venerdì 29 marzo 2013

Le violoncelliste sono fighe

In conservatorio, aula 8, passando dei files della biblioteca su chiavetta a #violoncellista (uomo).

"senti, mi spieghi perché le violoncelliste sono tutte fighe?"
"eh?"
"vabbé, non tutte, ma il 90% sì"
"ma cosa…"
"fighe. Le violoncelliste, fighe."
"ma no."
"come no. Sono sempre fighe, le violoncelliste"
"ti sbagli"
"ti assicuro che…"
"no, è un cliché del cazzo"
"mi stai dicendo che è un cliché del cazzo?"
"un cliché del cazzo"
"beh, io non credo sia un cliché del cazzo"
"e invece ti dico che è un cliché del cazzo"
"un cliché del cazzo? Ma veramente?"
"fìdati."
"mh. Ma quin…"
"sono fredde. Molto di loro sono belle, ma di solito solo nei film. Per il resto ce ne sono di carine, ma fredde. Io sono violoncellista, me ne intendo."
"capisco"
"voglio dire che me ne intendo abbastanza."
"ho afferrato."
"tu sei violoncellista?"
"no."
"non sai quanto la cosa mi faccia piacere"
"ma io non…"
"guarda, è molto semplice. Vedi, questa è una Canon full frame"
"una Canon full fra...!? E l'avevi lì, nella bors…"
"una Canon full frame. Mettiti lì, alla finestra. Ti fotografo."
"ma che dia…"
"a casa ho anche l'obiettivo f/1.4, vedrai che spettacolo"
"ma io non…!"
"piantala."
"ma questa è un'au…"
"alla finestra!"
"insomma, Formigo mi ha detto che le Canon sbiancano i colori!"
"non le full frame, Dio santo, non le full frame! Sta' zitta, guarda in alto, attraverso le sopracciglia. Attraverso le sopracciglia ho detto! Non sei abituata a posare, eh? [clic] …ok. Ok, brava. [clic.] Adesso proviamo con la Nikon che, toh! anche tu avevi nella borsa"
"ma io vengo sempre ma…"
"taci. Ma come cazzo si fa a sottoesporre! Intuitiva come un pannello della Nasa, mica come Canon"
"ehi adesso piantala tu, ok?"
"taci e impostami questo cazzo di bianco e nero. Dio quanto mi manca la mia Canon, ora guarda giù, su, giù, uhm, su, mm. Ok. [clic] Chiudi gli occhi. [clic] Tirati giù lo spalli... No scherzavo. [clic] Passami l'1.8, l'1.8! … ok. [clic.] So che ti piace fotografare le cose, ma io preferisco le persone. [clic] beh dai, in fondo gli obiettivi Nikon non sono così male, [clic], ma vedrai il mio 1.4 Canon, sticazzi! [clic]"
"…"
"[clic] ecco fatto. Guardati"
"…"
"si vede che non sei una violoncellista"
"io, beh. Grazie. E' bella. La foto, dico. La foto è molto bella"
"prego. Fa' vedere la foto scattata con la Canon al tuo amico Formigo e ehi ma a propositooo!, e se io e te pubblicassimo figataaah uno studio musicologico sulle sonate per viola da gamba di #Compositore? Dai dai dai dai dai dai dai dai dai dai dai dai dai dai dai!"
"sì"
"perfetto a posto ti mando il progetto il prossimomeseeadessocorroafarlezione ciao."
"…"

In questo conservatorio di persone normali credo ci sia rimasto il gatto.

In tutti i casi io sono convinta che le violoncelliste siano strafighe, per cui non so se offendermi, non ho ancora deciso.

La foto la tengo, comunque.

lunedì 25 marzo 2013

Erotika

Nella biblioteca dei pazzi di conservatorio, entra Maestro 911.

Lo ricordiamo, Maestro 911 è pazza e insegna pianoforte in conservatorio.

Lo ricordiamo, Maestro 911 è quella che venne licenziata perché davanti ad un allievo di 8 anni per fare una battuta ridendo come una pazza si alzò la gonna e gli fece vedere tutto, sempre ridendo di cuore.

E' anche quella che venne licenziata sempre perché chiuse il coperchio sulle mani di un allievo analogo perché sbagliava sempre lo stesso passaggio.

E' ancora una bella donna (e dev'essere il motivo per cui si è sposata, ma vado a memoria).

E' comunque quella che, avendo sposato un famoso avvocato cittadino, grazie ad un cavillo legale del cazzo ("la legge 147/3bis del 1862 proibisce ai direttori di conservatorio di licenziare donne che indossano biancheria nera") si fece reintegrare nella cattedra di pianoforte.

E' quella a cui, onde fare più danni educativi possibile, il conservatorio assegna gli allievi piccoli.
Non i grandi, che volendo la chiuderebbero nel clavicembalo buttando via la chiave.

Quelli piccoli.

Io invece sono quella che riporta i dialoghi esattamente come sono stati emessi.


In biblioteca, 8 marzo, ore 13.45

io: "buongiorno, maestro 911"
"buongiorno!!!"
"mi dica, voleva un prest..."
"OGGI E' L'8 MARZO!"
"effettivamente"
"sa, che cosa incredibile. Ho saputo che la moglie del mio idraulico andrà a vedere uno spogliarello di uomini!"
"..."
"uno spogliarello di uomini, sa cosa intendo o no?"
", creda."
"beh. Io non so cosa ci va a fare."
"comunque lei ha un prestito scaduto, così, per di..."
"nel senso, l'idraulico è un bell'uomo"
"..."
"moolto bello"
"...già. Il suo idraulico, quindi?"
"esatto."
"..."
"ah ma non pensi male!"
"dio me ne scampi"
"ma non mi fraintenda!"
"ma assolutamente"
"non voglio che lei pensi...!"
"possa morire qui e ora"
"è solo che."
"cosa."
"beh."
"cosa, maestro"
"non capisco cosa ci sia di bello ad andare a vedere spogliarelli degli uomini e non poterci fare niente."
"... devo ammettere che ha senso"
collegaF: "sì. Questo ha senso, maestro."
"benequindigrazieecorroafarlezioneeeeee...."


11 marzo, ore 18.03

"salveee"
"salve maestro 911, mi dica"
"puff pant, devo restituire queste partiture pe-san-tis-si-me"
"certo, dia a me"
"ecco ci sono questi reggiseni moderni!"
"prego?"
"il mio, eccolo, lo vede" [minaccia di aprirsi la camicia]
"sì, ho afferrato"
"sa, noi col seno grosso"
"..."
"non lei, lei è così fortunata!, no dicevo, noi col seno grosso"
"vaffanculo, sì, voi"
"si fa fatica ad alzare le braccia. Vede?" [scuote la mercanzia e mi mette in faccia il fatto compiuto]
"vedo. E' tutto?"
"è tutto. Ma lei è così cara!"
"già."
"beneaprestosalveeee!!"


16 marzo, ore 16.47

"buongiorno, maestro 911"
"buongiorno!!!"
"mi dica."
"volevo la Suite bergamasque in cd, in prestito."
"certo ... eccolo. Solo che questo cd non va in pre..."
"ah ma lei ha un cardigan, eh beh, certo che lei ci sta così bene ma anche io ne ho a casaaaa"
"sì. Però, questo cd..."
"sa cosa? Sa cosa? Sa cosa? Sa cosa?"
"io..."
"sa cosa? Sa cosa? Sa cosa? Lo sa? Sa cosa?"
"no."
"coprono il sederinoooo! Coprono il sederinooo! Ecco perché li uso! Lei invece non dovrebbe."
"ehm, no?"
"no, no."
"... ok."
"non lo copraaaa, lei è giovane!, come fa se no a trovare un uomoooo invece pensi che blablablablabl"


Il fatto è che io non. sopporto! le persone che dicono sederino.

No.

mercoledì 20 marzo 2013

No ordinary what the fuck! choir (aka Il Budino In Pigiama)

Ehi, benritrovati a Le ultime fantastiche uscite dei miei coristi!

Le altre puntate di  Le ultime fantastiche uscite dei miei coristi!, quelle in cui mi fanno scherzi del cazzo, li corrompo, sono feticisti delle scarpe.


All'Altro Coro (quello di paese), ore 23.14, alla fine della prova

"Trantor, ti accompagno al parcheggio?"
"sì grazie #coristaAdorabile e Gnocca, mi fa piacere se facciamo la strada insieme"
"certo :) ..."
"..."
"..."
"..."
"sai, sotto in realtà ho il pigiama."
"... scusa?"
"sotto il vestito. Ho un pigiama."
"..."
"cioè, si potrebbe anche definire tuta."
"..."
"no, no. Ripensandoci è proprio un pigiama."
"..."


Al coro di sparaventose (quello di città), ore 22.59

"ok ragazzi, abbiamo lavorato abbastanza, per stasera basta cos..."
#coristaDina: "ehi ma non è #coristaProf?"
#coristaVigileF: "ehi ciao prof!"
"ciao!"
"ciao!"
"ciao prof!"
#coristaProf: "ehi ciao a tu..."
"scusa, ma ti sembra l'ora di arrivare?"
"perché, che ore sono?"
"le 22 e 59"
"sì, lo so, siamo a fine prova"
"per usare un eufemismo"
"Prof, SEI UN IDOL..."
"basta. Ma cosa dia..."
"no è che, cioè, ecco. Dovevo portare la ricetta del budino. A #coristaO, capisci. Il budino."
"...il budino. Certo, capisco perfettamente."
"no, seriamente. La ricetta è importante"
" la ricetta è importante, la ricetta non è la torta e la carta non è il territorio, ma tu comunque non potevi venire alle 21, [W!T!F!]?"
"no. Comunque non mettermi sugli dei, per questo"
"no, figurati"
"non come #coristaDina, ti prego"
"vai tra"
"non sugli dei, ok?"
"no, tranquilla."

venerdì 15 marzo 2013

pspspspblgnzzs-blh. (Quelli che 3)

"..."
"..."
"..."
"pff."
"..."
"..."
"..."
"burp."
"..."
"ooocccchei."
"..."
"dun-da-duum"
"..."
"pa-ppa-paaa, dunque allora. Uno, due, tre, quattro, cinque, sei, sette, otto..."
"..."
"sedici, diciassette, diciotto..."
"..."
"centoquarantacinque, centoquarantasei, centoquarantasette, centoquarantotto, centoquarantano..."
"..."
"pf."
"..."
"ptptpth!"
"..."
"uffaaa. Cic, cic, cic, fattoooh"
"..."
"..."
"..."
"AH MA CAZZO!"
"ehi senti, c'è qualche problema?"
"...hm. Eh? Ah! No, no. Scusa, è che parlo da sola"
"ho visto."
"non ti dà fastidio, vero?"
"mah, [#cazzata diplomatica]"
"uh ok, scusa."
"figurati, tranquilla."
"..."
"..."
"..."
"..."
"pspspspsbglzz."
"eh?"
"mm? Ah no niente! Scusa, son sempre io. Sai, parlo da sola. Eh eh."
"eh eh un cazzo sì, ho visto."
"scusa"
"no, è che sto cercando di lavorare"
"..."
"anche io potrei leggere e contare ad alta voce e dire 'cic cic' ogni volta che clicco il mouse stile gioco a prendere il the con le mie amichette di sei anni all'asilo e le tazzine di plastica, ma sorprendentemente non lo faccio"
"...ok."
"ok."
"ok."
"ok?"
"ok, ok. ... bzbzbzbzfhmngl."
"eh?"
"niente."


Spero che la presente trattazione di Quelli Che Parlano Da Soli (QCPDS), ossia di Le Colleghe Donne Che Rompono Il Cazzo Parlando Da Sole In Ufficio (LCD-CRIC-PD-SIU) sia stata sufficientemente esaustiva.

Nel senso che io sono esausta.

(ne ho una proprio davanti, prendetelo come reportage del National geographic in diretta.)

martedì 12 marzo 2013

Google it or not (Quelli che 2)

Quelli che non googlano (QCNG)

Di Quelli che non googlano (QCNG) è pieno il mondo.

La capa di tutti loro, tipo un tavolo dei migliori QCNG con lei che accarezza il gatto, è mia cugina FB, #Folle e Bellissima, che pure possiede uno smartphone un portatile e una chiavetta internet e canta in tutto il mondo, nel senso di canta in tutto il mondo, e che - mi piace ricordarlo - è pazza.

Mia cugina FB l'altr'anno a Los Angeles ha vinto l'oscar di Quelli che non googlano (Miglior Interpretazione), ed è pure stata nominata migliore QCNG al Sundance per il Migliore Mancato Google Indipendente dell'anno.

Non c'è bisogno che dica che, essendo completamente pazza, è l'unica persona al mondo che voleva virulentemente convincermi che da musicista la mail non le servisse affatto (affatto! gne.) e che il portatile si avvicinasse più ad un inutile orpello da bimbominkia.

Lo stesso ha fatto con internet (di cui oggi è mezza dipendente), lo smartphone (di cui oggi è mezza dipendente), un sito cinese su cui acquistiamo abiti (di cui oggi è mezza dipendente) e la pagina facebook (su cui posta regolarmente articoli del Fatto e inni ai pandistelle).


Scene tipo, realmente accadute (e ricorrenti, cazzo).

#1 

io: "FB, come va il tuo smartphone della samsung?"
cugina #Folle e Bellissima: "mm, non ti ringrazierò mai abbastanza; pensa che non lo volevo!"
"ricordo. Non volevi nemmeno l'email e il portatile, né internet né facebook né Light in the box e ora sei contenta"
"già. Solo una cosa"
"cosa?"
"sai, è una menata andare in negozio per aggiornarlo."
"scusa?"
"per aggiornarlo devo per forza andare in negozio."
"impossibile"
"in negozio mi han detto che dovevo andare da loro, e lasciare il cellulare qualche giorno, e che non c'è altro modo."
"e tu credi a quelli del negozio? Senti, ma l'hai googlato?"
"ti dico che è così"
"e io ti dico che se fosse così la samsung avrebbe chiuso. L'hai googlato o no?"
"no."
"vediamo. [prendo il telefono] [google] 'aggiornare samsung galaxy'. Fatto, scarichi questo software e segui le istruzioni. 2,6 secondi."
"..."


#2

"pronto Trantor?"
"oh ciao #ex & #organizzatore di concerti"
"ciao. Tutto bene? Mi devi aiutare, #importante tizio della fondazione #sticazzi è qui con me e per la sua rassegna di cinema dovrebbe sapere quale film dei primi del '900 contiene una colonna sonora di improvvisazioni organistiche e chi suonava"
"ma io chi sono, il Morandini?"
"tu sei bravissima in queste cose. Dai ti prego!"
"non lisciarmi. ... [apro google, cerco] ...ok, fatto. Il film è #film, tempo di ricerca 1 minuto e 7 secondi, bastava andare sull'imdb"
"ECCEZIONALE"
"eccezionale un cazzo. Dì a quelli della fondazione #sticazzi che se con tutti i soldi che hanno non sono in grado di aprire google e usarlo forse avranno problemi anche a prendere l'autobus"
"ehm ok, grazie, ciao"
"ciao."
clic.

[googlate boh, sifone. O pizzini di Kleiber, vedrete.]

sabato 9 marzo 2013

La Tavola! La Tavola! La Tavola! (Quelli che 1)

Da oggi inauguro la nuova serie di "Quelli che".

E' tutta gente che ha rotto il cazzo, ovviamente.


Quelli che la sede vacante (QCSV)

Quelli che la sede vacante (QCSV) è tutta gente che innanzitutto va in chiesa per motivi diversi dai miei, e lì amen, solo che poi entra in biblioteca con sguardo estatico a metà fra l'esaltazione e lo sgomento, ignorando del tutto quello che state loro dicendo e soprattutto agitandosi come Zelig sul balcone del papa.

Inutile dire che da qualche tempo a questa parte i QCSV stanno astutamente spammando facebook con infinite varianti di stati quali "ehi figata, il 12 marzo appuntamento con la storiaaa!!", oppure "Sedes Vacans. 20.01. Sedes Vacans. Sedes Vacans. 20.01. Sedes Vacans. 20.01. Sedes Vacans. 20.01. 20.01, Sedes Va" eccetera, fino a che non li rimuoverete dagli aggiornamenti e non telefonerete per comunicare che comunque le maiuscole non erano necessarie.

Sta di fatto che il QCSV entra in biblioteca e quasi subito si mette a ripetere frasi a tema più o meno con la stessa frequenza con cui i topi nell'armadietto urlano "La tavola! La tavola! La tavola! La tavola! La tavola! La tavola! La tavola! La tavola! La tavola! La tavola! La tavola! La tavola!".

(E' misterioso come una biblioteca emiliana per giunta di conservatorio si mostri improvvisamente gremita di tanti fanatici religiosi, comunque io e le colleghe abbiamo imparato a sopravvivere.)

Situazione tipo in biblioteca, entra #utonto QCSV.

#1

"ciao #utonto, ben trova..."
"ehi da domani è sede vacante!"
"prego?"
"da domani la sede è va-can-te, care signorine"
#collegaG: "cara signorina lo dici a tua sorella"
"sede vacante, e quindi?"
"la sede è vacanteeeee"
"ma parli del governo?"
[guarda oltre voi, verso Alpha Centauri] "SIAMO SENZA PAPA"
"ma tu sai anche solo vagamente quanto me ne frega?"
"sedesvacans sedesvacans sedesva..."
"senti, ma volevi un libro o cosa?"
"...edesva... eh? Ah. No, è che cioè, insomma. Volevo rinnovare un prestito, ecco."
"toh, pensavo fosse una bibbia di Gutenberg"
"no, è uno spartito per corno"
"che delusione."
"amen."

#2

"oh ciao #utonto QCSV, ben trova..."
[guarda oltre voi, verso Dio] "siamo in sede vacante"
"..."
#collegaG: "..."
"senza di lui, evento di IMPORTANZA STORICA"
"..."
"ma volevi un libro?"
"la cristianità tutta è ora senza direzione"
"..."
"sai, ora che mi ci fai pensare hai un prestito scaduto"
"possiamo solo pregare e affidarci alla santa luce del santo conclave!"
"..."
"..."
"siamo senza capo, senza guida, senza faro, senza luce, senza men..."
"beh credo andrò a fare il caffè"
"uh ho lasciato di sotto lo sciroppo d'acero!"
"non potrei più vivere senza, mioddio"
"corri!"
"ah già che ci sei, vuoi cortesemente informare il mondo che mentre sono giù a fare la moka la sede della mia scrivania è vacante?"
"torna presto, mi sento senza direzione senza di te"
"resisti"
"e non scappare ad Avignone col camerlengo come martedì scorso, ok?"
"AHAHA"
"AHAHA"
"..."

#3

"ah ciao #utonto QCSV, ben trova..."
[guarda oltre voi, verso le collocazioni MUS 780.4 C-18] "il conclave! Il 12!"
"avete rotto il cazzo, tutti quanti"
"guarda che ti sbagli, il 12 iniziano le finali PTC di snooker"
"no, il 12 inizia il conclave"
"no, iniziano le finali PTC di snooker."
"sei sicu..."
"sì."

Decisamente la nuova eresia per la Chiesa è l'indifferenza.
O la guardia di finanza.

martedì 5 marzo 2013

E' sempre bello sapere che i miei coristi non sono gli unici a combinare ASSURDE COSE con il vestiario prima dei concerti, o Dello strano caso per cui conobbi Mamikazen


venerdì 30 settembre 2011, ore 11.34

"papà, come è andato il concerto con coro e orchestra a #cittàRomagnola ieri?"
"hm. Bene."
"hm o bene?"
"hm."

[ride come un pesce palla mentre pulisce il violino]

"ti spiace spiegarmi?"
"ahahah, no, nel senso. Cioè. Alle 20.30, mezz'ora prima del concerto, eravamo lì che ci cambiavamo tutti, no? Era previsto il frac"
"…"
"sai, era un concerto importante, il primo dopo le ferie e poi era registrato dalla RAI, per cui noi dell'orchestra eravamo in frac"
"ok. E quindi?"
"no niente, guardo nella sacca e scopro che mi mancano le braghe del frac."
"…"
"e la fascia e il gilet, perché la mamma li aveva stirati e io non li avevo rimessi in borsa"
"…"
"in pratica ero vestito da * con solo la giacca del frac con le code, il cravattino e le scarpe di vernice"
"a 25 minuti dal concerto"
"a 25 minuti dal concerto"
"panico"
"panico. Allora sono corso da #percussionistaPolipo"
"#Polipo quello figo?"
"no, #Polipo il percussionista"
"appunto."
"... io… comunque. #Polipo"
"#Polipo."
"sono corso da #Polipo per vedere se aveva da prestarmi almeno le braghe nere, perché i percussionisti suonavano solo metà concerto e quindi era meno grave"
"…"
"#Polipo poteva prestarmi i suoi jeans neri, solo che in realtà erano grigi"
"…"
"strettissimi"
"…"
"cioè, non sono riuscito a chiuderli. Ma nel panico li ho messi lo stesso"
"assurdo"
"mica è finita. Nel frattempo, 4 ore prima, all'altezza di Modena Sud #violinistaBubu e #violinistaYoghi si sono accorti che #Bubu si era dimenticato l'abito da concerto e sono tornati indietro ai 190 per andare a prenderlo a casa"
"non poteva suonare senza?"
"no, aveva una camicia hawaiana ed è in prima fila"
"capisco."
"tornati in autostrada, tipo a Imola, #Yoghi ha detto: 'mi piace suonare con il frac!', e #Bubu: 'come frac?' 'frac' 'frac?!' 'frac, frac, stasera serve il frac, non l'abito norma...' 'ç@£&%$*&£$£%@zzooo!' 'non dirmi che siamo tornati a casa apposta e tu hai sbagliato vestito' '...'. Solo che era tardi ormai per tornare a #cittàsenzafiume, quindi #Yoghi e #Bubu sono comunque venuti in teatro"
"quindi in sostanza alle 20.33 c'eri tu che giravi come un matto dietro le quinte cercando dei pantaloni neri e #Bubu che girava come un matto dietro le quinte cercando una giacca con le code"
"esatto"
"panico."
"panico. Comunque #Bubu ha rimediato il farfallino e la giacca di #Polipo"
"ma come sempre #Polipo?!"
"#Polipo, perché chi è percussionista si può nascondere dietro le casse mentre #Bubu era in prima fila, solo che in camicia bianca senza giacca obiettivamente faceva schifo per cui #Polipo è corso dagli operai che spostano il pianoforte e si è fatto prestare una camicia nera per confondersi con il muro"
"...ok. Quindi, se ho capito bene, #Bubu ha suonato con le sue braghe dello smoking ma la giacca del frac di #Polipo che peraltro è molto più magro e il cravattino di #Polipo, tu con i jeans grigi che non si chiudevano sempre di #Polipo ma il cravattino e la camicia tuoi però senza fascia e gilet perché li avevi dimenticati e #Polipo era l'unico tutto nero con la sua giacca del frac ma senza cravattino e con la camicia di un operaio mentre tentava di confondersi con le pareti?"
"esatto."
"ma scusa, e l'ispettore che doveva darvi le multe? 3 multe cazzo, a te, a #Polipo e a #Bubu, che faceva, giocava a snooker nel seminterrato?"
"l'ispettore era piegato in due dal ridere dietro le casse."
"mm. Sì, ha un senso."
"ha un senso."
"ha un senso."


Per la cronaca (e la legge di Murphy), il concerto era registrato dalla RAI.

Il caso volle che la blogger Mamikazen, una corista del coro di CignoCittà che quel giorno era presente dietro l'orchestra, il giorno dopo il concerto scrisse un post inserendo un video fatto di sfruso da un corista mente cantava.

Il caso volle anche che quel giorno, sempre per caso, Mamikazen scoprisse questo blog e leggesse questo post.

Fu così che commentò, e fu così che io lessi il suo commento e quello stesso giorno ricambiai la visita.

Fu così che vidi il video.

Fu così che quasi mi strozzai con la spremuta, perché il violinista ripreso in primo piano vicino al corista che filmava, il violinista con dei jeans strettissimi a pezze grigie con l'acqua in casa e calzini troppo corti era mio padre.

Fu così che io e Mamikazen ci conoscemmo, e fu così che appena dopo Natale l'andai a trovare a CignoCittà.

Non si può dire che il mondo sia grande, ma a volte è davvero molto bello.

sabato 2 marzo 2013

1 su 3

Ore 20.13 di lunedì 25 febbraio

Siamo in un non luogo, le luci sono rosse e verdi, circondati da gente con sacchetti di Zara, il nastro con un cibo non nostro ci gira intorno su piattini colorati, entrambi stanchi, entrambi soli, entrambi di sinistra, entrambi soli. 

Io ho un mal di stomaco della madonna, il trucco sciolto, ho dormito poco.
Lui è come al solito, sorride beffardo, è mio corista ed è al quinto sashimi.

Ci guardiamo intorno.

Un cinese con look giapponese e accento emiliano mi suggerisce una coca cola, io invece bevo la seconda zuppa di miso, ho una R sola ma le vocali di Brescia, odio gli stivali da neve ed essere stanca senza essere languida.

Il cellulare acceso sulle proiezioni elettorali. 

Il mio più caro amico è oltre la Manica ed è talmente incazzato da chiedermi di non cercarlo per non vomitarmi addosso la rabbia per qualcosa di fottutamente ingiusto che gli è capitato che solo io posso capire, e che gli è capitato proprio nel giorno in cui qualcosa di fottutamente legale ingiusto è capitato alla solita parte di Italia che è in minoranza dal 1732 - ma avanti Cristo - e non sto parlando di quelli che sanno usare la virgola fra soggetto e verbo, che diavolo!

Io e #tenoreOne siamo a cena e siamo tutti e due musicologi, abbiamo studiato insieme. 

Tutti e due lavoriamo fra biblioteche e università, e siamo umanisti. Lui è gay, io vivo di musica. Lui vive di musica, io sono di sinistra. Lui è di sinistra, io non credo nel matrimonio. Io sono quella che si innamora, lui è musicologo. Io sono musicologa, lui è solo. Lui è umanista, io amo il biliardo. Lui odia i Deep Purple, io vivo di musica. Lui vive di musica, io faccio le domande. Io mi innamoro, lui è al nono sashimi.

Siamo in un non luogo, fa freddo. 

Le sedie in stile non nostro a fianco del nastro non nostro danno sul corridoio spoglio di un centro commerciale sovrastato da un cinema americano affiancato allo stadio di un gioco non nostro nel quartiere delle fiere vicino al casello a fianco della ferrovia parallela al fiume per metà nostro nella regione in cui si vive meglio d'Italia.

Mal di stomaco, il cellulare acceso sulle proiezioni, soli, il migliore amico lontano.

"guardati intorno"
"li vedi?"
"sì"
"gli altri, 1 su 3"
"1 su 3"
"sì, 1 su 3"
"1 su 3!"
"1 su 3."
"1 su 3 di quelli che mangiano il sashimi che per un attimo potevi prendere tu butterebbe nel cesso chi siamo e cosa facciamo, senza pensarci"
"1 su 3, senza pensarci"
"io e te viviamo di musica, biblioteche, arte. Tu sei gay, io agnostica e ai bambini faremmo studiare Catullo, Michele Serra e canto corale"
"cosa stiamo facendo qui?"
"1 su 3 di chi ci sta intorno, li vedi?"
"1 su 3, anche se non lo ammetterà mai"
"1 su 3"
"1 su 3 capirebbe, di noi, solo la scelta degli stivali da neve"
"per il resto ci butterebbe nel cesso"
"senza pensarci"
"senza pensarci"
"e molto contento del prossimo futuro condono"
"fischiettando la sigla di mediaset"
"felice per il 2-0 al Barcellona"
"1 su 3 ci butterebbe nel pattume, e senza differenziata"
"anzi, pensa che l'ha già fatto."

Io rimarrò qui, lui a settembre va negli Stati Uniti, il paese in cui i bibliotecari hanno persino ruoli nei film; il paese in cui Texas o non Texas hanno la decenza di avere un'alternanza.

Ma vien voglia di andarsene.



[Corollari]

[1]

[ore 00.01, rientro a casa dopo la prova del coro.
Mio padre invece dei risultati sta guardando il biliardo.
Passiamo 136 secondi a commentare laconicamente le imbucate di Selby.
Va a letto senza nemmeno dare un'altra occhiata ai risultati.
"domani ci sarà il crollo della borsa"
"io avrei giocato la gialla, mica la verde."
Decisamente abbiamo perso. Tutti.]

[2]

[il giorno dopo a colazione.
Mia mamma: "beh, non mangi i cinquestelle?"
"scusa?"
"i cinqueste..."
"vuoi dire i pandistelle"
"ahahah."
"non li digerisco"
"pensavo ti piacessero"
"ho smesso."]