martedì 14 marzo 2017

Why don't you do right

Centro storico di #città senza fiume, vecchio palazzo neogotico, è febbraio ma non fa freddo.

Siamo io, i miei, due signori sposati dal Pleonastico che bisticciano ma si tengono per mano, un agente immobiliare grasso che gannisce da tanto è contento (manca solo che si metta a saltare in una tinozza cercando di impossessarsi di una manichetta idrica), 6 dipendenti tutti uguali, un distributore d'acqua come nei film americani, 2 enormi teche di vetro contenenti opere d'arte contemporanea, pareti e pareti di faldoni uguali ai dipendenti, e una scatola di biscotti del 1922.

Siamo tutti attorno a un tavolo.

Mio papà ha in mano il blocchetto degli assegni, io ho un abito nuovo ma occhiaie precedenti, i capelli puliti ma viso slavato.

Mia mamma chatta con i suoi amici del #localecircoloarcheologico - quel circolo dove tutti gli esemplari maschili sono Indiana Jones ma disgraziatamente assomigliano anche a Stephen Tobolowsky -, dimostrando di essere (quasi) più abile di me a whatsapp e senz'altro molto più richiesta.

Siamo sempre tutti intorno al tavolo e io guardo la scatola di biscotti del '22.

Poi eccolo.
Il notaio.

Il notaio, perché con l'aiuto dei miei sto comprando, per me, un appartamento dai signori del Pleonastico.
Il notaio dunque entra e, ma pensa che buffo, Il notaio è pressappoco così.

Ok, bionda e non rossa, vestito nero e non viola, non c'era il trio jazz dietro e soprattutto non portava guanti.
Tuttavia era uguale.

Valuto per un attimo l'ipotesi di cambiare interessi sessuali, in questo aiutata dallo scenario gentilmente offerto in quel momento dall'agente immobiliare, che per brevità chiameremo Foxy, Foxy la volpe che sbava, poi torno in me e mi metto a guardarle le t*tt*.

Il Notaio (da allora ha la maiuscola) è estremamente gentile, ha una voce leggermente roca ma flautata, ed è pazzescamente cortese.
Sembra ingenua, se non fosse che mio papà alla fine del rogito ha un'incertezza nel compilare l'assegno e lei glielo prende di mano, con una dolcezza che neanche le modelle di Mucha cazzo, e se lo compila da sola perché "sa oggi non se ne compilano più", e tutti stiamo lì ammirati a imparare come ci si compila da soli un assegno circolare da 4 volte il mio stipendio.

Poi avviene tutta la pagliacciata pagliacciata della lettura di blablabla, e infine i coniugi del Pleonastico mi consegnano La Scatola del '22, che sto guardando appena un filo meno delle t*tt* di Colei.

La Scatola in realtà è piena di chiavi, talmente tante chiavi divise in mazzi che a casa hanno occupato tutto (tutto) il tavolo della cucina, e con le quali abbiamo giocato a memory per una settimana.

(Un grazie ai costruttori dell'appartamento che hanno creduto necessario disseminare i contatori in 5 vani diversi su 4 piani diversi, e ai coniugi del Pleonastico, i quali hanno probabilmente iniziato a lavorare su questa faccenda del preparami i mazzi di chiavi nel '77, durante la crisi del petrolio).

"non si sposi!", flauta Il Notaio con la voce più bella per cui Wagner abbia mai scritto, "che periodo meraviglioso, una casa da sola!", mi sorride con la sincerità di un bambino e una pettinatura che non saprò mai replicare.

"non faccia figli e comunque se la goda"
"ok"
"non si sposi mi raccomando"
"ok"
"firmi qui. Ah e si diverta, che meraviglia!"
"ok"
"un'altra firmetta... Vedrà che bello. Eh, potessi non essere sposata!"
"ok"
"e poi lei fa musica. Ma che meraviglia!"
"vero"
"non si sposi la prego"
"m..."
"non lo faccia!"
"..."
"e ora l'assegno. Ecco bravissima."
"... grazie"
"stia attenta con i tacchi, dopo una vita di tacco 14 ho la schiena distrutta"
"ok"
"ma soprattutto non si sposi."
"...h."
":)"
"..."
"(:"
"."


Foxy esce (probabilmente va in bagno), i coniugi del Pleonastico si congratulano, mio papà si ferma a parlare con Lei delle opere d'arte contemporanea sotto teca, io mi faccio offrire un caffè da un faldone.
Mia mamma sorride un sacco, ha sempre adorato le scatole di biscotti del '22.

I più abili di voi, se hanno trovato me, troveranno anche Lei.
Mi mancate ma vi penso.
baci.