venerdì 16 marzo 2012

Cane docile, molto affettuoso, è impegnativo addestrarlo in quanto (essendo un segugio) non è stato selezionato per obbedire ma per scovare le tracce olfattive e seguirle

Sapete già che è impossibile tenere uniti i coristi tra la prova di assestamento pre-concerto e il concerto stesso.

Ma ancora più assurdo è assistere alla misteriosa trasformazione che colpisce dirigenti d'azienda, avvocati, chirurghi, area manager, CEO e piccoli-medi imprenditori facenti parte del vostro coro nei 15 minuti che precedono l'inizio del concerto.

In sostanza, l'80% di loro regredisce allo stato di scolaretto.

Scolaretto insicuro e agitato.
Scolaretto con occhi da brachetto.
Occhi di brachetto insicuri e agitati.
In breve, beagle.

(Dico beagle perché di solito sono rumorosi.)
 
Assisterete inevitabilmente a scene tipo "maestraaaa, quella signora in prima fila in piedi con quel neonato ci intralcia il passaggio, falla andar viaaaa!" [giuro]
"#corista nellavitapiccoloemedioimprenditore, tesoro. Mancano 45 minuti. La signora sta solo chiacchierando, è ovvio che dopo andrà a sedersi altrove. Non sarà lì fra 45 minuti, non vi intralcerà il passaggio. La mia è una promessa. Va tutto bene, ok?"
"ma il passa..."
"basta."
"ok."
"ok"

O tipo "maestra, la cartellina da che parte la teniamo, quando entriamo?"
"come sempre, dalla parte del pubblico"
"quindi a destra!"
"#corista nellavitaaffermatochirurgo, tesoro, no. E' evidente che se entriamo da qui la cartellina vi si ritrova di qua a sinistra, come il pubblico. Ok, darling?"
"...sì. E' che io però stavo pensando a questa cosa"
"dimmi."
"no, cioè, se noi entriamo di là e passiamo di lì e poi bla e bla e quindi pensavo che si potesse operare una simpatica varia..."
"no."
"ok."
"ok."

O tipo "ok ragazzi, proviamo la disposizione del coro. Soprani contralti tenori bassi, dai. Tu Balzelli mettiti qui. Tu Grimaldi qua. Voi, tu e tu, basta. Vi divido. Tu, più avanti, sì, un po' più a destra, così, un filo a sinistra, ma no, non lì! Tu Chiari vai vicino a Guasti. Se durante il concerto chiacchierate vi sparo addosso con una cerbottana. Fini, santo cielo, metti giù quel turibolo. No non puoi portarlo a casa, va bene? Uff. Grandi, dov'è Grandi? Eh? Al bar, ma wtf...!? Bertoletti, avevo detto nero lungo. Sì, lungo. E nero. Lungo e nero. No cazzo, questo non è diversamente nero, si chiama blu, ok? Vabbè. Dorelli, ce la fai a non fare battute idiote su di me con #coristaMax per 5 minuti? Grazie. Gardini, il ritrovo era alle 19 ora di Roma, non le 19 ora di Londra. Ok. E adesso piantatela di ridere come beagle ubriachi e proviamo."

E poi viene il momento del concerto, e quindi di entrare tutti in fila indiana per andarsi a posizionare davanti all'altare, o sul palco.

Ed è qui che si rasenta il genio.

A cosa sia servito provare ingresso e uscita per 3 volte durante le prove non è chiaro, non è chiaro affatto.

Il primo dei bassi che deve entrare come capo fila prima si guarda intorno spaesato come se si fosse improvvisamente risvegliato in un'altra epoca in un'altra galassia, poi viene buttato sul presbiterio e obbligato dal secondo basso a dirigersi verso la posizione concordata, di norma tracciando UN PERCORSO COMPLETAMENTE DIVERSO.

Poi entrano gli altri, i quali ovviamente non sfilano a intervalli regolari; essi prediligono lasciare buchi di 5 metri fra alcuni coristi e altri, dando sempre l'impressione che il coro sia finito lì quando invece ce ne sono altri 13 imbottigliati dietro qualcun altro che si è attardato a fare urgentissimi e vitali commenti su qualcosa di completamente trascurabile.

Si continua con altre drammatiche incapacità di disegnare linee rette nello spazio, con qualcuno che ha l'idea geniale di fare tutto il concerto tenendo la borsetta sotto il braccio, o con gente che se si entra in processione col lumino da cimitero per far scena ci starnutisce sopra e lo spegne.

E poi, una volta sistemati - ahahahahaha. Poi, una volta sistemati - ahahahahaha. Poi, ricomponiamoci, una volta sistemati in una specie di paraboloide non euclideo entro io, e mi tocca riaggiustare la disposizione davanti al pubblico tipo fotografo davanti ai 100 invitati di un matrimonio, con loro che scalpicciano spostandosi di 4 millimetri ogni volta sgomitando come pazzi.

E quindi il risultato di solito è proprio come dice Mamika, un "emiciclo sghembo con un grosso buco in mezzo seminascosto da un po' di soprani che cmq si schiaffano in prima fila e due o tre bassi alti un metro e cinque che si ritrovano davanti otto contralti alti due metri gente che non riesce ad aprire le parti e nessuno vede il maestro".

Ecco. 

E pensate che il concerto deve ancora iniziare.

26 commenti:

  1. Caro diario,

    oggi ho scoperto che per fare il direttore di un coro devi essere stato un militare.

    Uno cattivo, se possibile. Tipo sergente di ferro.

    E devi esserti ricordato di portarti dietro il fucile d'ordinanza.
    Perché i coristi sono bravi, in fondo, magari solo un po' ladri.
    Ma sono scemi.

    Sai, diario, io mi chiedo perché i direttori abbiano un'inutile bacchetta e non una frusta.
    Credo che apprezzerebbe anche il pubblico.

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    1. Diario del capitano, data stellare 24685.3

      Oggi abbiamo fatto la conoscenza della specie Valgon, discendenti dei Klingon, e del loro dittatore, l'alieno Valeren.

      Egli è stato generoso, e mi ha fornito un utile consiglio per meglio gestire l'equipaggio.

      Una frusta.

      Abbiamo ricambiato con parte della tecnologia del motore a curvatura, e abbiamo proseguito il nostro viaggio verso il quadrante Alfa.

      Non dimenticheremo mai Valeren.
      Lunga vita a Valeren dei Valgon!

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  2. :D Mentre leggevo mi veniva da pensare che con ogni probabilità la mia amica D. fatica e impazzisce molto meno a spiegarsi con i suoi "sottoposti" e a sistemarli, sia quando è "in sede" che durante le "trasferte".

    Ah, dimenticavo... la mia amica D. insegna ad una prima classe della materna, i suoi "sottoposti" più stagionati hanno compiuto 4 anni da un paio di mesi! :)

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    1. Si guarda, per certi versi con i bambini è più facile! :D
      No comunque li adoro.
      Sono adorabili.
      A volte cadono le braccia e tutto il resto, ma li adoro.
      Come adoro i cani, eh. Per me chiamarli beagle è un complimento. :)

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  3. Ahah e non gli scappa mai da ridere mentre fanno l'entrata?
    A noi poco prima di entrare, il maestro ci diceva sempre "mi raccomando non ridete" e sistematicamente io scoppiavo a ridere (è più forte di me, quando mi dicono di non ridere mi scatta la risata isterica ><)

    Però in linea retta ancora ancora ci sapevo camminare, eh!

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    1. Sì sì a volte ridono, eccome! Non parliamo delle risate grasse appena prima di entrare, quando sono sulla porta della sagrestia e sono convinti che nessuno li senta - il che viene puntualmente smentito, ovviamente.

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    2. Ooooh anche a me veniva sempre da ridere appena prima di entrare ed io ed un mio compagno ci tiravamo le gomitate a vicenda per cercare di smettere. Ovviamente non funzionava.
      Toh, chi l'avrebbe mai detto che da fuori si sentiva tutto :o

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    3. Niente mi ha mai sorpreso tanto come vedere 20 beagle esagitati che ridono come bisce sulla porta della sagrestia, assolutamente convinti che sia necessario stare in silenzio appena si fa un passo sul presbiterio e che invece le urla di un minuto prima sulla soglia della porta non si sentissero

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    4. Occhio non vede, orecchio non sente :P

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  4. ma ti chiamano "maestra"?!

    ieri ero in tale crisi d'astinenza che sono andata a cantare nel mio vecchio coro delle chit.d.c. ho urlato l'intero repertorio di pierangelo comi per un'ora e mezza. choirfreak.

    l'idea della frusta non è male, ma dovresti avere un gatto a dieci code, min. :)

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    1. Eh eh no :) In realtà solo il corista sapientino dell'AltroCoro mi chiama sempre 'maestra' (ed è l'unico che mi dà del lei, cosa che preferirei non avvenisse ma pazienza).

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    2. stupida io a chiedere... poteva essere solo corista sapientino :D
      (non che non ti meriti l'appellativo, ma ricordo che l'unica volta che ho provato a presentare come "maestra" una delle nostre accompagnatrici al piano, poi mi ha sputato in un occhio)

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    3. No no io proprio detesto quando mi chiamano "maestra"! Al limite andrebbe bene "maestro" anche se non lo merito, ma Corista Sapientino non demorde e si ostina a chiamarmi come alle elementari

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  5. Per un attimo ho avuto l'impressione di essere finito in un blog di sfoghi di qualche maestrina delle elementari, cosi' ho riletto piu' volte il titolo sulla barra degli indirizzi, dicendo tra me e me "Eppure sembra giusto: plutonio186... Trantor... Si, deve essere lei, forse sono storie su lezioni a qualche gruppetto di bambini che preparera' per qualche piccolo coro tipo 'zucchino d'oro' o 'antonetto'... Eppure ho l'impressione che qualcosa non vada come dovrebbe..."
    Poi ho finito di leggere, ma l'impressione e' rimasta!!! :P

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    1. Sì. E io TI ASSICURO che i coristi diventano così. Non tutti, e soprattutto nell'AltroCoro (non tanto tra gli sparaventose), ma sì, ci si catapulta alle elementari.

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    2. non stavo affatto mettendo in dubbio le tue parole, solo ero realmente convinto che stessi parlando di bambini, eppure dovevo immaginarlo che non era così, in fondo anch'io ti posso dire che qua sto vedendo cose che voi umani... :P

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    3. Eh eh ;) esatto, cose che voi umani...

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  6. Vedi? E io che pensavo che queste cose succedessero solo nel coro in cui canto io. Invece è prassi comune... Questo mi consola molto! :)

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    1. Consola anche me, temevo di essere io a calamitare beagle! :)
      E grazie per la visita! Che repertorio fate?

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  7. Grazie a te per il blog. Era da un po' che facevo il lurker, ma non potevo non commentare questo "bestiario". Evidentemente è l'ambiente coro che in-beagle-isce (si può dire?) le persone. Giuro: hai descritto esattamente quello che succede nel coro in cui canto prima di ogni concerto, come se anche tu fossi stata presente. ;)

    Repertorio? Uhm... Diciamo che definirne uno in poche parole è difficile perché in questi 20 anni di attività abbiamo davvero collezionato brani di generi molto diversi: dal gregoriano al contemporaneo, passando per il folklore greco e i Savatage. :)
    Ad ogni modo noi siamo un coro giovanile e in questo ultimo anno e mezzo ci siamo concentrati più che altro sul pop a cappella a cinque o sei voci, tentando comunque di mantenere nel repertorio "attivo" un po' di sacro (Mendelssohn ma anche Orbán), di "classico" (Mahler) e di musica popolare di vario tipo (slovena, ungherese, israeliana...), tutto sempre a cappella.
    Se ti sembra un'accozzaglia senza senso di generi a caso, direi che ci sei andata molto vicino! :D

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    1. No non è senza senso! Anzi, mi interesserebbe molto sentirvi, soprattutto per ascoltare qualcuno dei pezzi popolari.
      E' bello cambiare repertorio, non tutti i cori possono farlo; dipende dai casi. :)
      Sì si imbeagleiscono: come se tornassero davvero a scuola, deve essere un riflesso da cani di Pavlov, o roba simile (è sempre un complimento)

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    2. (Chissà se questa volta riesco a mettere la risposta nel posto giusto - cioè sotto alla tua. Giuro che ci ho provato anche la prima volta, ma non so cosa sia andato storto... :?)
      Direi che non sto violando nessun segreto se ti dico che siamo questi: http://www.youtube.com/user/OberdanChoirs/feed (So che la qualità audio non è sempre splendida, ma sai anche tu come sia difficile fare buone riprese dal vivo). :)
      Sì, diciamo che nel coro in cui canto buona parte dei coristi è davvero ancora a scuola, visto che stanno finendo o hanno appena finito il liceo. Nonostante questo speri sempre che dietro le quinte, a 5 minuti dall'inizio concerto, capiscano che è il caso di smettere di parlare e far casino. Poi ogni volta continuano (continuiamo...?) imperterriti anche quando manca un minuto al concerto e - perché no? - anche durante. Poi il concerto viene benissimo e il nostro direttore sa che non riuscirà mai a cambiarci e che deve tenerci così. :D

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    3. Oh ma siete bravi! Complimenti, e poi siete così giovani... Davvero bravi, bellissimo suono. Non è facile!
      Belli anche gli arrangiamenti.

      Tu quale sei? :)

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    4. Grazie infinite per tutti i complimenti! Sul suono cerchiamo di lavorare (quando le prove ce lo consentono e non ci perdiamo - non abbiamo mai sparato ventose ma non escludo che un giorno si arrivi anche a quello, visto come vanno di solito) ma sul giovani, nonostante i nostri sforzi, ogni anno lo siamo sempre meno... :D
      A parte le pessime battute, davvero grazie di tutto cuore per le belle parole!

      Io sono, nel video del "Dæmon" di Orbán, che è il riferimento migliore per individuarmi, il barbuto occhialuto al centro della sezione degli uomini (quinto da sinistra, quarto da destra). ;)

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    5. Arriverete anche alle ventose, se vi trovate bene :)
      Eccoti, visto!
      Grazie a te per leggermi e fai i miei complimenti al maestro!

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    6. Grazie ancora, riferirò!
      Poi un giorno mi metto di buzzo buono e raccolgo tutti gli indizi sparsi nel blog, così da riuscire finalmente a scoprire il vero nome del Coro sparaventose... ;)

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