mercoledì 27 gennaio 2016

Pleonasmi che hanno stracciato il cazzo (PCHSIC)

#1

"ciao Trantor"
"ehi ciao!"
"ahahahah mi fai sempre molto ridere con quelli."
"ma cosa... Dici questi?"
"AHAHAHAH SÍ"
"..."
"sei proprio buffa"
"..."
"LOL"
"..."
"mi fanno molto ridere quelli"
"ho intuito"
"ihih."
"..."
"il fatto è che sono buffi."
"non mi dire."
"infatti!!!"
[glieli agito davanti al muso] "ehi non dirai mica questi?"
"AHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAH sìììì quelli!!!"
"..."
[continuate pure, quando l'uranio finisce l'ultimo chiude la porta]


#2

"ciao Trantor!"
"ciao #insegnantediconservatoriocheseistatalamorosadimiozioneglianni'70"
"ahah beh ma cosa ci fai con quelli?!"
"quelli co..."
"AHAHAHAH"
"secondo te cosa ci faccio?"
"NON LO SOMUAHAHAHsalutamituozioAHAHAHAH"
"."


#3

"ciao Trantor, no ma ti prego dimmi subito dove hai preso quelli!!!"
"ciao e come stai anche a te, io bene grazie, tu? Comunque #quel negoz-"
"no perché sai la mia morosa li vuole ma io non so assolutamente dove prenderli non credevo esistessero sei un idolo a presto ciaooooooooooooo!!!"
"..."


#4

"ciao Tran... AHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHA"
"cosa cazzo."
"AHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAH-"
[il sole si è spento ed ancora lì che ride]


#5

"ciao Trantor"
"ehi cia-"
"ahahah ma ci senti? CI SENTI?!"
"ma porca puttana, che cazzo! Certo che ci sento maledetto imbecille"
"ahahahah ti adoro!"
"io no"
"eh?"
"niente"
"..."


#6

[sarcastico] "Trantor, ma per caso sei una marziana?!"
"eh?"
"con quei cosi"
"ma vaffanculo anche tu sfigato servo della gleba che non vedi una figa da vicino dal '91"
"eh?"
"niente"
"sembri un'aliena"
"..."
"una marziana"
"sì, ok?"
[trionfante] "ahah ti mancano solo le antenne" [giuro]
"era il mio piano fin dall'inizio"
"... eh? ...ah. Vabbé ciao."
"..."


#7

"ciao Trantor!"
"ciao."
"tutto bene?"
"sì. Beh non ridi?"
"di cosa?"
"di questi"
"questi cosa?"
"questi."
"ah, boh, vabbé, e allora? Neanche li avevo notati"
"no, era per dire. Saresti l'unico."
"sono anche il tuo moroso."
"già."
"..."
"beh allora ok."
"sì"
"ok."
"."


A #cittàsenzafiume i paraorecchi sono come la formaggella camuna negli anni '70, mia madre ha bestemmiato per anni perché qui alla coop non la trovava ma da quando si è diffusa tutti fanno i ganzi senza sapere nemmeno dove stia il lago d'Iseo.

Vorrei segnalare che i miei - i paraorecchi, dico - N*O*N sono a forma di pandaotocione, oloturia, sfigaInghilterra, milfLSD, Le Malvestite (dio quanto mi manca), infanziaviolata, topa o zecca morta.
Se non vi fidate li fotografo, così poi potete ridere anche voi della loro sconcertante, insultante normalità. E sono pure beige.

A voler ben guardare poi non sono molto pronta per una nuova giornata di AHAHAHAHAHA-HAI-I-PARAORECCHI-LOL domani nella pleonastica #cittàsenzafiume, per cui siete pregati di prendere un cazzo di treno e venirmi a trovare con addosso dei paraorecchi, così poi andiamo a prendere un caffè coi paraorecchi in onore dei paraorecchi e almeno ci dividiamo questo peso.
Fra 50 anni qui diventerà di moda e nessuno si ricorderà di noi.
Grazie.

martedì 12 gennaio 2016

Circoletti, Kurt Russell, fila, lega

E' il 23 dicembre, ultimo concerto della stagione, 24° concerto del 2015 con i miei cori.
E' stato un anno pesante e felice.

Sono le 21.08, il concerto è programmato alle 21, il pubblico gente con seri problemi di socialità è già in chiesa dalle 20.40.

In sagrestia al solito regna il delirio totale: frotte di sparaventose frugano alla ricerca di parti mancanti nel mio trolley pieno di fotocopie in disordine, in 7 stanno cercando di sistemarsi il foularino natalizio rosso sull'abito da concerto con risultati che fanno molto ridere altri coristi a cui il foularino cade e loop, in 5 scartano caramelle sull'altare (indovinate chi alla fine raccoglierà le carte), uno si prova le tonache da chierichetto e posta selfie su instagram mentre la curia ci fa causa, 3 ripassano la parte del tenore di un pezzo di Mendelssohn bestemmiano e i soliti 2 (già noti alle forze dell'ordine) distribuiscono tavor.

Qualcuno urla IL BUCATOREEE e mentre mi slaccio la camicia e metto i tacchi alti gli lancio prontamente la #reliquia, ossia Il Sacro Foratore a 4 Buchi (SFAQ-bu) il quale, puntuale come la gag di s. gennaro, rilascia milioni di circoletti bianchi in tutta la sagrestia e dentro le mie scarpe (il modo migliore per tracciare i miei spostamenti è seguire le piste di circoletti bianchi nel mondo).


Sono le 21.09 e ripenso a quando ero corista nello #storico #coro di X, a come ero diligente nel mettere a posto le parti il giorno prima del concerto, così giovane e già catalogatrice fottuta, e a come inorridivo sorridendo nel vedere l'amato direttore #KurtRussell che alle 21.13 si doveva ancora cambiare e sardonico, in boxer, dopo aver rinunciato del tutto a mettere in ordine i pezzi era più propenso a discutere il menu del ristorante in cui andare dopo, mentre in sagrestia puntualmente regnava il delirio più totale caramelle cartacce reggiseni tresche gente che non sa mettere un farfallino e CIRCOLETTI BIANCHI, ma io sotto sotto ammiravo moltissimo il suo cinismo sornione da musicista consumato ("ma come fa?" "LFDL.").

Poi ho iniziato a dirigere cori a mia volta, e per un po' di anni sono stata brava come allora: sistemavo le parti per tempo, bucavo i fogli il giorno prima, controllavo che la cartella fosse in ordine e toglievo i pezzi che non mi sarebbero serviti, come quando avevo il colletto della camicia in pizzo che mi metteva mia madre alle medie mentre le altre potevano già vestirsi da troie.


Invece ora è il 23 dicembre 2015, sono le 21.11, ci sono 5 gradi sopra lo zero, qualcuno ha iniziato a presentare senza chiedermi un cazzo e ho ancora addosso il vestito da concerto mezzo slacciato.
Alcuni circoletti bianchi sono finiti nella scollatura, ma ormai non li tiro più neanche via, ce li lascio perché mi affeziono, tengono caldo.

Mi tiro su i collant mentre una corista mi allaccia il corsetto e sotto la dettatura di un tenore agitatissimo tento di mettere in ordine le mie stesse parti usurate come la chiglia di un peschereccio, indicando nel contempo dove si trovano le parti doppie di Jesus bleibet, rovistando in borsa per trovare il diapason e istruendo i coristi sull'entrata in fila indiana, anche al Cern farebbero fatica ("ma in fila indiana in che senso?" "ma in fila per uno o per due?" "ma perché in fila?" "allora per due, yea" "ma fila in che senso?" "ma per uno?" "ma per mano?" "ma in che senso fila?" "hai del rossetto sui denti" "col mio coro di Sciaffusa non entravamo mai in fila e francamente credo che blablablabla" "ho tempo di andare in bagno?" "ma perché nonFOTTETEVI TUTTI.).


Nel frattempo sono le 21.16, il sindaco sta finendo di parlare, mi riavvio i capelli a caso mentre qualcuno dice di far entrare i coristi perché siamo già in clamoroso ritardo e metà del pubblico è in cancrena, l'altra vota lega.

Mentre sfilano davanti a me con la loro bella cartellina a destra e la definitiva prova della teoria della relatività (concetto di /abito nero/) e del principio di indeterminazione (/abito lungo/) un contralto sorprendentemente lucido mi sistema lo spallino del reggiseno e nasconde l'etichetta della giacca.
Ho del rossetto sui denti e il forte dubbio di avere le parti nell'ordine del cazzo.
Qualcuno mi fa notare che ho anche le occhiaie di Vincent Schiavelli.
Alcuni circoletti muoiono nell'ottemperanza del proprio dovere.

Epilogo
Nel presentare mi infilo in un paio di subordinate del cazzo da cui nemmeno Cicerone riuscirebbe a uscire, nel #solitomottetto di Palestrina io e metà del coro ci commuoviamo come adolescneti davanti a Casper, non dimenticheremo facilmente la spalla cotta calda e la mostarda del rinfresco, e penso che ho imparato proprio tutto da #KurtRussel, e che probabilmente lui non lo saprà mai.

Insieme a lui abbraccio anche voi, che la forza della lucidità sia con voi.
Baci.