mercoledì 30 novembre 2011

Esco un attimo a comprare le sigarette

In biblioteca.
Entra Giovane Utonto dalla Logica Stringente.

GULS: "ciao."
io: "ciao, buongiorno! Possiamo aiutarti?"
"volevo questo libro a noleggio."
"...in prestito. Vediamo subi... Uhm no, hai un altro libro scaduto, per cui posso farti solo il prestito giornaliero"
"quello per oggi?"
"sì"
"per fare giusto le fotocopie e riportarlo?"
"sì"
"dici quello tipo che riporto il libro entro le 19?
"sì!"
"okloprendo."

Prende il libro e si fionda verso l'usci...

"eh no scusa, devi lasciarmi il libro un attimo per passare il codice! Se no come faccio a registrare il prestito?"
"ah ma io sì cioè no! pensavo che non servisse."
"e come potrei sapere che il libro è uscito dalla biblioteca e soprattutto che ce l'hai tu, se non registro il prestito?"
"ma sto fuori solo 10 minuti!"
"ma che c'entra, scusa?"
"vado solo di là"
"di là do..."
"il tempo di fare una fotoco..."
"non è questo il punto"
"giusto 5 minu..."
"IL PUNTO E' CHE TU ESCI COL LIBRO, ti sembra che noi possiamo controllare da qui tutte le tue mosse come con un satellite della Nasa [e soprattutto fidarci, ndr]?"
"aahh... Non lo sapevo"

Non è questione di sapere, tesoro.

E' questione che tu hai 17 anni, il foglio rosa, neuroni più freschi di me, volevo scrivere più neuroni di me ma mi è venuto qualche dubbio, il tutto pur senza sovrastimare i miei neuroni, questo vorrei che fosse chiaro, dicevo hai 17 anni, il foglio rosa, meno neuroni ma più freschi di me e tra un anno voti, tesoro.

lunedì 28 novembre 2011

The sunshine band

Nel giorno in cui io e il mio coro di sparaventose avevamo in programma per tutto il pomeriggio una mega prova generale di #concertomaledettamentecomplicato con L&M (i due miei amici musicologi specializzati in musica antica che avete già conosciuto), nel giorno per il quale stresso i coristi da mesi arrivando a fare terrorismo psicologico onde assicurarmi la loro presenza alla prova, nel giorno in cui L&M devono arrivare nella nostra città emiliana senza fiume in treno da Cremona (e già qui potete iniziare a ridere) con il liuto sulle spalle, ebbene in questo giorno del c**** trenitalia e trenord hanno fatto sciopero.

Ora io sono di sinistra cazzo, per cui faccio sempre un po' fatica a condannare gli scioperi, ma questa volta proprio sai anche no, cazzo!

In breve.

ore 11.56
E' domenica mattina, sto dormendo beatamente da 9 ore e non avrei nessuna intenzione di alzarmi prima delle 12.30, visto che devo andare a prendere L&M in stazione alle 14.45.

Ma in uno spasimo di scrupolo, con in testa l'immagine orrenda di Murphy che si frega le mani, urla Cthulhu fhtagn e mi morde sul collo, decido lo stesso di accendere il cellulare.

L'arrivo di 8 angosciati sms e 17 chiamate perse di L&M (impietriti davanti al tabellone di trenitalia con gli occhi lucidi [di rabbia]) mi avrebbe dovuto forse far capire subito che quel giorno non sarebbe andato affatto secondo i piani.

ore 11.58
Spendo circa 14 euro fra sms e telefonate per chiedere a tutti i coristi se si può spostare giorno.
Dato che metà coro ha giustamente il telefono spento e l'altra metà si trova ancora dentro Cartoonia diviene evidente che no, non si può spostare giorno.


ore 12.02
Bestemmio. 


ore 12.05
L&M sono bloccati a Cremona e non avendo l'auto non sanno come raggiungere la mia città senza fiume.

(Non che in condizioni normali il collegamento ferroviario possa rendere lecito l'uso del verbo raggiungere, eh.)

Non so come riescono a rimediare un passaggio fino a Fidenza su di una specie di diligenza piena di badanti, ma da lì in poi non sanno come muoversi. 


ore 13.24
Corro dunque a Fidenza per andare a prendere L&M (e bestemmio).

In un'autostrada semivuota grazie ad una giornata bellissima in cui le persone normali di solito non fanno il lavoro di trenitalia scorrazzando qua e là per la regione (ma obiettivamente non si chiudono nemmeno in una chiesa gelida per provare per ore antiche laude), batto il mio recordo personale [miacittà]-Fidenza, una cosa come 18 minuti.

Ah ma rispettando i limiti, come Valeren.
Vabbè, limiti filosofici.
Vabbè, non saprete mai da dove sono partita, ok?

ore 16
Iniziamo la prova.
Già il fatto di essere tutti lì vivi e in orario costituisce motivo sufficiente per festeggiare con lattine di birra.


La prova va via liscia, anche se constato drammaticamente quanto segue: qualsiasi corista trova intollerabile smettere anche solo per un attimo di parlare di gnocca con #coristaMax, i tenori hanno insegnato ai bassi a mascherare gli interminabili minuti di confabulazioni e chiacchiere da domande serie (poi rivoltemi più o meno con la stessa faccia di bronzo di capezzone), molti soprani si dimostrano distratti dall'avvenenza di L&M, qualcun altro ha insegnato ai tenori a non ascoltare una mazza di quello che sto dicendo per poi ripetere ad alta voce le mie ultime tre parole, come a scuola, credendo di infinocchiarmi.

ore 19
Il momento in cui proviamo alcuni movimenti scenografici con in mano candele e lumini suscita inspiegabile ilarità, e soprattutto una serie di dubbi ed estenuanti disamine sulla migliore posizione dei lumini ai lati dell'altare che farebbero diventare verde Kafka.

Credo inoltre che all'asilo avrei trovato un ambiente più professionale.

ore 19.35
Io sono devastata, #coristaMax ha seccato tutte le lattine di birra che avevo portato, L di L&M è diventato dipendente da chinotto e #coristaSirCornista ha sbafato tutti i grissini.

Peccato che andare alla fine della giornata manchino ancora 170 km, dato che devo riportare L&M a Cremona, e magari tornare a casa.

ore 20.36
Arriviamo a Fidenza, per scrupolo controlliamo se trenitalia ha rimesso in circolazione qualche treno.
AHAHAHAHAH.

L'ultima diligenza trainata da mufloni per Cremona ci passa davanti agli occhi e non si ferma.

A questo punto l'unico modo per dare un senso alla giornata è andare a mangiare torta fritta e salume in qualche bettola del ducato farnese.

Sparlando come matti di vecchi compagni di corso, ovviamente.

ore 00.35
Dopo aver portato a Cremona L&M arrivo finalmente a casa.

Grazie ad una nebbia del cazzo - ininterrotta da Cremona a casa - batto il mio record personale di velocità minima in autostrada.

Ma in auto avevo i KC & TSB, per cui non è stato affatto male.

(Li avevo proprio liberi nell'abitacolo.)

Serendipity

Ci sono solo due cose per le quali divento romantica.
Una sono i libri, l'altra le città.

Catalogare libri antichi nell'Augusta Città di X non aiuta.

Si è già parlato di filigrane, quei disegni, motti, sigle, stemmi che si intravedono guardando in trasparenza la carta antica e servivano alle cartiere per contraddistinguere la propria carta in concorrenza con le altre, e che spesso sono l'unico indizio per datare il manoscritto che si ha fra le mani.
E non voglio parlare di miniature o incunaboli o caratteri mobili, altrimenti finisce che pianto il lavoro per correre a casa a rileggermi questo.

Beh, comunque l'altro giorno non riuscivo a smettere di sorridere davanti ad un esemplare di libro stampato integralmente su carta turchina di Parma, cioè su carta più spessa, di un color turchese intenso, il che è abbastanza raro perchè di questo tipo, su tutta la tiratura, gli editori ne stampavano sempre solo due esemplari.
Su tutti gli altri in carta bianca facevano poi inserire la frase "se ne sono stampate due sole copie in carta turchina di Parma", per invogliare il lettore a cercare, e magari comprare, uno dei due esemplari più preziosi.

Non sono i codici bizantini tinti di porpora e miniati in oro e argento confezionati per l'imperatore, ma vi assicuro che avere davanti un esemplare turchino fa impressione lo stesso.

Per lo meno, fa impressione a me.
Traetene le debite conclusioni.

sabato 26 novembre 2011

Destiny's rabbit

Nella biblioteca dell'Augusta Città di X.
Io e #collegaF stiamo catalogando i libri antichi in mezzo ai #colleghiLocali, che invece si occupano degli utonti locali e di tutte le altre normali pratiche della biblioteca.

#collegaF: "toh, guarda che filigrana!"
io, con gli occhi a forma di cuore: "...ma è deliziosa"
"è un coniglio"
"uhm, sembra più una lepre, guarda le orec..."
#collegaLocale: "una filigrana? Con un coniglio?! fatemivederefatemivederefatemivedere!"
"ecco :-) Secondo te è una lepre o un coniglio?"
"ma che tesooooro! Un leprotto, senza dubbio."
#altroCollegaLocale: "basta adesso la voglio vedere anch'io"
"è una lepre, dai"
"coniglio"
"lepre"
"coniglio"
"lepre!"
"coni..."
"ho fame"

Dopo 10 minuti passati a mostrare la filigrana al nugolo di #colleghiLocali eccitati come scolaretti ed a spiegare loro il perchè e il percome e la rava e la fava delle filigrane antiche fra gridolini di sorpresa, spintoni ed estenuanti disamine relative alla specie leporide, decidiamo - un po' provate - di andare a pranzo.

"Trantor, tu che prendi?"
"fammi vedere il menu. Ma toh!"
"che c'è?"
"guarda il piatto del giorno"
"coniglio in umido con polenta."
"...direi che non ci sono dubbi su cosa prendere oggi"
"no, affatto."
"yeah."

venerdì 25 novembre 2011

Internauti

Io, mio papà e mia mamma tutti e tre davanti al computer.

papà: "ehi, mi è arrivato un invito da #vecchioAmicod'Infanzia per unirmi a facebook!"
io: "ma dai. Peccato tu non sia su facebook."
mamma: "oddiopercarità!"
"si riesce comunque a vedere la sua mail, così gli scrivo?"
"boh, entro con le mie credenziali e vediamo se l'ha messa, ma non credo"
[digito le password]
"questa ormai è roba vecchia, ti devi aggiornare."
"?"
"..."
"è roba proletaria, feisbuck"
"...ma che stai dice..."
"ormai chi è avanti non usa più feisbuck, ma tuister"
"..."
"...twitter, vorrai dire."
"sì, tuìtter. Tu non ce l'hai?"
"no"
"AHAHAHAH sei indietro da Dio."

Dopodichè esce per andare al museo.
(Non è una battuta, è vero.)

Ancora non capisco chi le insegni certe parole.

martedì 22 novembre 2011

L'utonta che venne dal freddo. Ma a rompere i maglioni

In tutti i casi il culmine della follia di sabato scorso si è raggiunto nel primo pomeriggio, grazie a Insopportabile Utonta Russa con Pretese Accademiche.

Insopportabile Utonta Russa con Pretese Accademiche, per gli amici IURPA, allieva di canto, è già la terza volta che viene in biblioteca e chiede lo spartito di #sconosciuta opera di Vivaldi, e ogni volta noi cerchiamo, scopriamo che non c'è, cerchiamo in tutta la rete mondiale e sorpresa!, non esiste proprio, l'edizione moderna di questa beatissima #sconosciuta opera di Vivaldi.

La scena è sempre invariabilmente la seguente, solo che sabato ci mi ha deliziato di una squisita variazione finale.

[Vi prego, immaginate le frasi della IURPA con accento della profonda Russia. Inoltre segnalo, onde prevenire sentimentalismi pro-utenza, che questa qui parla e capisce perfettamente l'italiano ed è laureata in economia e finanza.]

IURPA: "ciao."
io: "ciao! Possiamo aiutarti?"
"cerco #opera sconosciuta do Vivaldi"
"[ma ancora?] ehm sì, mi ricordo. Abbiamo già cercato 3 volte. Non esiste proprio, lo spartito, ok?"
"okey. Ma tu cerca, cerca subito, in tutto mondo."
"abbiamo già cercato, l'unico modo per avere la musica sarebbe visionare il manoscritto originale"
"e duov'è?"
"Torino, ricordi? Te l'avevo già detto e ti avevo già stampato tutti i riferime..."
"chiama. Chiama Torino subito."
"avevo già chiamato, non rico..."
"tu chiama!"

Ma che c****...

"ascolta, ma hai capito, vero, che è il manoscritto originale? Non è un'edizione a stampa già trascritta, è il manoscritto di Vivaldi! Te lo devi trascrivere, e comunque non è che..."
"va bene, va bene, io guardo, poi prendo in prestito per studio, poi porto in aula per maestro di canto."
"sinceramente, non credo che te lo prestino da portare a casa, tanto per usare un eufemismo."
"no?"
"no."
[acidissima] "e tu come sai? Chi sei, tu? Tu non sai! Chiama subito, io ti chiedo!"
"fidati, [#maledettissima utonta che non sa neanche in che secolo siamo], te lo ripeto da un mese, non lo prestano l'autografo di Vivaldi, chiaro?"
"ah. Io allora chiede fotocopie. Chiama."
"al limite chiamiamole stampe da microfilm, ma comunque certo, sì, dopo chiamo di nuovo. Saranno felicissimi di risenti..."
"no, ora, chiama ora! Ora, oraaaa!"
"eh ho capito, è il mio lavoro e chiamo quando [***] mi pare, chiaro?!"

La butto fuori promettendole che avrei telefonato al più presto, mentre #collegaV scuote la testa ridacchiando e ha anche il coraggio di dirmi che secondo lui è carina perchè è bionda russa e ha la gonna - ma in realtà credetemi!, assomiglia più ad una specie estinta di roditore con la gastrite che ad una gnocca.

Comunque telefono a Torino, mi informo di tutto, dal document delivery ai requisiti per essere ammessi alla consultazione (non è che tirano giù i manoscritti di Vivaldi per qualunque giulivo utonto che passa lì per caso), dal servizio di fotoriproduzione alle procedure per richiedere le stampe da microfilm.

Poi disgraziatamente torna (diversamente dal vaiolo).

"allora. Tu ha chiesto?"
"sì, certo. Lo fanno consultare solo a chi è studioso dietro lettera di accredito di un docente universitario di musicologia, o comunque di un musicista autorevole, più documenti validi. Ino..."
[non mi ascolta e si mette a scarugare freneticamente in borsetta per estrarne con ghigno trionfante un cartoccio]
"io ho questo!"
"quello è il permesso di soggiorno. Senza offesa, ma come avrai capito non basta"
"allora questo"
"...il tuo tesserino universitario russo in cui dimostri di aver studiato finanza? [wtf...]"
"...allora questa!"
"la patente? Ma hai [fo**u*a***t*] capito quel che ti ho detto?"
"allora voglio che mandino fotocopie!"
"allora devi scrivere una mail a ***, ripeto, a ***, all'attenzione di ***, ripeto, di ***, chiedendo il preventivo per la stampa da microfilm del manoscri..."
"come, preventivo?!"
"santo Dio, pensavi fosse gratis?!"
"ma allora devo pagare! E quanto costa?"
"che ne so! Neanche in biblioteca là lo sanno, appaltano una ditta esterna e ci sarà scritto nel preventi..."
"ho capito, ma io ti-chie-do-qua-nto-co-sta!"
"...cazzo ma mi stai prendendo in giro?"
"e a chi devo mandare la mail? Scrivi tu, scrivi tu mail! Poi invii! Poi io ricevo! Scrivi, ora!"
"TI HO DETTO CHE DEVI SCRIVERE TU"
"io? Ma a chi? E quanto costa? E dove invio? E cosa scrivo? E quanto co..."

Siamo andate avanti così altri 17 minuti.

Ad un certo punto sono abbastanza sicura di aver visto #collegaV accartocciarsi nel bidone della differenziata dal ridere, in compenso finalmente la IURPA si leva dai m*roni dopo avermi praticamente estorto sotto dettatura come Mozart e Salieri (uguale) il testo della mail da inviare a quei poveri cristi dei colleghi di Torino, visto che praticamente questa qui da sola non sa nemmeno sbucciare un kiwi.

Al termine la mia cefalea è diventata una questione internazionale, mentre #collegaV sintetizza la pura, semplice e intollerabile verità.

Sono. Troppo. Gentile.

lunedì 21 novembre 2011

Un sabato di ordinaria follia

Nella biblioteca dei pazzi da conservatorio, ed è sabato pomeriggio.

Alle 16.52, quando mancano ancora due ore abbondanti di lavoro e io catalogo devastata dal mal di testa, #collegaV mi guarda e senza che gli chieda nulla si prende cura di me andando a prendermi un caffè, il terzo.

"ecco, bevi. Ho messo tre tacche di zucchero"
"grazie. Come facevi a sape..."
"tu bevilo e basta."
"ok."
"e non lasciarlo raffreddare per ore, come tuo solito."
"...ok."
"su, bevi."
"ok."

Alle 17.56 guardo #collegaV devastato dall'ipoglicemia e senza chiedergli niente mi prendo cura di lui andando a prendergli la sua merendina industriale preferita.

Alle 18.58, due minuti prima di chiudere la biblioteca e andare a casa, il colpo di grazia, ossia Maestro 911.

Maestro 911: "saaaalve!!! Come sta??"
io: "bene, maestro, grazie. Lei?"
"in aula c'è buio."
"prego?"
"in aula c'è buio! Boh."
"ma... Forse bisogna accendere la..."
"no no, è proprio buio. Bbbuio. Comunque, vorrei questo spartito in prestito."
"...ok. Ma purtroppo questo spartito può andare solo in prestito giornaliero, e non abbiamo altre copie prestabili. Solo che non c'è più tem..."
"mi serve ora. Allora lo prendo, faccio le fotocopie e poi lo riporto subitosubitosubito"
"maestro, glielo darei davvero volentieri ma sono le 18.58, i prestiti giornalieri vanno riportati entro le 19, noi siamo in chiusura e se lei deve uscire per fare le fotocopie purtroppo non c'è te..."
"ma non potete aspettarmi un minutino ino ino?"
"no guardi, #collegaV deve prendere il treno e io [#col c**** che dopo 9 ore di lavoro mi fermo qui per un tempo indefinito solo per aspettare i tuoi comodi]"
"è sicura? Proprio sicura sicura? Ma faccio solo le fotocopie!"
"ho capito perfettamente, ma purtroppo sono le 18.59 e non c'è più tempo. Ripassi lune..."
"e se lo riportassi domani [che, ricordiamo, sarebbe domenica]?"
"no, è un giornaliero e deve tornare entro oggi alle 19. E' la regola [e lei lo sa benissimo, dato che ultimamente sta più qui a far teatrino che in aula a lavorare]"
"ma è un libro piccolo!"
"..."
"..."
"... no, evidentemente non sono stata chiara. Sono le 19, è sabato e stiamo chiudendo: non possiamo aspettarla qua, dobbiamo chiudere"
"aaaah ma che peccato!"
"sì, ma può ripassare lunedì"
"ma è vero!"
"eh già."
"peccaaato per il libro, ma allora vengo lunedì! Che bello! Ottimo, ottimo. E sarà di turno lei, spero, che è sempre così gentile, così ci salutiamo e ci rivediamo e parliamo e..."

Sì, lunedì sarò di turno io.

Che fortuna.

sabato 19 novembre 2011

Duomo di O.

L'altro giorno io e la sezione maschile degli sparaventose abbiamo tenuto un concerto di gregoriano nell'immenso, meraviglioso e medievale duomo di O.

Non c'è molto da segnalare, a parte le solite cose che puntualmente ci contraddistinguono.

ore 16.25
Arrivati in duomo, il locale maestro di cappella ci porta nella sala messa a nostra disposizione per cambiarci e ripassare le parti.
Alle pareti campeggiano immense riproduzioni della Madonna incorniciata da mistici raggi blu e rossi, tipo questa.

Alla quinta battuta dei coristi sull'inquietante somiglianza fra la detta santa riproduzione e questo il locale maestro di cappella giudica più prudente ritirarsi in una stanza attigua.

ore 16.43
Ci cambiamo per indossare il vestito da concerto.

"ma che boxer hai?"
"pentagrammati!"
"ma cosa..."
"belli!"
"ma li metti per l'occasione?"
"ma certamente! Li indosso solo quando faccio dei concerti."
"..."
"..."
"tu non sei normale."

Alla comparsa dei boxer pentagrammati di #coristaOrganista il locale maestro di cappella obiettivamente poi non l'abbiamo più visto.

venerdì 18 novembre 2011

Ho capito, ma adesso anche basta, eh!

In auto con DCNG.
Guido io.

"bella questa canzone, cos'è?"
"Deep Purple [inchino], Hush"
[con tono fra l'acido e lo scocciato] "sì, bella. Non è Beethoven, però per me è carina"

"questa cos'è?"
"Can't explain, Who" [inchino #2]
"carina. Non è Beethoven, però è carina, ecco."
"infatti è una delle mie canzoni preferite"
"ah!"

"...sai, a me piace De Gregori"
"musicalmente non è il mio genere, ma lo apprezzo per altri versi"
"sì, lo so che non è Beethoven. Però mi piace"
"buon per te!"
"sì."

"l'altr'anno sono stata al concerto di Jovanotti"
"ah, dai. Non ascolto molta musica italiana, ma immagino sia stato be..."
"beh certo, non è Beethoven. Però a me, comunque, è piaciuto"
"ma certo, che c'è di strano?"
"no, niente."
"ah, ecco."

"cos'è questa?"
"boh, forse è di cesare cremonini"
"ah, carina"
"a me invece fa ***"
"beh, non è Mozart, lo so che non è Mozart, lo so."
"...e questo che c'en..."
"lo so che non è Mozart, ma se a me piace non c'è niente di ma..."
"ma certo, chi [*****] ti ha detto qualcosa?"
"non è Bee..."
"sì LO SO che non è Beethoven, ma chissenefrega, no?!"
"sì, no, certo, certo. Sì, sì. E' vero."

La dovete maledettamente piantare di vedermi come una monaca emiliana chiusa nel chiostro a cantare gregoriano ignara della rivoluzione del beat solo perchè mi sono laureata sulla polifonia del tardo '500, cazzo!, e non credo esistano persone che stanno male più di me se per una settimana non ascoltano almeno una volta Diana Ross, o che possono rimanere in loop davanti a Gavin Harrison per un numero così imbarazzante di minuti ore, e che a volte in macchina ascoltano pure gli Alcazar!

[Il fatto che la persona in questione coincidesse disgraziatamente con una Donna Che Non Guida e punta i piedi sul tappetino soffiando ogni volta che minaccio di sfiorare il freno, beh, non ha aiutato per nulla.]

giovedì 17 novembre 2011

For once in my life

In biblioteca.
Entra Giovane Utonto Strafottente.
Uomo, bianco, 16 anni, studente di conservatorio, simpatico come un pullman di turisti tedeschi che ti crolla in testa mentre cataloghi.

Io: "ciao!"
GUS: "ciao. Dammi questo libro in prestito."
"certo. Mi dai la tua tessera?"
"... no"
"... beh, allora niente pre..."
"è che ce l'ho, ma non ce l'ho qui, adesso"
"...però sai che va portata ogni volta"
"sì, no, è che c'è stata una volta in cui l'avevo portata. Il mese scorso, tipo. Pensavo bastasse."
#collegaF: "ah, tipo una volta nella vita!"
"tipo vedi Napoli e poi muori!"
"questo è puro genio!"
"ahahahahah bellissimo. Bellissimo, sei un idolo. No guarda, non basta una volta, le biblioteche non funzionano così, sai?"
"no?"
"no."

Considerato che il GUS ha passato gli ultimi 2 anni a tiranneggiare gli allievi più piccoli come un mafioso capo banda del c**** ed a tentare periodicamente di giocare a poker online dalla postazione internet, non ci siamo posti molti interrogativi morali prima di prenderlo per il c***.

martedì 15 novembre 2011

Rischiatutto

Biblioteca dell'Augusta città di X, dove catalogo indisturbata nell'ufficio interrato senza finestre che condivido con i colleghi locali.

#collegaBiondiccio entra di corsa ridendo come una iena isterica.

CB: "mo veh sai cos'è successo?!"
io: "no, dimmi"
"incredibile! Incredibile!"
"ma cosa..."
"un pullman! Un pullman di turisti tedeschi!"

Credo si stia praticamente strozzando dal ridere.

"...eh. Un pullman di turisti tedeschi, and so wha..."
"ha parcheggiato qui sopra!"
"qui sopra?"
"qui sopra!"
"proprio qui sopra?"
"proprio qui sopra!"
"..."
"noi siamo interrati, ma la cosa bella è che quest'ufficio risulta sotto il piazzale, e il piazzale non ha la portata per sostenere un pullman di turisti tedeschi!"
"...tu stai maledettamente scherza..."
"no no no no no no no! Vacca boia pensa se crolla tutto!"

Esce di corsa dall'ufficio sempre ridendo e tossendo come una iena esaltata malata di tisi, il tutto con il suo grasso, sugoso e adorabile accento modenese.

Resto catatonica con la biro a mezz'aria a riflettere sulla cosa per circa 18 secondi, fino a che non sento il rombo del pullman sopra di noi che si sposta.

E' che non riesco proprio a prenderli sul serio, quando mi dicono le cose con quel grasso, sugoso e adorabile accento modenese.

lunedì 14 novembre 2011

Bionda, mela, sella per il drago della gilda

Fare viaggi in treno abbassa la soglia di intolleranza alle altre persone, però è sempre divertente.
Nel senso etimologico del termine, dico.

Sono lontani i tempi in cui, sul treno per Cremona, incontravo tizi che leggevano 'Paperi galattici' (massima stima), scimmie urlatrici con la R di Fidenza (nessuna stima) e collaboratori storici di Topolino - buffo che io e lui ci siamo trovati seduti per caso di fronte, non ricordo come attaccammo discorso, ma alla fine scoprii che aveva scritto almeno metà delle storie che avevo letto, o se volete che mi ricordavo benissimo almeno metà delle storie che aveva scri... 
Ma questa è un'altra storia.

L'altro giorno, invece, mi sono imbattuta in questi tizi.

Andata, incontro 1
Una giovane e vistosa bionda che parla da ore al telefono esattamente come Nucleo e Capsula dopo pochi secondi ha veramente rotto i maroni.

Ma un po' di giustizia divina esiste, perché alla seconda telefonata ormonale in cui si vanta del 30 preso in economia (ricordiamo, con l'accento di nucleo e capsula e soprattutto sentendosi irrimediabilmente figa) il tizio di fianco a me la gela con "eh scusa ma PUOI PARLARE PIU' PIANO, per favore?". 

Yeah.


Ritorno, incontro 2
Spero che quel *** di *** di *** finisca alla svelta quella *** di mela prima che il suo biascicamento compiaciuto mi faccia commettere un reato penale.


Ritorno, incontro 3
Cambio posto, e mi siedo in mezzo a due tizi. 

Uno è costellato di almeno 25 spille circolari fra cui quella di Avatar appuntate su di un panciotto di feltro grigio topo morto, l'altro essere è una tizia apparentemente normale. 

(Preciso che è venerdì sera, sono di ritorno da un esame di lavoro, ho un arretrato di ore di sonno pari a un terzo dello spread di mercoledì per cui era fisicamente e psichicamente impossibile fare qualcosa che non includesse *vegetare passivamente sulla poltrona ascoltando le conversazioni altrui*.)

[...] 
"ma credi che lui abbia abbastanza capacità?"
"non so, non mi è sembrato"
"boh, l'ho sentito dire che si doveva comprare una sella"
"una sella! Ma per la cerca?"
"non so, forse per il drago"
"io ancora non capisco perchè non si vesta adeguatamente! Lui e il suo cappuccio...!"
"ma è ricercato?"
"non so."
"sabato bisogna che ragioni sulla gilda"
"già." [sospiro]
"già." [sospiro]
[...]

Capii un po' dopo che si trattava con ogni probabilità di nerds. 
Lui obiettivamente collimava col cliché, lei no.

giovedì 10 novembre 2011

Miscredenti

Non ricordo quale fu il corista cui venne l'idea.

Davanti all'ennesima torta portata alle prove col debole pretesto di festeggiare ancora il mio compleanno si parlava di esondazioni, fiumi, catastrofi economiche, e a qualcuno venne in mente la profezia dei maya.

21 dicembre 2012, pare.

Qualcuno rise, qualcuno neanche ascoltava, qualcun altro semplicemente pensò a versarsi altro vino, ma uno ebbe l'idea.

"ragazzi, so cosa dobbiamo fare il 21 dicembre 2012, tutti quanti"
"terme?"
"mega cena?"
"pregare?"
"stare a casa?"
"orgia?"

"no. concerto"
"!"
"organizziamo un concerto da fine del mondo per la fine del mondo, mal che vada moriamo cantando. ...E se alle 23.20 non è ancora successo niente, vuol dire che ci sta anche il rinfresco"
"genio"
"ho sempre desiderato prendere per il c*** i maya!"
"guarda l'agenda, guarda l'agenda, guarda l'agenda! Che giorno è?"
"venerdì"
"ottimo, è nel weekend"
"fra i brani potremmo leggere passi dall'Apocalisse!"
"e magari cantiamo con le lucine da libro, al buio!"
"e potremmo rubare qualche effetto speciale al teatro!"
"e potremmo blablabla..."
"e poi blablabla..."
"e blablabla..."

Fu così che sull'agenda nuova ho segnato 21 dicembre 2012, concerto.

Lo intitolerò così.

martedì 8 novembre 2011

Diario (in parte) di Murphy

25 ottobre

Nel giorno di Crispino e Crispiano, il giorno della battaglia di Agincourt in Piccardia, il giorno del crollo del '29 e di Windows XP (l'unico che valga la pena essere usato, da quando quegli idioti hanno tolto imboscato il mostra desktop dal 7 - sono terribilmente in sbattimento, per questa cosa del mostra desktop, comunque vado avanti) ebbene proprio in quel giorno: tentato di festeggiare il mio compleanno, ergo portate torte alla prova del coro.

Come sempre la cosa suscita fermento e interesse.

Alle ore 23 ci chiudiamo in sagrestia con Enrico V per consumare n° 1 budino al cioccolato di mia madre rimasto ore in una teglia di alluminio torio e bario (...), n° 1 torta cioccolatina e n° 1 torta di mele di #coristaSirCornista, n° 2 bottiglie di chinotto, n° [n tendente a infinito] di bottiglie di vino di #coristaViolinista, n° 3 sacchetti di patatine di #collegaV. e n° 1 torta cheesecake ricoperta di tanti allergenici frutti rossi (...) di #coristaOttimista.

Alle ore 00.32 si verifica l'unico evento della mia vita in cui la mia strisciante ipocondria sarebbe potuta servire a qualcosa cazzo, e invece vado a letto.

Alle ore 8.00 vengo portata di corsa in ospedale in preda ad una reazione allergica alimentare presumibilmente da abuso di nichel.

Niente di grave, a parte che il dottore nel farmi le varie flebo ha fatto un sorriso strano mentre farfugliavo "sono impressionabi...".

E a parte il fatto che lui e l'infermiera sfottevano di nascosto gli altri degenti, ma vabbè, io avrei fatto lo stesso.


1 novembre

Visto l'infelice epilogo verificatosi all'alba del giorno che segue quello di Crispino e Crispiano, tentato di festeggiare il mio compleanno.

Ergo portate torte alla prova del coro.

Come sempre la cosa suscita fermento e interesse.

Alle ore 22.34 #coristaVigileF. scatta foto mentre cantiamo.
Io vengo malissimo, lui in cambio le pubblica immediatamente su facebook.

Alle ore 23.00 ci chiudiamo in sagrestia alla temperatura di circa 4 gradi sopra lo zero per consumare n° 2 teglie di tiramisu di mia madre, n° 1 budino di allergenico cioccolato (senza teglia di plutonio, questa volta) sempre di mia madre, n° [numero di Avogadro] di bottiglie di vino, mentre la bottiglia di coca cola viene abilmente ignorata.

Grande sospresa alla comparsa dell'uovo di plastica bucato da cui si sprigiona cacao in polvere per guarnire il tiramisu (che io al momento non posso mangiare, cazzo).

Mi hanno anche cantato "tanti auguri a te", in quel mentre non ho capito bene come faccia a definirli addirittura "coro", ma ero felice.

Tornando alle auto con #collegaV, che è anche mio corista, io porto le teglie, lui si rolla una sigaretta.

"fumi? vizioso."
"bisogna pure averne qualcuno di vizi, Trantor"
"sì. Il mio è il nichel."

lunedì 7 novembre 2011

Spero di sbagliare

Tutti a dire "ma quando cazzo se ne andrà?" "se ne andrà, vedrai" "ora si dimette" "dai dai dai, che ora se ne va" "sarà sempre troppo tardi" "ancora 5 minuti e vedrai che lascia, 5, 4, 3, 2, 1..." "oh cazzo accendi rainews24 che secondo me se n'è andato" eccetera, eccetera, eccetera.

Io che dico "guardate che quelli così se ne vanno solo quando muoiono" [di solito aggiungo c****]

e tutti scandalizzati a dire "OOOH MA CHE DICI, nooo, figurati" "morto nooo, dai, io se fossi in te avrei rispetto di tutti, anche di lui" "che dici, se mai emigrerà alle Bahamas", "vergognati, questo paese non fa così schifo" eccetera eccetera eccetera.

Ma guardate che è evidente che ho ragione io, eh.

domenica 6 novembre 2011

Allora non sono l'unica!

L'altro giorno #collegaV, glorioso compagno di studi all'università che ora mi trovo come collega di scrivania nella biblioteca dei pazzi di conservatorio, mi ha passato il link di qualcosa di geniale.

Questo sito, squisitamente di nicchia e gestito da questo tizio, contiene questa pagina, un generatore automatico di saggi musicologici nello stile della New Musicology  - in sostanza, nello stile di tizi che invece di andare a sporcarsi le mani negli archivi ecclesiastici o a sbattersi per fare l'analisi concreta della musica che hanno davanti si perdono in disquisizioni sul gender o sull'ambiguità semiotica di una croma dovuta ai risvolti psicanalitici del compositore.

Provate, poi fate F5.

Analysises of Modulation: The sub-masculine concept of expression in the works of Crawford.

The Pigeonholing of Narrative: Dialectic in the music of Radiohead.

Hermeneutic Theories: Solomonists peacock-culture and Capitalism.


...MBUAHAHAHAHAHA.


Ogni saggio ricombinato è completo di titolo, sottotitolo, autore (inventato), ateneo e bibliografia, dove si riutilizzano a caso (ed è ancora più geniale) i veri nomi della grande musicologia, in modo del tutto demenziale.

La mia ironia non è particolarmente sottile e soffro di drammatici pregiudizi verso certe cose, perciò FrauD, quelli laureati in filosofia e gli altri new musicologists che mi leggono - ammesso che ce ne siano, e ammesso che non siano già tutti emigrati in un altro sistema solare - mi scuseranno.

E' che io, Cuthbert e #collegaV non ce la facciamo proprio a non ridere, di fronte ad uno di questi saggi.
Di quelli veri, dico.

Per cui, questo enorme anagramma plausibile ideato dal tizio americano - che non poteva che essere uno studioso di musica antica - ci ha rincuorato, dato che come me e #collegaV la musica lui se la va a cercare esumando manoscritti e stampe che di solito stanno ammuffendo dal Rinascimento, se la trascrive sudando perchè il post-modernismo filosofico NON TI AIUTA quando hemioliae e prolationes non quadrano, e prima di ragionare sulla sessualità dell'autore si degna di parlare di qualcosa di concreto, santo Dio.

E' tutto così provocatorio. Ma vero.
(cit.)

Ecco.
Faccio F5 un'ultima volta, poi vado a cena.

venerdì 4 novembre 2011

Pazza, completamente pazza

In biblioteca, 20 minuti fa, entra maestro 911.

"buongiorno mae..."
"saaalvee!!!!! Come sta??!"
"bene, grazie. Posso aiutarla?"
[urla] "mi servono le partiture delle sonate di Mozart!"
"benissimo, gliele cer..."
"ma com'è magra, lei!"
"ehm, sì. Beh. Che edizione le serve?"
"io non entro più nella 44! E peeensi che un tempo blablabla portavo la 38!"
"eh. Che edizio..."
"faccia lei, faccia lei, basta che non sia Henle, sa, io sono contraria alla Henle!"

Sarebbe psicologicamente, filologicamente e catalograficamente interessante capire perchè, dato che sono le edizioni migliori in commercio, comunque le trovo le due collocazioni e gliele appunto su un foglietto (così se le va a prendere da sola, santo cielo, i cinni del propedeutico al confronto potrebbero lavorare alla British Library).

"aaaaah grazieeee, vado allora, ma mi dica: non sono negli scaffali alti alti, verooo?"

Come c**** faccio a saperlo?
Non è che ho memorizzato ogni posizione di ogni singolo di libro di ogni sala di ogni fot**t**s**o palchetto della biblioteca, eh.
Almeno, non ancora.

"guardi, c'è comunque la scala..."
"aaah! ok."
"ok."
[ritorna senza libri] "eh ma guardi che quelli no, non vanno bene, io cercavo gli Henle, sa di solito uso quelli"
"[ma che c****...] ah. Avevo capito di no, comunque glieli ce..."
"no no no no no, devo scappare in aula adesso. Uff, ho fatto solo mezz'ora di lezione e sono tutta sudatissima!!!!"
"ah, eh. Facciamo che le vado a prendere gli spartiti e poi lei rito..."
"uh ma guarda, il pieghevole della prosa! che meraviglia, delizioso"
"sì. Vado a prenderle i li..."
"comunque la taglia 44 della benetton non è la 44 di maxmara, questo è certo"
"credo anch..."
"BENE, grazieee!!!" 
"prego, maestro."
"a dopoooo"

Pazza, completamente pazza.
Corre via dalla biblioteca urlando qualcosa di indefinito.

Silenzio
Aspettiamo che esca
Stramazzati a terra dalle risate.

Ha un seguito.

"bentornata mae..."
"saaaaalveee!!! Ha per caso..."
"ma certo, ecco le collocazioni dei volumi Henle. Glieli va a prendere il mio #collegaV, che ne dice?"
"un uooomooo ma sììì che bello!!!"
"eh ma maestro, è un piacere"
"ma che galaaante! Bene, bene, che bello, andiamooo"

La butto nelle mani di #collegaV, il quale se la spupazza abilmente con raffinata e pungente ironia (che lei puntualmente non coglie).

"ragazzi, sapete, qui con voi mi sento proprio a casa!"
"ci fa piacere, maestro"
"grazie maestro, torni presto!" [...]
"ah, voi siete la mia valvola di sfogo!"
"..."
"..."
[e poi la perla] "senza di voi impazzirei!!!"
"...già"
"...già"
"bene, vado in aulaaaaaahhh..."

Corre via dalla biblioteca urlando qualcosa di indefinito.

Silenzio
Aspettiamo che esca
Stramazzati a terra dalle risate (finisce sempre così).

giovedì 3 novembre 2011

Orgoglio e anche pregiudizio

"domani devo passare dal meccanico, lo specchietto destro della punto è caduto."
"come, caduto?"
"sì, caduto. Tecnicamente."
"uhm."
"forse c'entra il fatto che prima ho sbattuto contro uno stupido palo"
"aah"
"...comunque poi è caduto."
"non ho dubbi. Si è rotto?"
"disgraziatamente"
"ah, ok"
"ok"

Detesto ammettere che in un parcheggio ho urtato lo specchietto contro uno stupido, stupidissimo palo.
Ma non capita veramente mai, credetemi.

FUI

In biblioteca.

Innanzitutto dovete sapere che in biblioteca per ovvi motivi di copyright non abbiamo la fotocopiatrice, che si trova invece nei corridoi del conservatorio.

Funziona con tessere erogate con monete da 1 euro, quindi siamo periodicamente sommersi di gente che viene a chiedere l'elemosina tipo tossici in stazione, oppure che sta lì a far la muffa finchè non gli cambiamo 50 euro in monete da 5 centesimi.

Entra Fastidiosa Utonta Idealista.

FUI: "ciao."
"buongiorno, possiamo aiutarti?"
"sì. Non potete farmi delle fotocopie?"
"[vagamente illegale?] no, la macchina è nel corridoi e noi non c'entriamo nulla"
"sicure? Ma neanche una?
"la macchina è nei corridoi e noi non c'entriamo nulla"
"uff. ...E' che non ho l'euro"
[ah, ma noo!] "..."
"..."
"..."
"..."
"...noi non possiamo prestartelo, se facessimo così per tutti non avremmo più uno stipendio"
[la buttiamo sul ridere, ma ovviamente non capisce]
"..."
"..."
"è che io non trovo giusto che i docenti possano fare le fotocopie gratis. E noi allievi no."
"... funziona così, di solito"
"non è giusto. Scusami, ti sembra giusto che io paghi 1 euro per avere una tessera da 10, dico 10 fotocopie? Ma che me ne faccio io di 10 fotocopie?! E se poi non le uso tutte? E se mi serve solo una pagina perchè mi fate prendere la tessera? E se [da qui in poi francamente i ricordi diventano confusi]?!"
[eoni dopo] "...guarda scusa se ti interrompo, ma noi non possiamo proprio farci niente. Questa è una scuola, funziona così, tu ti sei iscritta: non è difficile"
"uff. Vabbè. Ciao."

mercoledì 2 novembre 2011

De Winter

Probabilmente il fatto che al cinema, alla prima (prima) inquadratura di Milady, tutti (tutti) i miei amici si siano improvvisamente voltati verso di me esclamando all'unisono (all'unisono) "ma sei tu!" dovrebbe inquietarmi.

Ma io lo so che è solo per i vestiti, per cui lo prendo come un immenso, clamoroso e surreale complimento.