venerdì 30 settembre 2011

Q.

L'altro giorno ho trascinato il mio coro sparaventose in un altro dei concerti che solo io posso trovare nella bassa padana più bassa, al limite del goto (nel senso di confine).

Solita cronistoria demenziale.


ore 19.01

Ritrovo per fare le macchinate.
Mia abituale ansia elevata alla 3.

Partiamo alla volta del paesucolo di Q. nella provincia rivale, io ho in macchina #coristaMax.
Impostiamo il navigatore come sempre su un posto totalmente a caso, dato che come sempre il paesucolo del concerto non è censito dalle mappe.


ore 19.42

"dove c**** siamo?"
"c****! Arriveremo in ritardo"
"imposta di nuovo quel c**** di navigatore del c****, per favore"
"è che non trova quel c**** di paesino di Q., c****"
"c****!"


ore 19.49

"ma che c****..."
"ma dove c**** stiamo andando!"
"saremmo già dovuti esser lì, c****!"
"Trantor ti squilla il telefono, scommetti che è l'organizzatore che ti sta aspettando davanti alla chiesa?"
"è che vinceresti tu, c****"


ore 20.02

"MA DOVE C**** SIAMO"
"prendi quella via lì, oppure no, o sì, dal navigatore non si capisce un ca..."
"mettilo via, mettilo via!"
"ha veramente rotto il c****. Facciamo a naso che si fa prima"
"ok. Scusa Max se sto guidando da c****"
"vai tra. Ora uso google maps e voglio proprio vedere, c****!"


ore 20.08

"dove c****..."
"non dire niente. Riaccendi il navigatore."
"sì."


ore 20.15

Non si sa come arriviamo al paesucolo di Q.
Il paesucolo di Q. di 35 abitanti è dotato di un sistema di sensi unici che sembra di essere in ztl a Milano.
Ci perdiamo altre 53 volte.

Alla vista dello stop a cui ci siamo già fermati 7 volte nel giro di 6 minuti sbatto per terra il navigatore e mi dimetto dal ruolo di direttore (fa rima).


ore 20.17

Quante probabilità c'erano che 3 auto contenenti coristi partiti da punti di diversi di luoghi diversi in momenti diversi su percorsi diversi si trovassero allo stesso cazzo di stop di prima e rischiassero di tamponarsi a vicenda come idioti?
(e una delle auto era guidata da un vigile, ndr?)


ore 20.58

Il concerto sta per cominciare.

Nonostante possa ormai considerarmi abituata a certe scene, noto con orrore che #coristaAvvocato tiene in mano un pezzo di cornicione affrescato borbottando da solo "...dev'essere del '700 inoltrato" mentre si dirige con fare innocente verso l'uscita.


ore 22.35

Come bis scelgo questo.
Scoprirò solo più tardi che i coristi mi hanno tutti odiato profondamente e avrebbero venduto i figli pur di togliere di torno Palestrina e andare a mangiare.


ore 23.00

Ci fronteggia la disastrosa e tragica verità, ovvero l'assenza di rinfresco.

Chiediamo quindi ad un capannello di autoctoni quale sia la pizzeria più vicina, per ricevere in cambio 5 nomi di pub irlandesi, 3 indicazioni dettagliate per la stazione di Voghera, 2 ricette della torta fritta e 8 versioni discordanti sulla polemica che da mesi imperversa fra il sindaco e il sagrestano.


ore 23.07

Smarcati dal capannello di autoctoni, #coristaMax sale di nuovo in auto con me (non so come possa sopportarmi ancora) e per prima cosa si mette a riparare tutti i 14 aggeggi elettronici fuori uso che ospito sulla punto da settimane.


ore 23.45

Cena. Io non bevo (sarebbe il colpo di grazia), ma psichicamente la stanchezza è peggio.

"Trantor, ma non eri mancina?"
"no, ho smesso"
"ah. E io che credevo..."
"no. Tu piuttosto, #coristaMax, cosa sei?"
"ambidestro"
"ma dai! E quindi con che mano..."
"eh?"
"cosa?"
"cosa"
"cosa!"
"what?!"
"eh? Con che mano che cosa?"
"facciamo che te lo chiedo dopo in macchina."

mercoledì 28 settembre 2011

Che fatica


Ritorno in treno con 2 colleghe. Cerchiamo ovviamente 3 posti vicini.
L'unica soluzione consiste in 2 posti già liberi e uno occupato dalle borsette di una settantenne in gamba e ben vestita che legge Repubblica e siede proprio di fronte.

"signora, è libero quel posto?"
"ah. eh. sì, sì. beh, un attimo."
"ragazze, si è liberato un posto anche qui [al di là del corridoio centrale], non è necessario che la signora si scomodi"

[la settantenne intanto libera l'altro posto]

"signora, non si preoccupi, se vuole lasci pure le sue bors..."
"ma come, non mi direte che mi avete fatto fare tutto questo lavoro e adesso non vi sedete, eh?!"

Il punto è che non capisco come una così potesse leggere Repubblica.
 

martedì 27 settembre 2011

Rischi del bibliotecario #4

Oggi, corso di aggiornamento con colleghi bibliotecari e catalogatori.
Una di loro mi è sempre stata sul c**** fin dal primo minuto.
A parte questo, oggi la sento pontificare fra grasse risate, a metà fra un evidente dispregio per una notizia che ritiene inutile e la convinzione di fare una battuta epocale: "ma 'sti neutrini chessono, delle cose piccole?" e la mia opinione non è cambiata.

lunedì 26 settembre 2011

Potrei andarci io

A quanto pare è sufficiente avere un velato interesse per la fisica nucleare, leggere Asimov e guardare Star Trek per capire di neutrini e bosoni molto più della gelmini.
Probabilmente basterebbero anche per fare il ministro dell'istruzione.

domenica 25 settembre 2011

La sottile ironia rossa

Highlights di campanilismo emiliano


#1

Sofi: "Trantor, stasera esci con noi nella #sottovalutata, amata e campanilista città emiliana senza fiume in mezzo?"
"no, proprio adesso sono a Parma ad un concerto"
"eh fiii, che stoviaaa! A Pppaaavma!"
"eh già, pensa te, dillo a Pipes che voglio sentire la sua versione dell'accento di Bevceto da qui"
"è qui, sta urlando "Mavia Luigia" da circa 2 minuti"
"a proposito, ma quand'è che ci facciamo dello shopping parmigiano io e te?"
"subito. Sabato. Dai, facciamo girare l'economia dei [mpfff] Favnese e di [ih ih ih] mavia luigia, fiii!"


#2

#capoBibliotecario: "Trantor, bisogna spedire questo libro a maestro Y"
"sì capo, faccio subito. Indirizzo?"
"Parma, borgo collegio Maria Luigia d'Austria"
"ok."
"...mancano solo i paggetti con parrucca e l'ermellino di Napoleone e poi siamo a posto"
#collegaV: "mpfffh, Pavma, la piccola Parigi"
"capo è sicuro che non si scriva mavia luigia con la v? Guardi che secondo me conviene controll..."
"mpfff coff coff no, Trantor no, spedisci quel pacco e bas..."
"muahuahuah, la petite capitale!"
"che è 'sta storia della piccola capitale?
"capo, si autodefiniscono umilmente così, la piccola Parigi! Non lo sapeva?""mpfffffuahuahuah, ma stai scherzando!?"

ad libitum.


#3

 "coro sparaventose, il mese prossimo faremo un concerto nel paesucolo di L. inferiore, nel parmense"
"in che senso inferiore?"
"è come New York, c'è uptown e downtown"
"aaah, sono tutte piccole capitali, ma certo [mpffff...]"
"quindi cambiamo ducato! E' un casino!"
"già. Terremo alto l'onore degli Estensi. Possibilmente venendo alle prove e cantando dignitosam..."
"la piccola Parigi, ma LOL!"
"eh eh eh"
"muahuauhauah!"
"mavia luigia, ih ih ih!"
"la violetta di Pavma, uh uh uh!"

ad libitum.

[Dopo un po' snerva.]

giovedì 22 settembre 2011

Rischi del bibliotecario #3

Avere come l'impressione di esservi complicati un attimo la vita quando proponeste entusiasti al sovrintendente regionale per le biblioteche di inserire anche la descrizione della filigrana nelle vostre catalogazioni del libro antico.

"sovrintendente, sarebbe un peccato immondo trovarsi di fronte ad una splendida filigrana a forma di aquila estense coronata inscritta nella mezzaluna simbolo della reale cartiera di Toledo e non segnalarla!"
"non è necessario, è troppo oneroso, come lavoro"
"ma..."
"è interessante, ma non richiesto"
"ma..."
"sarebbe indimenticabile, ma non richiesto"
"ma..."
"mi piange il cuore a declinare, ma non è richiesto"
"ma... Toledo... Cartiera... Aquila..."
"mio giovane virgulto catalogatore, è ammirevole la tua appassionata dedizione. E filigrana sia!"

Proprio una grande, grandissima idea.

Voi e la vostra maledetta filigrana di Toledo.

mercoledì 21 settembre 2011

Fantasie sugli utonti #1

"ehi ragazzi, dobbiamo allestire la vetrina per la settimana degli open days nelle biblioteche!"
"yeah, capo. Che si fa quest'anno?"
"vetrine dedicate alla salute mentale."
"..."
"..."
"..."
"mi sembra abbastanza ovvio che basterebbe appiccicare degli utonti alle pareti."
"eh eh eh"
"ih ih ih"
"uh uh uh"
"guarda che mi hanno già fatto la stessa battuta in 15, stamattina."
"...oppure della carta moschicida, attaccata alle vetrine e loro ci si stampano sopra tipo mosche! T'immagini?"
"eh eh eh"
"ih ih ih"
"uh uh uh"
"bello da Dio!"
"...sssì, ora [mpfffgh ih ih ih] lavoriamo però [coff coff]. Trantor!, guarda che ti ho vista. Pensa a catalogare quel libro e smettila subito di ridere!"

E invece nella biblioteca dell'Augusta Città di X, dove catalogo sola soletta ascoltando tutte le conversazioni dei colleghi, qualcuno va a chiudere la porta che mette in comunicazione le sale per gli utenti e l'ufficio e tutti quanti scoppiamo in una risata convulsa della durata di circa un minuto.

martedì 20 settembre 2011

Pastori tedeschi, boxer, fagiani

L'altro giorno io e il solito manipolo di sparaventose (leggi coro) siamo andati in trasferta nel ridente e sperduto paesino di Mortara.

No, non è la vera Mortara. Mi sono inventata il nome e lei nel frattempo esiste veramente, pensa te.

Comunque questo è solito resoconto demenziale.


ore 19.31 - ritrovo al parcheggio per fare le macchinate

La mia ansia è già incommensurabile.
Il concerto inizia alle 21 e Mortara sta a 65 km di schifose strade basse dalla nostra augusta e sottovalutata città di P.
Abbiamo un'ora e un quarto. E' maledettamente poco.

E soprattutto, arrivo al parcheggio e trovo 3 coristi su 10 placidamente muniti di cono gelato, e #coristaVigileF. con in mano una immensa straripante ciabatta piena di cioccolato e nocciola.

Inoltre non si capisce dove sia finito #coristaVigileA., teoricamente di ritorno dal suo giro di pattuglia ma in realtà mai arrivato.

Dopo aver finito i coni e guardato #coristaVigileF. sbafare la ciabatta impostiamo i navigatori - i quali non trovano affatto Mortara - su un posto a caso, possibilmente in un'altra provincia.


ore 20.14

In effetti #coristaVigileF. guida abbastanza allegro, anche per i miei canoni.
Anche per i dossi.
Ma mi fido più di quelli che guidano allegri piuttosto delle DCNG eccetera eccetera.


ore 20.54

Arriviamo in chiesa tutti alla spicciolata e ansimando come fagiani braccati.
I dintorni della chiesa sono colonizzati da centinaia di tavoli della sagra locale, autoctoni locali, zanzare locali, calderoni locali e gnocco fritto locale.

Supero me stessa e riesco a fare una prova di acustica totalmente inutile in sagrestia mentre i tenori si confrontano i boxer, un contralto ha la gonna infilata solo in una gamba e FrauD. si è impiastricciata le dita di sangue di zanzara locale.


ore 21.15

L'organizzatore è maledettamente simpatico, ma soprattutto è addottorato al DAMS.
Non c'entra un cazzo, comunque fa sempre piacere.

Il concerto prevede programma bachiano e relativo commento teologico da parte di un pastore tedesco - no, non farò la solita battuta reiterata milioni di volte a cui i miei coristi ancora ridono come scolaretti e no, non è parente di ratzinger, e comunque sì, l'accento è proprio uguale.


ore 21.18

Nonostante abbia scoperto che uno dei miei tenori porta boxer con su i pentagrammi, il concerto prosegue e va abbastanza bene, se escludiamo un caldo maledetto, un'acustica schifosa e la mia idea cretina di mettermi un coprispalle di plastica a maniche lunghe - questo, per inciso.


ore 23

Dopo che una beghina idiota ha buttato circa 46 monete del c**** nella cassetta delle offerte (metallica, cassetta delle offerte) facendo un casino dell'ostia mentre l'organista stava suonando, il concerto finisce.

Finisce con circa 45 minuti di ritardo rispetto alla sopportazione media del pubblico di fronte ai commenti teologici sulla Lipsia del primo '700, ma dopotutto non è male, per un cane.
Che ridere, eh.


ore 23.22

Il momento fatidico è giunto.
Ci offrono il rinfresco a base di gramigna alla salsiccia, gnocco fritto, vino, salumi, torte, caffè.
Il pastore tedesco si rivela un adorabile mattacchione che racconta barzellette, io vengo sequestrata dal dottorando del DAMS per parlare di professori associati.


ore 00.54

Non so come sia possibile, ma #coristaMax e #coristaOrganista a quest'ora disquisiscono seriamente di armonizzazioni organistiche passandosi la paglia e bevendo vino.

Ho poi scoperto che sono andati avanti così fino ad orari impossibili, ma credo che poi il discorso abbia deviato verso la gnocca.


ore 02.14

Arriviamo a casa. Il navigatore ha fatto passare qualcuno dalla diocesi di Chioggia, qualcun altro da Alessandretta.
La cosa importante è che sulla mia auto ci si è scannati sulla serietà di un papa che pensa contemporaneamente alle scarpe di prada, ai paramenti d'oro dei Medici e a cosa dovrei fare io col mio utero.


il giorno dopo, #coristaMax ed i suoi amici

#coristaMax: "ehi ragazzi, che si fa stasera?"
#amico1: "yeah, andiamo a quella sagra in quel paese bellissimo nella bassa vicino a dove abita #amico3"
#amico2: "yeah, grande idea! Come si chiama quel posto?"
#amico1: "yeah, qualcosa come Mortara, direi"
#coristaMax: [censura]

sabato 17 settembre 2011

Crusca agnostica

Inquietante il fatto che la tastiera "intelligente" dell'iPhone modifichi automaticamente la parola papa in Papa. 



Dopotutto mi chiedo se sia il caso.

domenica 11 settembre 2011

#donFonato, cateteri, tuniche, organi che vibrano

Nei giorni scorsi io e il coro sparaventose abbiamo tenuto un concerto nel ridentissimo paesino di D., nelle nostre terre.

La particolarità del concerto risiedeva nell'avvicendarsi di coro e organista solista, per cui se abbiamo cantato alcuni pezzi davanti all'altare, il resto del concerto l'abbiamo passato nascosti nell'abside, fra gli stalli dei frati, teoricamente ascoltando l'organista.


20.00

L'organista è figo.


20.53

#coristaVigileF.: "#donFonato, c'è un bagno?"
#donFonato: "sì sì, vai nella canonica, bussa tre volte e poi alla donna che risponderà dì che te l'ho detto io, poi vai per di qua e per di là."
"ok."

Peccato che si trattasse del bagno di una delle camere della casa protetta parrocchiale, con incluso passaggio davanti al letto della degente ottantenne cateterizzata giustamente atterrita dall'ingresso imprevisto di #coristaVigileF., peraltro nerovestito.


21.02, nell'abside aspettando l'inizio del concerto

"ehi guarda quante tonache da chierichetto!"
"ah ma bellissimo!"
"dai, proviamole"
"dai"

Alle solite.
#coristaMax e #coristaVigileF. si infilano subito varie tonache ciascuno mentre ridono come idioti mentre io li fotografo mentre rido come un'idiota mentre le foto vengono tutte mosse e mentre veniamo immediatamente beccati da #donFonato, il quale mi stava cercando per gli ultimi accordi sull'uso del microfono.

Tutto molto inglese, faccio finta di niente, piloto abilmente #donFonato verso la sagrestia discorrendo di antichi templi mentre quei due disgraziati si levano le tonache in un generale clima da zelig congelato.


21.37, nell'abside mentre l'organista suona

Diviene dunque evidente che i coristi, in un raptus di esegesi veterotestamentaria, hanno deciso di prendere alla lettera il passo biblico affrescato qui.

Cioè.

"in vociferatione" viene interpretato con "chiacchiericcio diffuso condito di risatine soffocate e fotografie vicendevoli fra gli stalli dei frati".
"psallite" con "spettegolate".
"bene" con "dai cerchiamo qualche arredo sacro da trafugare per il mio salotto!".


22.05, in sagrestia mentre l'organista suona

Becco #farmaCorista a curiosare da solo nei cassetti della sagrestia con addosso una stola cardinalizia viola.

Ed una strana espressione antiquariale in faccia.


22.30

Il concerto è finito, #donFonato saltella qua e là entusiasta, si impadronisce del microfono per i ringraziamenti di rito e riesce, nell'ordine, a:

- chiamarci più volte "coro santa antonia da padova"
- confondersi.
- sbagliare più volte il nome della rassegna concertistica.
- dire con grande enfasi che "...quest'organista ha proprio fatto vibrare il suo organo!"
- confondersi.
- promettere casse di lambrusco a me, all'organista, all'organizzatore, ad un basso, all'organaro, ad un mio amico che è venuto per riprenderci, al vescovo di Novara, ad uno entrato lì per caso, ad un suo parente nel pubblico, a klaus davy.
Peccato che non ci fossero bottiglie abbastanza.
Nè rinfresco.
- sostenere pubblicamente che a Natale io terrò sicuramente un concerto sempre lì, quando questo non solo non era stato neanche ipotizzato, ma il coro con cui in realtà aveva preso contatti per Natale era un altro, ossia quello di #coristaDirettore.
- confondersi.

Ma noi gli abbiamo voluto bene lo stesso.

giovedì 8 settembre 2011

Rischi del bibliotecario #2

Ricevere periodicamente la telefonata non richiesta del bibliotecario pazzo di #inutile-paesucolo-della-bassa il quale vi informa con dovizia di particolari della casistica delle erbe palustri, della prossima fiera degli arbusti estinti e del vicino sito didattico dedicato al neolitico emiliano.

Rischi del bibliotecario #1

Se stai catalogando ammuffiti volumi del settecento francese:

non è possibile emettere un profondo sospiro sconsolato ogni volta che leggi la parola "Parigi" nel colophon editoriale.

Ancora peggio se si sono addirittura spinti nell'indicare dettagliatamente il vicolo del tipografo nel dedalo di viuzze vicine a Notre Dame, e tu sei lì come un idiota a chiederti perchè il 1 novembre non farai il ponte.

mercoledì 7 settembre 2011

Oggi non me l'aveva chiesto ancora nessuno

"Fraublucher, se vuoi passar da me per controllare le mie orchestrazioni per la scuola di musica ora sono libera"
"benissimo Trantor, sono lì fra 15 minuti."
"ok. Ah senti, un piacerone: non è che hai lì del maalox?"
"uhm, sono a casa della Fede adesso... Aspetta che glielo chiedo!"
"..." [confabulazione confusa]
"pronto Trantor? Sì sì, ce l'ha. Fra poco te lo porto."
"grazie infinite Fraublucher!"
"niente. Ah senti, piuttosto la Fede mi sta dicendo qualcos... come... ah sì, mi dice di chiederti se sei incinta. ...Sei incinta?!"
"cazzo, ma è per il maalox? Ma comunque no, no!"
"ah ok. La Fede è qui e ti saluta!"
"ok. Cazzo, dille che non sono incinta, ok?"
"ok, ok"
"no ma nel senso di ENNE O, ok?"
"ok, via tra, vai tra. La Fede dice che comunque hai tempo. Ciao!"

Vai tra un cazzo.
Ora di pastiglie di maalox ne devo prendere 2.

venerdì 2 settembre 2011

E' successo di nuovo.

Ho dovuto riportare a casa una DCNG.

Dovevamo entrambe andare nell'augusta città di V., a 90 km da casa mia e più o meno anche dalla sua (anzi, più lontano ancora, ndr).

E nonostante io *preferisco* usare il treno lui sì che è sicuro e non inquina e così non roviniamo l'ambiente e poi in autostrada è veramente-veramente pericoloso beh, indovinate a chi ha chiesto di essere riaccompagnata a casa dopo la cena in questione. In autostrada.

Fenomenologia come da manuale; avevo previsto ogni cosa e ogni commento in maniera così delittuosamente perfetta da farmi quasi sospettare di essere molto, molto acuta.

Solo in certe cose, ovviamente.


#1
A 400 metri da una rotonda un'autocisterna enorme è ferma per dare la precedenza.

DCNG, nel veder profilarsi all'orizzonte l'autocisterna: "ODDIOMAMA!" [decibel insopportabilmente alti, ndr]
"eh?"
DCNG: "CHE FA QUELLA?!"
"sta solo aspettando di entrare in rotonda"
"..."


#2
In una strada della periferia dell'augusta città di V., a una corsia, in mezzo ad un tranquillo e innocente quartierino residenziale.

DCNG: "ora siamo in tangenziale, vero?"
"no."
"no. Il fatto è che qui c'è una corsia sola, 8 semafori, 4 mila rotonde."
DCNG: "ah"


#3
"DCNG, ti chiedo la cortesia di farti venire a prendere al casello di G. Se infatti ti devo anche portare fino a casa vuol dire fare 35 km in più, perdere un'ora e mezza di sonno e domani devo andare a lavorare presto e ho pure  un concerto serale" [e poi non mi va proprio a genio di fare il taxi agratis, diciamolo.]
DCNG: "...ah? Sì, ok. Mi faccio venire a prendere da mia mamma al casello prima della mia città, allora"
"benissimo, grazie. Dille che le facciamo uno squillo quando siamo a 20 minuti da lì, così parte e non aspetta inutilmente"
DCNG: "ok, certo."

[...]

Nel frattempo ceniamo e poi usciamo dal ristorante dell'augusta città di V.; notare che fra il ristorante e il momento di fare lo squillo alla mamma della DCNG sarebbero dovuti passare almeno *40 minuti*, tra portare a casa un'altra persona, entrare in tangenziale (quella vera), prendere l'auostrada e arrivare al punto dello squillo.

"DCNG, che dici, andiamo?"
DCNG: "sì. Mia mamma è già lì."
"...scusa?"
DCNG: "è già al casello della tua città"
"ma cosa...?!"
"ma... Avevo detto di aspettare il nostro squi..."
DCNG: "è già lì"
"beh ora dovrà aspettare un'ora minimo lì ferma al casello, di notte...!"
DCNG: "no, è che l'autostrada è pericolosa, e lei non è pratica, e non ci guida molto volentieri, in autostrada. E' partita prima, ecco."
"e alla faccia del prima!"
"avrebbe fatto in tempo a raggiungerci qui, allora, no?"
DCNG: "beh non so se poi ha voglia di fare dell'altra strada in più, eh...!"

Perchè io invece la strada per portarti verso casa di notte nella pericolosissima autostrada in mezzo ai velox la faccio volentierissimo, eh.

E poi santissimo, un'altra DCNG nell'albero genealogico. Ora tutti capiamo.


#4
DCNG: "dove siamo?"
"da qualche parte fra C. Sud e C. Nord. Anzi, C. Sud l'abbiamo appena passato, vedi i cartelli?"
DCNG: "ah. E' che non c'è il sole, per quello non mi so orientare."

Sicuramente.
[E' la stessa che attraversando il torrente Secchia pensava fosse il Po, ndr.]


#5
DCNG: "mmm sì, in effetti dovrei proprio risolvere questa cosa del guidare."
"eh sì."
"eh sì."
DCNG: "è che l'autostrada è veramente pericolosa, pericolosissima. Io non credo di volerci andare."

Ma pensa che a volte se vuoi lavorare > guadagnare > mangiare > vivere non hai scelta, guarda te.

"...!"
"veramente, se stai attenta ai camion e stai attenta in generale e non vai troppo piano è molto meno pericoloso che andare ai 20 in mezzo alle vie di paese in un giorno di mercato, con ciclisti cani bambini scooter e varie DCNG che ti si buttano addosso."
DCNG: "ah. I camion. ...Tipo quello làaaaAAAAAAHH!"
"...? Non stava facendo niente!"
DCNG: "ci stava venendo addosso"
"...ma no, no"
DCNG: "..."


Ecco, quindi no, no e no.
A costo di essere antipatica, non ci sono giustificazioni, tu hai 30 anni, la patente ce l'hai, lavori come me, non siamo più nel diciannovesimo secolo.

giovedì 1 settembre 2011

La legge di Murphy esiste ed è l'unica cosa che alla fine muove gli atomi

#1
"ciao Trantor, se passi da me adesso ti allungo quel libro!"
"ciao, yeah, passo adesso Modena sud, fra 15 minuti massimo sono da te!"
"yeah, ti aspetto"
"a tra poco!"

e dopo 7 secondi mi si forma una coda davanti per veicolo fermo.

7 secondi.


#2
Stavo quasi per sentirmi figa con tutti i capelli sciolti e quel vestito e la canzone che mi piaceva nell'ipod e sorrido e la prospettiva di una mattina in biblioteca con #collegaB. e dopo 2 centesimi di secondo inciampo nel tombino.

2 centesimi di secondo.


#3
"...sai, io alla fine abito in campagna, non in città"
"ed è bello, vero?"
"sì, apro la finestra e vedo la vigna... Bellissimo."
"già. Sei fortunata, Trantor!"

e dopo 6 giorni le ruspe estirpano la vigna per costruire un conad e 4 nuove palazzine.

6 giorni.