venerdì 30 marzo 2012

Fibonacci

Insomma, io questa ve la devo raccontare.
Successa stamattina.

Entra Giovane Utonta in Apparenza Normalissima Utente, apparentemente sveglia, apparentemente adolescente, apparentemente sgaggia.

GUANU: "ciao! Vorrei il quaderno di Anna Magdalena Bach"
"certo, cara GUANU. ... Ecco, il volume ha collocazione PF 11654, vai tu a prenderlo? Sai dove sono i PF?"
"sì sì vado io, non preoccuparti!" e sparisce giuliva risucchiata dalla sala delle partiture.

Ora, la parete con tutti i faldoni contenenti le collocazione PF è sì una parete intera, ma è organizzata seguendo il semplice principio l'1 viene prima del 2 e poi di solito c'è il 3.

In breve, un cazzo di sistema decimale.
In alto a sinistra c'è il faldone con PF 1, in fondo a destra quello con PF 12862, l'ultimo.

Difficile? No.

"ehm scusa, puoi venire? Non lo trovo"
"vengo a vedere, forse è fuori posto"
"..."
"ma eccolo!"
"ma dove...?!"
"ma eccolo qua, no? Tra il PF 11653 e il PF 11655."
"...AH"
"scusa, ma tu dove hai guardato?"

Con un gesto vago sguardo grigio e "mah, qui" GUANU indica più o meno la zona dei PF 1562-1897.

Boh, secondo me era ovvio, ma forse sono io quella che si è f*ttuta il cervello a forza di guardare 24.

E' inoltre superfluo ricordare nuovamente che fra due anni i GUANU vanno a votare.

domenica 25 marzo 2012

Stalking heads. L'OAFP del concerto lirico

Con gli OAFP (Organizzatori Ansiogeni, Fanatici e Pazzi, una specie di Padri Della Sposa solo che non vi pagheranno) tutto comincia per caso, quando meno ve l'aspettate, quando fuori il sole splende e Murphy sembra si sia dimenticato di voi.

Voi siete gentili, troppo, senza speranza, recidivamente gentili, e commettete l'errore imperdonabile di rispondere al primo messaggio, quello in cui venite informati dell'intenzione della OAFP - vostra compaesana - di organizzare un concerto con 7 suoi amici cantanti lirici in onore di #famosaCantanteLirica del passato, la quale nel '34 fu (forse) la prima morosina dello zio del defunto cugino di secondo grado di suo padre.

Ovviamente voi ve ne tirate fuori immediatamente, ma il punto è che, facendo parte della maggiore associazione musicale del vostro paesucolo, l'OAFP ritiene voi il depositario di ogni maledetta informazione relativa all'organizzazione di concerti.

Anche perchè fondamentalmente da sola non sa fare un cazzo.
Ha 36 anni e non ha ancora finito la laurea triennale.

Ma visto che in questi frangenti voi siete idioti vi offrite di aiutarla.



Decorso

Dopo 23 minuti dal primo messaggio di facebook vi ritrovate taggati in 3 interviste di paolo limiti a #famosissimaCantanteLirica, 4 video e 7 fotografie di cantanti sfigati ritratti mentre cercano disperatamente di sembrare qualcuno.

Tempo 5 minuti e i 7 cantanti sfigati e sconosciuti iniziano a tempestarvi di richieste di amicizia, elegantemente declinate con un click e l'accentuarsi di una ruga sulla fronte.

Il giorno seguente inizia la valanga di messaggi su facebook, la quale si manifesta sotto due possibili stati fenomenici: a) un solo messaggio lungo ottantaseimila caratteri, oppure b) una raffica di 18 messaggini isterici di una riga sola, in ordine sparso, senza punteggiatura, possibilmente idioti:

"Vorremmo noleggiare #grandeTeatro, chiamali e dimmi poi quanto costa"

"Col c* che chiami tu, d'accordo, va bene allora chiamo io"

"Vorremmo noleggiare #teatroParrocchiale, chiamali e dimmi poi quanto costa"

"Col c* che chiami tu, d'accordo, va bene allora chiamo io"

"Vorremmo noleggiare #piccolaSalaDaConcerto, chiamali e... No ok, chiamo io"

"Il mio subconscio sa che probabilmente ti sto disturbando a livelli galattici ma siccome in sostanza non me ne frega una *** ci tengo a comunicarti che ho trovato il primo sponsor"

"Mi hanno detto di chiedere a te la cassetta delle offerte del tuo coro, me la presti?"

"Sì lo so che non me la potete prestare perchè c'è su il nome del tuo coro, ma se me la dai la ricopro con carta mia!"

"Sì lo so che non me la potete prestare perchè c'è su il nome del tuo coro e anche se la posso ricoprire con carta mia no perchè vi serve, ma dimmi come si fa a farne una!"

"Sì lo so che non me la potete prestare perchè c'è su il nome del tuo coro e anche se la posso ricoprire con carta mia no perchè vi serve e anche se non mi hai mai risposto in merito alla questione su come si fa a farne una volevo dirti che la faccio da me!"

[è venuto il momento di diffidare preventivamente ogni vostro conoscente in comune con l'OAFP dal darle il vostro numero di cellulare. Per chiarire meglio l'idea mostrate loro direttamente la perizia con cui siete soliti tagliare le gomme della macchina]

"Devo noleggiare il pianoforte a coda, cosa devo fareeee?!?!!"

"Voglio fare una cosa in grande!, 600 euro di noleggio per il coda vanno bene"

"Il mio subconscio sa che probabilmente ti sto disturbando a livelli galattici ma siccome in sostanza non me ne frega una *** ci tengo a comunicarti che ho trovato il secondo sponsor"

"600 euro di noleggio per il coda sono troppi, facciamo che mi presti il tuo piano verticale che hai a casa?"
(GIURO)

"No no no non sono scema pazza e impreparata alla vita su questo pianeta, io seriamente credevo di poter usare il tuo verticale venendolo a prendere con un mio amico e poi riportandolo dopo il conce [qui ho fatto ctrl alt canc e terminato il processo]

"Ho trovato un altro piano noleggiato a poco, mi rimedi un accordatore?"

"Oddio la SIAE, dimmi cosa devo fareeee?!?!!!?"

"Dimmi in quanti venite che vi tengo i posti prenotati sulle poltroncine"
(ha detto proprio così, poltroncine)

[invio immagine bmp contenente piantina dei posti a sedere con numeretti e nomi degli invitati - sì, mancano 3 settimane al concerto, sì è una cosa totalmente pleonastica e sì, fossero questi i problemi della vita]

"Hai ricevuto il mio file immagine con la piantina dei posti a sedere? Perchè non rispondi?"

"Il mio subconscio sa che probabilmente ti sto disturbando a livelli galattici ma siccome in sostanza non me ne frega una *** ci tengo a comunicarti che ho trovato il terzo sponsor"

[invio fotografia di bottiglie che l'OAFP sta riempiendo con l'acqua del rubinetto e la didascalia ecco le bottiglie con l'acqua per dissetare i cantanti!!!! e sì, mancano ancora 2 settimane al concerto]

"Hai ricevuto la mia fotografia con le bottiglie? Perchè non rispondi?"

"Chiama l'accordatore e digli di accordare il piano al mattino del 15"

"Ho cambiato idea, chiama l'accordatore e digli di accordare il piano al pomeriggio del 14"

"Ho cambiato idea, al pomeriggio del 14 vado a comprarmi il vestito del concerto per cui chiama l'accordatore e digli di accordare il piano al mattino del 14"

"Rispiegami quella cosa della SIAEEE!!! Non so compilare il modulo!!!!!"

"Il mio subconscio sa che probabilmente ti sto disturbando a livelli galattici ma siccome in sostanza non me ne frega una *** ci tengo a comunicarti che ho sistemato la questione camerini"

[invio fotografia due sgabuzzini pieni di scope tappezzati con cartelli colorati "camerino maschietti" e "camerino femminucce", peraltro con una inquietante densità di fottuti smileys]

"Hai ricevuto la mia fotografia dei camerini??!?! Perchè non rispondi?!??!"


Eccetera.

Vi risparmierei il resto.

Devo aggiungere che questa tizia 3 mesi prima del concerto ha anche creato un apposito gruppo su facebook in cui vi ha taggato continuamente per settimane e in cui scriveva praticamente solo lei, che ha postato l'evento sul sito di Che tempo che fa convinta che dal mondo sarebbe venuto qualcuno per assistere ad un concertino organizzato in un paesucolo di 6000 abitanti nella campagna padana, che anche adesso a evento finito mi scrive ogni giorno (l'ultimo 3 minuti fa) per dirmi su quale giornaletto parrocchiale era comparso il trafiletto relativo all'evento e che giovedì se vuoi usciamo in pub con i cantanti e che le piacerebbe davvero tanto ripetere il tutto ancora e ancora e ancora e ancora?

Beh, sappiate che non ho esagerato, affatto.

Chi è in vena di risate a mie spese e nutrisse dubbi lasci qui la sua mail e riceverà un unico file di word lungo dalle 8 alle 9 cartelle contenente tutti i messaggi della OAFP, il bmp con la piantina e la fotografia delle bottiglie, da conservare per i giorni di pioggia.

(Se poi volete ridere subito potrei dirvi che a 36 anni non ha ancora finito la triennale in psicologia.)

sabato 24 marzo 2012

Iam enim hiems transiit

Da sola, in molti sensi, nel pomeriggio di oggi.

Non lavoro, e fuori c'è il sole. Grazie al cielo abito in campagna. Cammino.

Filari regolari e geometrici persi nella foschia luminosa, magnolie, meridiane, io che sorrido ai cani e io che non riesco a non fare altre fotografie ai pruni in fiore, questo e poi questo nell'ipod, forse anche gli Animals, e uno dei momenti in cui la città non mi manca.

Anziani coristi, famiglie, cani, vecchi compagni delle elementari, ci si guarda, non si è certi di riconoscersi ma ci si sorride lo stesso, e per un tacito accordo non ci si ferma, per non interrompere l'andatura dell'altro.

C'è la cortesia di chi si saluta perché ci si conosce e la cortesia della montagna, quella per cui ci si saluta anche se non ci si conosce.

Accenti e luce della provincia emiliana, sì, sto bene.

Iam enim hiems transiit, imber abiit, et recessit.
Flores apparuerunt in terra nostra; tempus putationis advenit.


(e sì, ho in mente Palestrina.)

giovedì 22 marzo 2012

Operazione Cena Fuori al via

Dinner out: is a go.

Confermata mia presenza cena ritrovo fra blogger, Valeren, lurker e commentatori - fatto

Chiesto cambio turno colleghi pro intera giornata libera - fatto

Agganciato satellite alfa54 in orbita attorno a Giove - fatto

Scaricate mappe dettagliate terre gote e fotografie a infrarossi ztl Milano - fatto

Preso contatti con Il Dittatore per eventuale pernottamento nel suo bunker insieme ad Amara Metà - fatto

Comunicate preferenze menù colazione et allergie et intolleranze et auspicabile assenza frattaglie - fatto

Convinto mia madre che non finirò tagliata a pezzetti da qualche fanatico in un fosso di Sesto San Giovanni - NON PROPRIO FATTO

Cercato disperatamente di convincere #collegaV idolo dei commentatori ad accompagnarmi - inutilmente fatto

Cercato di convincere lurker Lucy a rinunciare a festa di addio all'ateismo collega scout in favore nostra operazione Dinner Out - fatto

Accettata promessa di lurker Lucy di essere con me la prossima volta - fatto

Promessi a mia madre telefonate tattiche, invio coordinate satellitari, mms interno pizzeria, schede anagrafiche partecipanti, scansione retina Valeren, impronte digitali Gama e continui aggiornamenti su mia posizione ad intervalli di 4 primi e 00 secondi - fatto

Memorizzati numeri 112, 118, 113, 115, 911, 1522, 1515, anas, aiscat, ambasciata emiliana a Milano DIGOS Interpol CSI FBI RIS di Parma il mio avvocato la mia banca e l'emergenza FAI sul cellulare di mia madre - fatto

Correct, Dinner Out is a go.

Se alle 00.33 non avete avuto notizie mie o di Mika Ela chiamate la cavalleria.

martedì 20 marzo 2012

Una lunghissima puntata di Seinfeld

Dopo il lavoro, io e #collegaV andiamo a cena. In strada.

"guarda quello!"
"Dio, lo detesto"
"io odio quelli che vanno in bici sul marciapiede!"
"vogliamo parlare di quelli che hanno la ciclabile di fianco e pedalano in strada?"
"sai qual è il punto chiave? Lo sai?"
"no."
"il blu"
"il blu?"
"il blu. Il blu del cartello della ciclabile. E'..."
"è un obbligo, ma certo!"
"un obbligo!"
"un obbligo, cazzo!"
"un maledetto obbl..." [ad libitum]


Passando davanti ad un bar gestito da cinesi.

"...one di essere xenofobo, è che ci stanno definitivamente, tragicamente e maledettamente f*tt*ndo tu..."


Nella pizzeria d'asporto.

"cosa prendete?"
"uhm, vediamo"
"uhm, vediamo"
"vediamo, funghi salsiccia salamino piccante parmigiano verdu..."
"vediamo, carciofi peperoni olive stracchino rucola porci..."
"una margherita"
"una margherita"


Alla cassa.

"ok, pago io"
"eh?"
"dai su, offro io"
"perchè!"
"potrò bene, no?"
"ma dai, io approfitto sempre di blablabla e poi sono in debito per blablabl..."
"piantala. Sono tre. euro. e cinquanta."
"braccini"
"wtf...?!
"scherzo"
"no, è vero. Anche se veramente ho offerto anche io l'altra ce..."
"no"
"invece sì"
"hai solo scalato la cifra dai soldi che mi devi per il teatro"
"ah"
"eh"
"sai che da giovane mio padre era uguale a Phil Collins?"


Fermi alle strisce pedonali, con le pizze in mano, sull'isola spartitraffico.

"e blablabl... Oddio. Guarda subito alla tua sinistra"
"perchè bisbigli? E comunque che c'è, un tizio e un cinno sul co..."
"sssst! Ci sentono. Un tizio e un cinno sul cordolo!"
"eh, e allora?"
"li odio. Li odio cazzo, quelli che si mettono sul cordolo! Lo fanno solo perchè così possono superarti di scatto quando viene verde, mentre tu che sei arrivato prima ma non sei sul cordolo rimani dietro!"
"..."
"dimmi cosa gli costava rimanere dietro di noi, eh?! Dimmelo!"
"sssst, parla piano. Dai su, che è verde"
"...daidaidaidaidai, pssst, sssuperiamoliiiiiiiiiiii"


Ripassando davanti al bar gestito da cinesi.

"...ntili e sorridenti ma in realtà ci stanno f***endo tutto! E blablabl..."


A casa sua, a tavola.

"AH! NO!"
"eh? Ma cosa..."
"GIRALA SUBITO"
"cos..."
"SUBITO!"
"aaah, la forchetta! Ma certo, ecco"
"...aaaah. Grazie. Stavo malissimo"
"ho visto"
"sai che detesto quando i rebbi sono appoggiati sulla tovaglia dalla parte della punta"
"sì, lo so"
"[sospiro]"
"facciamo che ora ti verso altro vino e tu lo bevi, ok?"
"...ok. Fiuuu"
"è meglio"
"già"
"proprio. Bevi."
"sì. Fiuuu"


Considerato che spesso sono sciroccata come Elaine, che #collegaV ha più fisime di Jerry Seinfeld e che un sacco di utonti sono come Kramer sostanzialmente ci manca solo George.

*.

Al contadino non far sapere

"allora hai letto il mio post sul viaggio del papà in Cina?"
"ah sì! Carino. Più che altro però mi è piaciuta moltissimo l'idea del puntatore sullo scroto"
"eh eh già, Valeren è un ge..."
"..."
"..."
"..."
"no. Aspetta. Scusa, mamma, mi stai dicendo che oltre a tutti i post del 2011-12 ti sei spinta a leggere anche tutti i commenti?"
"ma certo, è evidente"
"...oddio."
"ma chi è quella che pure scrive dei cori? E quello che parla di treni?! E quello che blablabla"
"oddio."
"ah e spero proprio che Max trovi la sua cangura! E poi blablabl"
"...oddio."

Ho creato un mostro.

venerdì 16 marzo 2012

Cane docile, molto affettuoso, è impegnativo addestrarlo in quanto (essendo un segugio) non è stato selezionato per obbedire ma per scovare le tracce olfattive e seguirle

Sapete già che è impossibile tenere uniti i coristi tra la prova di assestamento pre-concerto e il concerto stesso.

Ma ancora più assurdo è assistere alla misteriosa trasformazione che colpisce dirigenti d'azienda, avvocati, chirurghi, area manager, CEO e piccoli-medi imprenditori facenti parte del vostro coro nei 15 minuti che precedono l'inizio del concerto.

In sostanza, l'80% di loro regredisce allo stato di scolaretto.

Scolaretto insicuro e agitato.
Scolaretto con occhi da brachetto.
Occhi di brachetto insicuri e agitati.
In breve, beagle.

(Dico beagle perché di solito sono rumorosi.)
 
Assisterete inevitabilmente a scene tipo "maestraaaa, quella signora in prima fila in piedi con quel neonato ci intralcia il passaggio, falla andar viaaaa!" [giuro]
"#corista nellavitapiccoloemedioimprenditore, tesoro. Mancano 45 minuti. La signora sta solo chiacchierando, è ovvio che dopo andrà a sedersi altrove. Non sarà lì fra 45 minuti, non vi intralcerà il passaggio. La mia è una promessa. Va tutto bene, ok?"
"ma il passa..."
"basta."
"ok."
"ok"

O tipo "maestra, la cartellina da che parte la teniamo, quando entriamo?"
"come sempre, dalla parte del pubblico"
"quindi a destra!"
"#corista nellavitaaffermatochirurgo, tesoro, no. E' evidente che se entriamo da qui la cartellina vi si ritrova di qua a sinistra, come il pubblico. Ok, darling?"
"...sì. E' che io però stavo pensando a questa cosa"
"dimmi."
"no, cioè, se noi entriamo di là e passiamo di lì e poi bla e bla e quindi pensavo che si potesse operare una simpatica varia..."
"no."
"ok."
"ok."

O tipo "ok ragazzi, proviamo la disposizione del coro. Soprani contralti tenori bassi, dai. Tu Balzelli mettiti qui. Tu Grimaldi qua. Voi, tu e tu, basta. Vi divido. Tu, più avanti, sì, un po' più a destra, così, un filo a sinistra, ma no, non lì! Tu Chiari vai vicino a Guasti. Se durante il concerto chiacchierate vi sparo addosso con una cerbottana. Fini, santo cielo, metti giù quel turibolo. No non puoi portarlo a casa, va bene? Uff. Grandi, dov'è Grandi? Eh? Al bar, ma wtf...!? Bertoletti, avevo detto nero lungo. Sì, lungo. E nero. Lungo e nero. No cazzo, questo non è diversamente nero, si chiama blu, ok? Vabbè. Dorelli, ce la fai a non fare battute idiote su di me con #coristaMax per 5 minuti? Grazie. Gardini, il ritrovo era alle 19 ora di Roma, non le 19 ora di Londra. Ok. E adesso piantatela di ridere come beagle ubriachi e proviamo."

E poi viene il momento del concerto, e quindi di entrare tutti in fila indiana per andarsi a posizionare davanti all'altare, o sul palco.

Ed è qui che si rasenta il genio.

A cosa sia servito provare ingresso e uscita per 3 volte durante le prove non è chiaro, non è chiaro affatto.

Il primo dei bassi che deve entrare come capo fila prima si guarda intorno spaesato come se si fosse improvvisamente risvegliato in un'altra epoca in un'altra galassia, poi viene buttato sul presbiterio e obbligato dal secondo basso a dirigersi verso la posizione concordata, di norma tracciando UN PERCORSO COMPLETAMENTE DIVERSO.

Poi entrano gli altri, i quali ovviamente non sfilano a intervalli regolari; essi prediligono lasciare buchi di 5 metri fra alcuni coristi e altri, dando sempre l'impressione che il coro sia finito lì quando invece ce ne sono altri 13 imbottigliati dietro qualcun altro che si è attardato a fare urgentissimi e vitali commenti su qualcosa di completamente trascurabile.

Si continua con altre drammatiche incapacità di disegnare linee rette nello spazio, con qualcuno che ha l'idea geniale di fare tutto il concerto tenendo la borsetta sotto il braccio, o con gente che se si entra in processione col lumino da cimitero per far scena ci starnutisce sopra e lo spegne.

E poi, una volta sistemati - ahahahahaha. Poi, una volta sistemati - ahahahahaha. Poi, ricomponiamoci, una volta sistemati in una specie di paraboloide non euclideo entro io, e mi tocca riaggiustare la disposizione davanti al pubblico tipo fotografo davanti ai 100 invitati di un matrimonio, con loro che scalpicciano spostandosi di 4 millimetri ogni volta sgomitando come pazzi.

E quindi il risultato di solito è proprio come dice Mamika, un "emiciclo sghembo con un grosso buco in mezzo seminascosto da un po' di soprani che cmq si schiaffano in prima fila e due o tre bassi alti un metro e cinque che si ritrovano davanti otto contralti alti due metri gente che non riesce ad aprire le parti e nessuno vede il maestro".

Ecco. 

E pensate che il concerto deve ancora iniziare.

giovedì 15 marzo 2012

Impasse

Impasse.

I miei sul divano che hanno messo su un dvd, il telecomando sul tavolo, il menu iniziale con musichetta in loop e brevi stacchetti animati delle scene salienti e loro lì, inerti, che da 4 minuti e mezzo aspettano che succeda qualcosa.

Da quale pulpito

E' abbondantemente passata la mezzanotte, io e mio papà ciondoliamo sul divano e abbiamo appena finito di vedere la finale mondiale di snooker, mia mamma è già a letto che dorme da circa 6 ore.

"papà, ti stai addormentando?"
"quasi"
"vai a dormire, che sei stanco"
"sì, ora vado"
"non perdere l'ora"
"no"
"vai finché hai sonno"
"devo"
"se no poi non dormi più"
"m-mm"
"se no fino alle due stai sveglio, vero?"
"già"
"vai"
"vado"
"dormi subito"
"sì"
"e non metterti a lavorare al computer!"
"no, no"
"se no è finita"
"già, già"
"lascialo spento e vai a dormire"
"ok"
"ok"

La cosa straordinaria è che sono io, a dirglielo.

domenica 11 marzo 2012

Dopotutto nel 2006 i mondiali li abbiamo vinti noi

Nella biblioteca dei pazzi di conservatorio, in turno con #collegaV.

"#collegaV, mi scriveresti questa mail in inglese? Lo farei io ma tu sei bilingue e ci metteresti circa 8 secondi a fronte dei miei 15 minuti di dubbi morfosintattici - che comunque risolverei chiedendo a te"
"certo. Per chi è?"
"#spocchiosoFornitore"
"ok faccio su... No scusa, ma #spocchiosoFornitore non è francese?"
"sì"
"e le altre mail come le abbiamo scritte?"
"se ero in turno io in inglese, se c'era #collegaT in francese"
"ah. E #spocchiosoFornitore come ci scrive?"
"in francese"
"allora sai no."
"eh?"
"sai no, scrivi in italiano."
"ma... ma... E' una forma di cortesi..."
"no."
"...nei confronti del fornito..."
"no."
"..."
"scrivi in italiano. Loro ci hanno scritto per primi, e la fatica per scriverci in inglese o in italiano l'hanno fatta? No. Quindi no. Se fossi in te scriverei in italiano."
"..."
"Trantor: sono entrambe lingue romanze."
"oh, ci voleva tanto? Ok."
"scommetto il caveau della British Library che rispondono in italiano"

Scrivo quindi la mail a #spocchiosoFornitore, in italiano; due ore dopo rispondono.

"ehi, ma è in italiano! Cioè, fa schifo ma è in italiano!"

Lui inarca un sopracciglio e non alza nemmeno lo sguardo dal monitor:

"che ti avevo detto!"
"sei un idolo"
"e tu sei troppo gentile"
"lo so"
"prendine atto e fa' qualcosa"
"potrei andare a Parigi!"
"non credo che..."

E poi è entrato maestro Intolleranza70.
Quindi fine, basta.
Nel senso proprio che quando entra lui è come avere un *** *** ***.
(a piacere.)

mercoledì 7 marzo 2012

Giubbini scamosciati, bassotti, manoscritti e bisce impazzite

Un concerto al museo. Cronistoria fedele

Un po' di tempo fa io e gli sparaventose abbiamo tenuto un piccolissimo concerto nel Museo della mia città senza fiume.

In realtà non si trattava di un vero e proprio concerto, bensì di un incontro della locale deputazione di storia patria in cui eravamo coinvolti in 3 relatori, uno di cui non ricordo nulla, uno che doveva parlare del fondo conservato presso #sconosciuto archivio cittadino e io, che dovevo parlare di un paio di manoscritti polifonici da cui ho trascritto alcuni pezzi.

Al termine, piccola esibizione degli sparaventose per fare sentire i 3 mottetti trascritti da lì.

ore 14.30
Ci troviamo per provare.

La conferenza è alle 16, e ogni relatore ha a disposizione un quarto d'ora come da incessanti raccomandazioni degli organizzatori, per cui alle 15.30, a prova finita, mi sembra ovvio lasciare i coristi liberi ed esclamare "yeah, alle 16 si comincia, 10 minuti accademici, alle 16.20 il primo relatore, alle 16.35 il secondo, alle 16.50 parlo io, alle 17.10 cantiamo, alle 17.45 cazzeggio, alle 19 siamo tutti al ristorante. Comunque non vi allontana..."

Solo che tenere unito un coro tra la prova e il concerto è come avere per le mani una muta di 15 bassotti esagitati e slacciare improvvisamente tutti i guinzagli.

L'effetto è sempre, sempre quello di 15 bisce impazzite che sgusciano via in tutte le direzioni del creato alla velocità del suono, con in faccia il caratteristico sguardo di chi deve prendere un importantissimo aereo per Los Angeles - o che (se preferite) è proprio lo stesso sguardo fisso nel vuoto di chi è in disperata astinenza dalla triade smartphone-caffè-sigaretta.

ore 16.36
Si comincia con un <sarcasmo>certo</sarcasmo> ritardo.
Ricordiamo che ho fatto venire lì i coristi ad orari inauditi sommergendoli con la mia solita ansia incommensurabile, privandoli del sacrosanto caffè post-pranzo e del gran premio di Imola, visto che è domenica, e noi cantiamo per ultimi.
E per giunta solo 3 pezzi.
Dopo 3 conferenze chiusi in un museo polveroso.
Mentre fuori è primavera.

E' naturale che un po' mi odino.

ore 16.58
Dopo 20 minuti di sproloqui inutili il presidente della seduta si degna di far cominciare il primo relatore.

ore 17.25
Siamo già fuori di un tempo imprecisato, e il primo relatore sta ancora blaterando qualcosa di accademicamente insulso.

Tuttavia in realtà il primo relatore non è male; è il secondo, il problema.

Si tratta un tizio in giubbino scamosciato che dalle 17.34 sta andando avanti a parlare di filze, faldoni, buste, fascicoli di quel #dannato archivio cittadino senza interruzione, ossia da quarantacinque minuti.
45.
Quarantacinque.
E vi pregherei di notare che qui non sto esagerando, erano veramente 45, esatto, quarantacinque, 45 minuti di soliloquio tedioso con voce da seminarista afono nonostante la mia faccia in prima fila e i gesti minatori di #organizzatore di fianco a lui.

Indovinate chi è l'idiota che ha passato gli ultimi due giorni a cronometrarsi ossessivamente per stare dentro il quarto d'ora.

ore 18.32
Al trentesimo riepilogo della situazione dei faldoni e dei fascicoli e delle buste e delle filze di quel cazzo di fottutissimo archivio cittadino due coristi si impiccano alle sculture contemporanee, un altro si sostituisce di nascosto ad un Cristo fiammingo.

Dato che comunque non manca moltissimo faccio un giro per le sale del museo nell'illusorio tentativo di ricomporre i coristi e tenerci pronti.

Alle solite: #coristaAvvocato viene trovato chiuso dentro la teca del Parmigianino, #coristaDina si sta ancora vestendo, #coristaMax sarebbe l'unico pronto ma sta discorrendo del kamasutra con il sorrisetto di chi uscito da lì a differenza di tutti gli altri combinerà qualcosa e #coristaX viene rinvenuto solo, nella stanza dei manoscritti, mentre ride come un folle.

Due nel frattempo si sono persi nel vescovado, uno è stato visto l'ultima volta al caffè "Jessicah" in compagnia di una bionda e #coristaDindo mi gela dicendomi che fra 4 minuti 4 deve andare a prendere i figli alla partita di calcio delle medie.

ore 18.41
Blocco #coristaDindo con gli occhi lucidi e una promessa qualsiasi e, finalmente, espongo la mia relazione.

ore 18.55
Finalmente, cantiamo.

Cantiamo anche abbastanza bene.
Per l'ansia di non perdere #coristaDindo - che oltre a cantare col cappotto e le chiavi della macchina appese al mignolo minaccia di andarsene ogni 4 battute - attacco tutto 5 o 6 tacche di metronomo più veloce.

Poi grazie al cielo andiamo a cena.

lunedì 5 marzo 2012

Compromesso storico

"hello?"
"beh, sei già a Nottingham?"
"ehi, Trantor!"
"ciao, #collegaV. Stasera vieni a mangiare il sushi con me e #coristaMax? E' il suo ultimo sushi con noi in Italia prima dell'Austra..."
"ma stai scherzando! I ristoranti giapponesi sono tutti in mano alla mafia cinese, nessuno è giapponese, è un colossale imbroglio che sta snaturando il made in Italy e blablabla appalti sfruttamento gioco d'azzardo prostituzione!"
"sì, anche io guardo Report, ma..."
"riciclaggio di denaro sporco ma soprattutto infiltrazioni mafiose abiti cinesi pieni di cromo esavalente blablabla e tu, tu! dovresti saperlo e blablab.."
"sì, infatti lo so, ma..."
"rischio di anisakis e pesce crudo infestato di vermi che ti perforano l'intestino!"
"parli tu che vai a mangiare il kebab vicino alla stazione"
"...ma anche scarti di pesce pressati colesterolo malsano surimi e bla!"
"io volevo solo andar fuori a cena"
"LA TRIADE! Mafia gialla! Tentacoli racket diritti umani lavoro clandestino!"
"ok, facciamo che ci vado solo con #coristaMax."
"blabl... No no no no scusa un secondo, vuol dire che mi stai dando buca?"
"cazzo, sei tu che non vuoi venire"
"sì ma..."
"dai, ci vediamo lunedì al lavoro"
"sì ma..."
"buona serata"
"sì ma..."
"ciao, eh?"
"guarda che il tonno è tutto colora..."
TU TU TU TU TU TU TU TU TU TU TU TU

sabato 3 marzo 2012

Mio! Mio! Mio! Mio! Mio!

I due cori che dirigo sono profondamente diversi.

Da un lato ci sono gli sparaventose, coro di città, un misto di gente originale tutta giovane che si divide fra altri 2, 3, 4, 5 cori, bluesmen, musicisti, musicologi, maniaci sessuali (waaait, in senso buono), avvocati, medici, appassionati d'arte che trafugano arredi liturgici e ingordi maniaci dei rinfreschi (seriamente, cliccate sul link se volete vederli dal vivo), gaudenti, sgamati, autoironici, taglienti, incostanti, adorabili.

L'altro coro, di cui non avevo mai scritto prima d'ora, coro di paese, è composto da coristi più su d'età, pensionati e qualche bambino, gentili, volenterosi, sugoso accento della provincia, gaudenti, protettivi, costanti, genuini, adorabili.

L'altra sera stavo insegnando all'altro coro un nuovo pezzo sacro, che io stessa non conoscevo prima di sceglierlo.

#CoristaSapientino, un caro signore che all'inizio faceva decisamente il sapientino anche se non conosceva la musica ma che poi si è di molto ridimensionato anche se fondamentalmente lui è sempre lui, interviene:

[basito] "maestra, ci sta dicendo che non aveva mai sentito questo pezzo?"
"esatto, non lo conoscevo, l'ho scoperto l'altro giorno e poi ho pensato di studiarlo con voi"
"io lo conoscevo già, invece"
"mi fa piacere!"
"ma lo cantano sempre, in chiesa!"
"immagi..."
"tutte le domeniche"
"eh. Già."
[con disappunto misto a bonaria ramanzina] "eh si vede che lei non va molto in chiesa, maestra!"


A quel punto, risate.
Alcuni rotolano dalle sedie, altri inizio a temere che si stiano perforando la laringe, mentre li guardo sorniona e sorridendo li adoro.

Dovete infatti sapere che in un coro di paese emiliano (leggi rosso) tutti vanno più o meno in chiesa anche se hanno comunque un pesante retaggio emiliano (leggi rosso) che sulla religione li rende sgamati e autoironici; per cui una battuta come quella di #CoristaSapientino genera sempre un'irrefrenabile e liberatoria ilarità.

"si vede che ci va solo quando c'è bisogno!" dice #coristaSignoraDeliziosaIngenua&Generosa.

"si vede che ci va solo quando deve dirigere noi!" dice #coristaPureDeliziosa-MaGiàPiùSgamata.

"si vede che ci vado solo quando mi pagano", dico io.

Da capo, loro si strozzano dalle risate.
Li adoro.