] qui ne ho un'altra."
[ci mostra una tessera identica]
"..."
"e un'altra"
"..."
"e poi avevo anche questa"
"..."
"e questa"
"..."
"e q..."
"ma scusa, se sei pieno di tessere allora cerca di non perderle, altrimenti siamo sempre qui a stampa..."
"ah, ma io credevo scadesse!"
"ma no, no" [che cazzo c'entra?]
"ah ok."
"...ok. Mi raccomando..."
"sì. ciao."

Silenzio
Aspettiamo che esca
Nascosti dietro la stampante termica piegati sul banco dal ridere

sabato 22 ottobre 2011

Fenomenologia dello spettatore da concerto #2. Il fanatico religioso

Dovete sapere che l'altra sera nella mia città c'è stato il bellissimo concerto di #immensoClavicembalista, all'organo del duomo.

#immensoClavicembalista è uno dei grandi della musica antica, e nella chiesa c'era ovviamente il pubblico delle grandi occasioni.

La cosa importante è che alla fine, siccome aiutavo l'organizzatore a dare i programmi e stavo al banchetto vicino all'ingresso, mi sono trovata attorniata da una variegata fauna di spettatori sconosciuti e non che improvvisamente non poteva vivere senza la mia opinione (forse è stato il mio vestito rosso).


#1. Assolutismo (non illuminato)

"ehi ciao Trantor!"
"buonasera, #altoMagistratodellacittàdiX"
"ciao. Ti è piaciuto il concerto?"
"moltissimo!"
"anche a me. Lo sai che giorno è oggi?"
"sì, il se..."
"oggi è la Madonna del Rosario"
"..."
"sono così contento, ma così contento che l'organizzatore abbia citato questa cosa nel presentare"
"davvero? Come mai?" [scema io a chiederlo]
"si festeggia la vittoria di Lepanto"
"ah. 1571, giusto?"
"brava. Sai, la cosa più importante è che quel giorno la Madonna è intervenuta"
"..."
"se non fosse intervenuta non oso immaginare cosa sarebbe successo. Abbiamo vinto grazie alla Vergine, che è intervenuta e ha aiutato la Santa Cristianità"
"..."
"rendiamo grazie a Dio, sempre, per questo intervento della Madonna"
"..."
"dobbiamo esserle grati, ogni giorno, cara Trantor"
"... beh, diciamo che se la battaglia fosse andata diversamente il mondo oggi sarebbe dive..."
"no, non la battaglia. La Madonna. E' lei che è intervenuta. E' grazie a lei che siamo qui"
"... sì. In tutti i casi mi chiamano di là."


#2. Il frate ottuagenario

"buonasera padre Giliolo"
"signorina, ti è piaciuto il concerto?"

Il fatto che non mi consideri signora e non mi dia del lei come ormai fa il 70% degli sconosciuti teenager che incontro lascia un feedback positivo, ma confesso che detto da un frate supponente e con ogni probabilità misogino mi sta sui maroni.

"moltissimo, padre. #immensoClavicembalista è uno dei grandissi..."
"è stata come una liturgia. Una vera liturgia."
"sono d'accordo"
"una liturgia, ha capito?"
"sì, le ho detto che sono d'accordo. Il livello di concentrazione del pubblico lo confe.."
"non ho parlato di concentrazione del pubblico. Signorina, dico che è stata una liturgia. Liturgia! Insomma, mi ha capito?"
"[insopportabile frate che non ha mai lavorato, lo so non dico meglio di te ma quasi, cosa sia una liturgia in senso musicale] è quel che ho detto"
"bene"
"..."
"e senti, tu suoni qualche cosa?"
"io sì. Pianoforte. Studiato canto. Dirigo cori. Laureata in musicologia con una tesi sulla musica sacra rinascimentale padana."
"ah. beh. Dov'è che vai a messa?"
"...mi chiamano di là"
"che la Beata Vergine sia con te [fa il segno della croce e si aspetta che io risponda a tono]"
"..."
"in nomine Patris, Filii et Spiritus Sa..."
"bene, vado. Stia bene, padre."

mercoledì 19 ottobre 2011

Un sottile velo di ironia #2 (lo so che sono ansiosa)

Trantor: "bene ragazzi, grazie a tutti, basta così, la prova è finita. Ci vediamo domenica al concerto delle 17. Abito nero. Lo so che vi chiedo tanto, e che molti di voi hanno problemi a casa, ma bisogna che ci troviamo là prima, per prova..."
"vai tra"
"ma certo"
"è giusto"
"come al solito, no?"
"io arrivo in giornata col treno. Ma alle 13 potrei già essere lì"
"Trantor, io non ci sarò per le 10. Ma per le 10.15 senz'altro"
"sei fuori? le 10.15 è tardi!"
"facciamo le 9 e non se ne parli più"
"e se uscissimo tutti insieme la sera prima, in modo da essere poi già tutti lì?"
"grande idea!"
"allora è deciso"
"yeah"
"yeah"
"yeah"

Poi li ho lasciati andare buttati fuori dalla chiesa.

domenica 16 ottobre 2011

Fenomenologia dell'utonto di biblioteca specialistica #1

#1. Pierferdinando Catrame

Grado di pericolosità: 7
Grado di rottura di m***ni: 9.75

Pierferdinando Catrame è uno degli utonti della biblioteca più precisi, puntuali, corretti e onesti che abbiate mai intercettato.

Ma ha un difetto.
Parla.

Pierferdinando Catrame si manifesta nella casistica più tipica prima raggiungendo il vostro bancone con una sospetta fretta da (finto) studioso che sta per perdere il treno.
Lo riconoscete dalla caratteristica camminata da canguro zoppo.
Dopodichè seguono invariabilmente circa 9 minuti di conversazione insopportabile monologo suo su temi vari ed eventuali, dei quali di norma non ve ne frega un cazzo.

Tipo quando si ruppe il polso l'altr'anno (si scrive così? Veramente?) a Vienna in gita con il conservatorio di X che peraltro ora è commissariato e infestato da orientali nonostante la Cina pare sia il futuro e non potevo più suonare [e chissà che altro] e ti va di prendere un caffè ah no allora niente dai la prossima volta sì pensa che mia nonna si chiama Anselma che storia e bla.

Tenete presente che i 9 minuti fissi di conversazione rottura di maroni a senso unico avvengono mentre Pierferdinando Catrame vi guarda negli occhi a venti cm da voi e soprattutto mentre vi porge astutamente 4 spartiti 6 partiture 3 atti di convegni 1 dvd 6 cetrioli 2 cd per tenervi avvinti a sé mentre siete costretti a fargli il prestito di tutta quella roba.

Il tutto si replica nell'esatta sequenza al momento della restituzione, anche se al termine del primo mese di lavoro siete ormai vecchie volpi e al solo sentore di canguro zoppo vi alzate per respingerlo senza pietà verso il vestibolo, prima che cominci a parlare del conflitto franco-tedesco e soprattutto tenti di sedurvi, finendo per chiuderlo in un armadietto.


L'unica variante può consistere nel ribaltamento del monologo in terzo grado, ossia l'insopportabile sequela di domande ma Trantor tu hai fatto il conservatorio? no? ma no sul serio? quindi non sei diplomata? no? ma veramente? ma allora come fai a suonare? e addirittura insegnavi? e dove? e perchè? e posso insegnare lì anch'io? e vieni a bere un caffè di là? e bla.

Ma dopotutto l'unica persona a cui dovete dare la colpa di tutto ciò siete voi, nient'altro che voi, dato che il secondo giorno di lavoro pensaste bene, ail fine di ingraziarvi l'utenza, di informare Pierferdinando Catrame che avete un amico in comune - il buon Giulio, amico musicista dei tempi d'oro con cui eravate soliti suonare le sonatine a quattro mani di Mozart, e che disgraziatamente è anch'egli affetto da Pierferdinando Catrame.

Da allora, tutto fu perduto.

venerdì 14 ottobre 2011

Analfabetismo di ritorno (dall'Inghilterra)

#1

Trantor: "ok ragazzi, dai, cominciamo la prova"
corista1: "un attimo"
corista2: "ma che fa?"
corista1: "sto leggendo questa [aggettivo blasfemo] rivista, l'ho trovata qui in chiesa"
Trantor: "beh mentre #corista1 si intrattiene leggendo Time One noi cominciamo"
corista2: "ehm. Guarda che non è Time One. Se mai è timone"

[risate di scherno da parte dei coristi]


#2

Stiamo facendo una prova in chiesa, in una antica cantoria per provare l'acustica.
Nel muro c'è uno stipo chiuso da un'anta.

corista1: "ehi guardate quello stipo. Sull'anta c'è scritto qualcosa..."
corista2: "sembra... online"
corista3: "online? Già nel '600?"
corista4: "ma pensa!"
corista5: "sorprendente"
corista1: "online, ma certo"
corista6: "...voi siete fuori, c'è scritto oline, manica di orbi"
corista3: "oline?"
corista4: "ma pensa!"
corista5: "sorprendente"
corista1: "oline, ma certo"
#coristaAvvocato: "...santissimo cielo, quello è ol inf, oleum infirmorum, manica di ignoranti orbi!"
corista3: "ol inf?"
corista4: "ma pensa!"

corista5: "sorprendente"
corista1: "ol inf, ma certo"

[ad libitum]

martedì 11 ottobre 2011

Conversazioni a fine prova

ore 23.26

"ok ragazzi, basta, vi lascio andare. Grazie a tutti, ci vediamo alla prossima prova!"
"ciao Trantor, 'notte"
"ciao cara"
"ciao!"
"notte notte"
"ciao, a domenica"
"ciao, vai a riposare [che ne hai bisogno]"
"ciao Meister, notte!"
"ciao ciao ciao"
"Gute Nacht"
"mercoledì prossimo non ci sono"
"Trantor, vieni fuori a bere una birra con me Gio e coristaVigileA.?"

Sono le 23.28, ho due occhiaie da Transilvania, domani mi alzo alle 7 per andare nell'Augusta città di X, non conduco una vita sana già di mio, domani devo guidare per 60 km x2, avrei bisogno di dormire almeno 7 ore a notte altrimenti domani sarò uno stra...

"porto il leggio in macchina e arrivo."
"yeah"


ore 23.34

"ops, scusa #coristaMax, ti ho urtato con la sporta delle musiche"
"sì dai, ancora che mi piace! ;-) "
"vacca, ma sei senza ritegno! ;-)"
"eh, è tutta la prova che parli di chi sta sopra e di chi sta sotto...!"

Non ha tutti i torti.
Ora capisco perchè ogni tanto durante le prove, quando spiego le voci in partitura, i tenori si accartocciano ridendo dietro l'altare.

Comunque io lo dicevo in senso compositivo.