lunedì 26 dicembre 2011

Concorrenza perfetta

"allora, facciamo questa cosa?"
"sì. Io prendo il fungo"
"io non vendo niente."
"non cominciare con questa storia"
"ti ho detto che non vendo niente. Non mi faccio fregare da voi due"
"ma che diav..."
"l'essenziale è che io abbia il fungo"
"prenditi il tuo fungo, tanto perdi tutti gli anni. Mi fa imbestialire questa cosa che lei non venda!"
"vogliamo parlare di lui che per anni ci ha fatto giocare con regole completamente inventate?"
"eh ma se non si cambiano regole che gusto c..."
"e se invece sceglieste il segnalino?"
"fiasco"
"candela"
"ah, tu e la tua candela, ogni anno"
"e con questo cosa vorresti di..."
"piantatela e pensate a distribuire i soldi"
"sì. Allora, 12 da 1000, 6 da 50000..."
"papà, sono 9 da 1000 e 4 da 50000"
"ma figurati! Facciamo a modo mi..."
"a modo tuo un corno, dopo 34 anni mi sono rotta di..."
"mamma, tira i dadi."
"no."
"ti ho detto di tirare i dadi."
"no."
"vabbè, tiro io. Papà tu tieni la ban..."
"ma stai scherzando, gli stai lasciando la banca...!"

Non so come ma abbiamo cominciato questa benedetta partita di monopoli, e l'abbiamo anche finita.

Mio papà ha vinto dopo circa 2 ore e mezza di battibecchi che comprendevano lunghe ed estenuanti discussioni sull'ipoteca dei terreni, una insopportabile vendita all'asta in cui quei due hanno rivangato bisticci sopiti dal '75, e varie occasioni in cui mio papà ha esposto per la millesima volta le sue proposte di miglioria sulle regole ("sarebbe giusto che tutti vendessero almeno una volta due terreni a qualcuno", "comunista!", "ma certo", "questo gioco è capitalista e se non ti va bene puoi anche andare a far partire la lavastoviglie", eccetera.).

venerdì 23 dicembre 2011

Non abito in centro storico

A cena con #collegaV.
Per festeggiare il fatto che dopo aver studiato insieme ora lavoriamo insieme ho prenotato (a suo nome, perchè con il mio #cognomestranissimo al telefono è sempre un 2 T? 3 R? Con la M o con la N? Che sta dicendo? Senta non ho tutto il pomeriggio, e quindi da anni ormai nei ristoranti mi spaccio per altre persone) in un posto chiccosissimo, un ristorante con stella Michelin.

Non era voluto e non è da me (chissenefrega delle stelle), ma volevo un posto con carrello dei bolliti e dove si mangiassero bene le specialità delle mie zone, dato che #collegaV in realtà è goto.

Le cameriere hanno la pettorina da servitù sudista, esiste un guardaroba a parte con numeretto per i cappotti come a teatro, ci danno del loro, tutto viene servito con carrelli laccati d'oro, gli altri avventori sono americani, o francesi, o abitano in centro storico.

Non è mai un buon segno.

Vabbè, spenderemo quello che spenderemo, amen.

ore 21.13
"guarda, io la sua tattica l'ho capita, in pratica lo dice prima ai tenori e poi aspe..."
#cameriere1: "signori buonasera, posso portarvi del pane?"
"sì, grazie. Molto gentile."
"che dicevi?"
"che la sua strategia l'ho capita, prima dice tutto ai tenori e solo dop..."
#2: "signori, buonasera. Ecco il vassoio dei pani. Bianco? Integrale? Nero? Emiliano? Con le olive? Azzimo? Veneziano? Ebraico? Grissi..."
"guardi, #questo e quello. Grazie."
"anche per me."
"bene."
"allora, che stavi dicendo?"
"niente. E' questa storia della tattica. In pratica l'ho sgamato, prima ha pensato bene di chiamare uno dei tenori e po..."
"signori, buonasera. Gradite del vino? Cabernet sauvignon del '94? Nero d'Avola? Gutturnio? Sangue di Giuda? Gewurztraminer dell'Alto A..."
"cabernet, grazie. Trantor, tu che dici?"
"mi fido di te."
"bene."
"bene."
"bene."
"dove eravamo?"
"a Modena. Che c**** stavo dice..."
"la strategia"
"ah sì. Per farla breve devi sapere che lui..."
"signori, buonasera. Il vostro Cabernet Sauvignon del '94. Il signore vuole cortesemente assaggiare?"
"ah, sì. mm. Buono, va benissimo."
"signora, la prego di assaggiare anche le..."
"VA BENISSIMO COSI', grazie"
"bene."
"bene."
"bene."
"..."
"..."
"e quindi, cazzo, come ti stavo maledettamente dicendo cazzo, questo cazzo di corista ha questa cazzo di tattica e..."
"signori, buonasera. Loro gradiscono degli antipa..."
"NO!"
"bene."
"bene."
"bene."

ore 22.42
Stiamo parlando delle avventure galanti di #collegaV da circa 56 minuti ridendo come deficienti, e forse è per quello che ora veniamo completamente ignorati.

ore 23.02
"allora, #collegaV, ecco il mio regalo."
"...perchè?"
"perchè te lo meriti."
"ah, non è per Natale, quindi"
"ma no. Tu sei ateo e io agnostica, ricordi?"
"ah già. Ma cosa..."
"..." [inizia a scartare]
"tu sei pazza! Sei completamente fuori, quanto hai speso?!"
"non importa. Te lo meriti. E poi è una piccola cosa. Aprilo e basta."
"piccola tua sorella, sul biglietto c'è scritto 'antiche stampe e libri di pregio', e tu sei maledettamente pazza."
"..."
"e sei anche completamente rossa"
"..."
"e non guardare l'orlo della tovaglia!"
"..."
"e hai le lacrime agli o..."
"apri questo cazzo di regalo!"
"no, ridimmelo guardandomi negli occhi."
"v]#@[$%£o."
"ti voglio bene."
"anche io."

E' finita che sono l'unica persona al mondo che si commuove nel fare un regalo, ma ad essere sinceri avevamo tutti e due gli occhi brillanti, e abbiamo sinceramente apprezzato che almeno per quei 3 minuti i camerieri non ci abbiano rotto i maroni con le mostarde (anche se hanno tentato più volte di portarmi via il pinzimonio, che stavo anti-convenzionalmente finendo mentre #collegaV era alla grappa e i francesi ci guardavano storto).

Volevo fare un regalo così a #collegaV più o meno dal terzo anno di università.
Abbiamo condiviso tante cose insieme, convegni, esami, lampade di Wood, corsi, viaggi, concerti, anche se lui poi è stato all'estero e per mesi, forse quasi anni, non ci siamo visti.

Ora lavora con me nella biblioteca dei pazzi di conservatorio, ma forse un giorno andrà via di nuovo.
Non in Australia, ma di sicuro non a Modena.

Quindi spero solo che il regalo gli sia piaciuto.

Abbiamo speso 32 euro.

Se volete vi do l'indirizzo.

giovedì 22 dicembre 2011

Una giornata particolare

La giornata di lunedì è iniziata bene fondamentalmente solo grazie a 3 fattori, ero in turno con #collegaV e poi è entrata un'utonta con un cane nel cestino - un magnifico delizioso cagnolino tesoro che scodinzolava tantissimo quando sono corsa a fargli le feste eccetera eccetera eccetera eccetera.
(Io con i cani divento scema come fanno gli altri con i neonati, il che è obiettivamente intollerabile [loro, non io. O se volete i neonati, ma non i cani]).

Vabbè, dopo questo preambolo felice abbiamo avuto la disgrazia di dover gestire diversi utonti imbranati, tra cui Utonta Arcigna, che mi spedisce subito nella sala partiture a cercare cose che lei da sola ovviamente non riuscirebbe a trovare neanche in 100 anni - d'altra parte è necessario conoscere l'ordine alfabetico.

Tempo 1 minuto e 13 secondi, torno dalla sala partiture e trovo Utonta Arcigna che discute di planimetrie con #collegaV ammorbandolo in dettaglio con il fascicolo di foto della piastrellatura della sua casa di campagna di Berceto, e non sto scherzando, e smetto anche di usare genitivi, e sembrava di essere ad un rogito con tutte quelle cazzo di foto di piastrelle disseminate sul mio front office e #collegaV che come suo solito sta al gioco con l'Utonta facendo lo splendido professionale e mi guarda di sottecchi con il suo sorrisetto mantovano che conosco dal secondo anno di università per vedere se devo conficcarmi biro nella pancia per non scoppiare a ridere in faccia all'utonta o se alla fine, obiettivamente, rido, e camuffo la cosa da qualcos'altro di assolutamente improbabile.

Comunque poi abbiamo continuato con Utonta Carol, un'apparentemente deliziosa trentenne britannica che ogni anno, il 19 dicembre, cascasse il mondo viene qui per tentare di prendere in prestito l'album di Snoopy (Dio l'abbia in gloria, un altro cane) contenente facili carols natalizi che chiunque altro al mondo potrebbe scaricare comodamente da internet, ma lei no.
Peccato non lo possa prendere in prestito, per la legge italiana.

Utonta Carol: "hi. Vorrei in prestito per un mese the album di Snoopy, please, my dear"
io: "gentilissima, [che meraviglioso accento], no, come sa non prestiamo le partiture agli utenti esterni. Quindi può fare solo un prestito giornalie..."
UC: "ma come. Io l'anno scorso l'ho preso!"
io: "...era il 2008, se i colleghi che <sarcasmo>lavoravano</sarcasmo> qui prima di noi hanno fatto un'eccezione violando la regola a caso non è affar mi..."
UC: "no no, io l'ho preso quella volta e lo voglio anche adesso."
"non posso proprio, mi spiace. Ma può fare le fotocop..."
"no, serve sabato, at home, chiaro? L'ho preso comunque anche nel 2009 e nel 2010"
"le dico di no. Quelle volte c'ero io e l'ha preso in giornata, non per un mese"
"invece sì"
"e invece no, [c****]!"
"uff, voi qui in Italy avete tutte queste leeeggi, e leggi e leggi e leggi e leggi, e non è possibile, le leggi sono fatte per fare le eccezioni!"
"veramente l'Italia è messa così proprio per..."
[sempre più acida] "NO NO NO NO, troooppe leggi, e leggi stupide! Ssstupide! Voi in Italia dovreste cambiare le cose, ha capito?!"
[eh, dillo a me, cazzo.] "e si aspetta che la legge sul diritto d'autore cambi qui, nei prossimi 15 minuti, per lei?"
"lei dovrebbe! Faccia qualcosa!"
"cara signora, io voto, ma non sono al governo. Il prestito non lo può fare, punto. La legge sarà stupida quanto vuole ma è legge. Se vuole faccia il giornaliero e le fotocopie, poi riporta il libro entro le 19 [puntuale come sapete essere voi strabenedetti inglesi], e questo è quanto."
"umpf. Allora no."
"allora arrivederci e buon Natale."
"sgrunmpf."

Ci mancava che mi attaccasse in faccia un manifesto dell'IRA e iniziasse a urlare se non ora quando! contro la SIAE (e su quello sarei comunque anche stata d'accordo).

Stiamo tranquilli un'ora e arriva un pessimo esemplare di Altra Insopportabile Utonta Russa con Pretese Accademiche (AIURPA), una copia brutta, vecchia e indisponente della IURPA venuta dal freddo di cui si parlava tempo fa, ma adesso vado a letto e chiudo, miei cari, e della AIURPA vi dirò poi.
Alla prossima.

sabato 17 dicembre 2011

Sol invictus

Due agnostici che si scambiano auguri di Natale.

Due agnostici che si scrivono per trovarsi per scambiarsi gli auguri di Natale.

Un'agnostica che compra ad un agnostico un regalo di Natale.

Due agnostici che si scambiano regali di Natale.

Due agnostici che vanno a cena (prima di Natale).

Due agnostici che si salutano facendosi gli auguri di Natale.


Fondamentalmente è tutta una clamorosa scusa per andare a mangiare fuori.

domenica 11 dicembre 2011

Poi, quindi, alla fine

"Trantor, volevo dirti che poi, alla fine, vado."
"vai?"
"vado." 

Mi sorride con gli occhi brillanti e con le mani mima una colomba che prende il volo.
 
"sei sicuro?"
"sicuro. Mi sono fatto mettere in lista tra gli esuberi volontari, fra un mese sono in cassa integrazione e a giugno vado."
"te lo chiedo ancora. Sei sicuro?"
"sì, cara :-)"
"là non c'è il centro storico, lo sai, questo, vero?"
"lo so, anche se..."
"...anche se è tutto relativo, lo so, lo so. Cazzo."
"starò bene, vedrai"
"mi mancherai, cazzo."
"anche tu, e anche voi"
"mm. Poi torni?"
"... ... ... ... don't kn..."
"hai aspettato troppo a rispondere. Lo so che non tornerai."
"magari là trovo la cangura della mia vita!"
"infatti. Ascolta, dato che alla fine, poi, quindi, vai, adesso facciamo la strada insieme fino al parcheggio. E mi prendi a braccetto. Poi io ti offro una birra. Poi guardiamo la cartina di Sidney dall'iphone e mi racconti tutto, ok? Poi vai, e vai anche per me che invece resto qui e via non ci andrò mai, ok? Fallo anche per me."
"sì."
"ok."
"ok."

#coristaMax, a giugno, va in Australia.

I miei tentativi di metterlo in guardia sull'assenza dei centri storici non hanno sortito molto effetto.
Gli brillano gli occhi ed è felice quando ne parla, e mio malgrado, paradossalmente, giustamente, razionalmente, e obiettivamente, sono felice anch'io.

Peccato, perchè non vedere più uno dei coristi più seri, bravi e innamorati della polifonia antica, un amico, una delle poche persone che hanno sempre letteralmente il sorriso sulle labbra, si godono la vita con ironia e sincerità, con cui si scherza ma che ci sono sempre quando hai bisogno, beh, è proprio un peccato.

E soprattutto non è che c'è ryanair Bologna-Canberra.

Ma sono felice per lui. Veramente.

La biblioteca di Babele

"ciao. a-hem. Sono andato tra gli scaffali per cercare lo spartito con collocazione CL 77, ma non c'è. Non esiste."
"come, non esiste. E' nel faldon..."
"non c'è"
"vedrai che c'è, non è in prestito perchè ho controllato"
"è impossibile, il primo faldone che c'è comincia con CL 154"
"allora il 77 sarà in uno dei faldoni precedenti, no?"
"ho cercato, ma è impossibile"
"non hai guardato bene"
"ma no, no! Ti dico che non può esistere, proprio!" [ma che c****...]
"insomma adesso vengo a vedere, ok?"

Arriviamo davanti alla misteriosa scaffalatura.

Il faldone con sigla CL 154 è il primo dello scaffale che stiamo guardando, in alto, ma qualunque stordito lemure del Borneo preso a caso in mezzo alle leguminacee avrebbe rivolto gli occhi con certezza verso sinistra, in basso, alla fine dello scaffale precedente, trovando i faldoni con segnatura CL 1-153.
Tutto questo da solo.
Il lemure, ovviamente.

Giovane Utonto Chiamiamolo Borgesiano no.

"eccolo, CL 77."
"...AH."

mercoledì 7 dicembre 2011

Una pessima giornata

Una pessima giornata.

Una sequela ininterrotta di defezioni di coristi ai concerti di questo weekend, alle messe di domani, errori in tipografia per la stampa dei programmi di sala, casini con il clavicembalo di #concerto-maledettamente-complicato, casini con l'organo di #concerto-maledettamente-complicato, defezioni di coristi, sono stufa di rincorrere la gente, messaggi, telefonate, ferma la stampa!, nuovo frontespizio, ma io teoricamente starei lavorando, la cassa automatica del casello mi frega un euro, sono al pc del lavoro e c'è solo openoffice, openoffice sballa tutti i margini di un fascicolo di 24 pagine da consegnare entro 10 minuti, ennesime correzioni alle didascalie, vodafone si prende i miei soldi, messaggi, chiamate, no che non va bene sbattersi per quella messa gratis e cantare solo 2 pezzi, in openoffice manca garamond, sul pc del lavoro manca anche pdf creator o qualcosa cazzo di analogo, 27 mail extra nel giro di 5 ore di lavoro e non sto scherzando, voglio mettermi a piangere, NO!, defezioni di coristi, ho catalogato solo 11 libri su 40, deviazione per lavori, ho finito il gpl.

Una pessima giornata, ma poi vado a cena con i miei 2 migliori amici, mangio patatine fritte e tortelli verdi, vado alla prova diretta da qualcun altro dove per 2 ore canto Palestrina tornando corista per un giorno senza preoccuparmi di dover ricevere sms di defezione dell'apertura della chiesa di correre per arrivare prima dei coristi puntuali perchè non aspettino al freddo delle fotocopie dei coristi malati di essere sufficientemente simpatica e professionale affinchè non mi uccidano con il turibolo di non sbagliare gli attacchi di prendere decisioni riguardo alle auto per la trasferta di venerdì ai rimborsi all'orario di parten

Sabo, Pippo e un compositore del sedicesimo secolo mi hanno salvato la giornata.

E non è romanticismo melenso, è vero.

domenica 4 dicembre 2011

Wood morning (Rischi del bibliotecario #5)

Nella biblioteca dell'Augusta Città di X, dove io e #collegaF cataloghiamo libri antichi, il capo ci chiede di usare la lampada di Wood per decifrare una certa cosa.

La attacchiamo e proviamo a usarla.
Dato che non succede assolutamente niente chiamo #collegaV, in servizio nell'altra biblioteca di pazzi in cui lavoro, per chiedergli un parere (lui letteralmente vive fra manoscritti neumatici dell'Alto Medioevo, e sono quasi sicura che la Lampada di Wood l'abbia sul comodino).


"pronto, #collegaV?"
"ueila, Trantor!"
"ehi. Perdona l'assurdità alle 10 di mattina, ma ho una domanda sulla lampada di Wood"
"sogno o son desto?"
"sei desto. Il capo, qui, ci ha detto di usarla per decifrare note a inchiostro bruno completamente ricalcate da pastrocchi a biro blu. Ha senso?"
"a me sembra una cazzata."
"ah ecco. Temevo di essere io a non saperla più usare"
"no, no. La lampada di Wood funziona così e cosà, tracce organiche qui, luminol là. E ricordati la cosa più importante, funziona meglio al buio"
"non so come ringraziarti. E' che l'ho usata l'ultima volta con te 6 anni fa per quel manoscritto cremonese, ricordi?"
"veramente no."
"voi uomini siete tutti uguali. Tornatene al tuo mac, e grazie."
"prego."


La seguente scena del crimine comprendeva due persone chiuse al buio nel deposito dei libri antichi intente a scovare tracce organiche sui lampadari, sospette ditate sulla serratura e continue esclamazioni tipo "ma è come CSI!" (io), "ma è come in discoteca!" (#collegaF).

venerdì 2 dicembre 2011

Sgrunf (o iSgrunf?)

Premessa: da circa un anno sono in lacerante iNdecisione se comprare il nuovo portatile mac o sempre windows.

Mi telefona #collegaV, che lavora con me, non è della mia città e soprattutto deve consegnare un importante articolo accademico entro qualche ora.

"ciao, Trantor."
"ehi, ciao! Che voce da funerale"
"sgrunf. Non è che sai dove posso comprare un disco esterno?"
"beh, di solito io vado da mediaworld, ma ci si va in auto"
"ah. Allora bisogna che ci vada. Non mi si accende più il mac. Se nel frattempo rimedio il disco esterno appena si riaccende salvo tutto lì"
"oddio! Ma non devi consegnare l'articolo entro stasera?"
"&%£$"@#[*!"
"beh, l'avrai pure salvato da qualche parte."
"..."
"nel senso, avrai un backup da qualche parte"
"...no. Che rumore è stato?"
"io che svenivo. Neanche messo su chiavetta?"
"no"
"neanche autoinviato per mail ossessivamente ogni 23 minuti?"
"no"
"tu sei pazzo."
"lo so."
"tra l'altro non è la prima volta con quel mac che ti succede. Per esempio la scorsa settima..."
"LO SO."
"e ciononostante non hai mai preso un disco esterno."
"piantala"
"e continui a usare il mac."
"...ma scherzerai! Il mac è la cosa più straipermegameraviglio..."
"vabbè, tutto questo mi fa capire 3 cose"
"spara"
"1, se sei andato avanti 2 anni e mezzo con un mac contenente le fotografie in SHQ di circa la metà dei manoscritti medievali europei senza sentire il bisogno di un disco esterno vuol dire che l'unità di deframmentazione del mac è geniale, ammesso che ne abbia una, per cui prenderò un mac."
"brava."
"2, non posso tollerare scherzi del cazzo da parte di un monitor pagato il 150% del mio stipendio mensile, per cui prenderò qualcosa con dentro windows."
"sei pazza! Guarda che è rarissimo che non si riaccenda più"
"<sarcasmo>ah, me ne sono accorta.</sarcasmo>"
"rarissimo, ti dico! E poi se mai capita dopo ehm due anni che lo usi"
"geniale, magari proprio quando ti scade la garanzia"
"sì ma è veramente rari..."
"lascia perdere. Nel frattempo, 3, vuoi usare il mio portatile con XP non deframmentato da settembre 2006, così impallato che ogni volta ha bisogno di 25 minuti per riflettere da solo prima di poter caricare il blocco note, con i tasti usurati e il mostra desktop?"
"NO."

Però il mio si accende.