giovedì 27 settembre 2012

Ancora!

"#collegaV"
"mm?"
"ancora"
"eh?"
"ancora."
"ancora cosa?"
"rifacciamolo"
"ma se l'abbiamo fatto per tutta la sera!"
"ancora."
"mi sembrava di averti soddisfatto"
"sì ma ancora"
"ma non sei stanca?"
"come potrei?"
"oh ma non sei mai sazia di 'sta cosa, tu"
"no."
"è tardi"
"l'ultima volta!"
"smettila, sei..."
"ti prego! Giuro che poi basta."
"mm."
"ancora"
"ma di nuovo da capo?!"
"lo sai che mi piace"
"uff."
"fallo e basta"
"e da dove comincio, stavolta?"
"boh, da dove ti pare, basta che..."
"msgfrhmf. uff. ok, dai. L'ultima volta poi però basta, eh?"
"ok!"
"l'ultima"
"ok!"
"poi andiamo a dormire"
"sì sì!"
"...ok. Uff. D'accordo. E sia. Pronta?"

Abbiamo registrato.
Se volete potete ascoltare.

domenica 23 settembre 2012

A-po-the-ker-Mes-se!

Ora, dovete sapere che ogni anno io e il mio coro di sparaventose veniamo contattati da una tizia che ci ingaggia per cantare alla messa in onore del patrono dei farmacisti.

I punti fermi di questa situazione sono ogni anno i seguenti:

- succedono cose assurde,
- cantiamo nella cappella interrata del seminario, più simile ad un rifugio nucleare russo,
- la tizia è una di quelle farmaciste che fanno obiezione di coscienza,
- la tizia intrattiene con me telefonate d'ingaggio e organizzazione che non durano mai meno di 22 minuti,
- i 22 minuti si compongono per il 97% di stucchevoli e zuccherosissimi "Dio vi benedica non so proprio cosa farei senza di voi siete sante persone!" (suoi) e per il 3% di "m-mm" (miei),
- cantiamo gratis.

Non chiedetemi perché tutti gli anni ci caschi lo facciamo.
Non chiedetemelo.

(comunque riflettevo sul vero motivo oggi pomeriggio, in campagna.
Sono troppo gentile, ovviamente, ma la spiegazione ultima di tutta questa cosa è che ci ricavo materiale per il blog. Sì, credo alla fine sia per questo.)

Ebbene, nel 2010 accaddero le seguenti cose, degne di nota.


2010, giorno della messa, ore 20.12

ore 20.12, arriviamo in seminario.

Solite battutine soffocate sull'etimologia della parola "seminario".
Alcuni coristi prendono piccole dosi di lexotan per sopportare l'architettura dello stabile.

L'ingresso del parcheggio interno è segnalato da un cancello di quelli automatici, aperto.
"ragazzi, parcheggiamo dentro?"
"mo sì, dai"
"sicuri che non ci chiudono dentro?"
"ma va là"
"ma secondo te!"
"ma vuoi che proprio stasera il cancello venga chiuso!"
"non accadrà mai"
"queste cose solo nei film"
"che idiozia, parcheggiamo e basta"
"...ok."

ore 20.13

Entriamo nel bunker sotterraneo.
La tizia è già lì, sta montando appoggiando da circa 20 minuti un'orrenda icona del patrono stampata da internet contornandola di lumini e facendosi continuamente il segno della croce.

La tizia mi vede e io sto già dicendo m-mm.

ore 22.10

La messa finisce, il vescovo invece di ringraziare critica la mia scelta di non aver usato l'organo e di aver cantato in latino.

ore 22.16

"siete stati così straordinariamente sublimi e fantastici!"
"m-mm. Grazie, è stato un piacere."
"che gioia, che onore, che gioia! Sarebbe un sogno proibito il riavervi ancora in futuro! Che gioia, che incantesimo, che magia!"
"m-mm. Beh, allora noi andre..."
"VI ADORO, troviamoci ancora, cantiamo insieme la santa liturgia della me..."
"sì ma mi chiamano di là"

ore 22.34

"ragazzi, andiamo tutti a bere qualcosa!"
"sì!"
"yeah!"
"esatto!"
"grande idea!"
"lasciamo qui le auto"
"figata"
"tutti in pub!"
"beviamo!"
[ad libitum]

ore 00.05, torniamo in seminario per prendere le auto

"ehi, ma il cancello... cosa... come..."
"oh cazzo."
"e adesso?"
"io ve l'avevo detto"
"cazzo!"

...eccetera. Il cancello è ovviamente chiuso, non c'è alcun cartello, il seminario è deserto.
Urlando mentalmente "[organo genitale maschile]" telefono, nell'ordine, a #tizia (spento), centralino della curia (a vuoto), ufficio di monsignor R. (a vuoto), ufficio beni culturali della diocesi (staccato), don F. (a caso, e comunque staccato), don G. (avevo sbagliato numero), organista T. (occupato).

Dopo circa 36 minuti di puro panico ci accorgiamo che bastava avvicinarsi al cancello per far scattare la fotocellula nascosta che lo apre.

ore 00.42

Bestemmiando e in mezzo ad una rotonda mi accorgo di aver dimenticato sull'organo parte della mia borsa contenente l'ipod e altre cose che sinceramente non ho nessuna intenzione di lasciare in quel ... di ... seminario.

Bestemmiando torno indietro, bestemmiando rientro in seminario, bestemmiando citofono e bestemmiando non c'è nessuno, bestemmiando giro intorno allo stabile sopportandone l'architettura finché sento della musica reggae altissima che esce da una delle stanze a pian terreno del seminario, bestemmiando batto contro le tapparelle semichiuse della stanza bestemmiando non risponde nessuno bestemmiando batto più forte e si affaccia un tizio di colore enorme che non parla affatto italiano, ma con ogni probabilità bestemmiando.

Non sono sicura della lingua che ho usato per dirgli di riaprirmi seminario e cappella bunker russo, comunque recupero la mia roba, lo ringrazio in francese antico e lui torna alla sua musica reggae.
Amen.


nowadays, 2012, due settimane prima alle prove, ore 22.53

Nuovo ingaggio da parte di #tizia, do la notizia ai coristi.

Alle ore 22.54 l'operazione è stata immediatamente ribattezzata Apotheker Messe!, ovviamente pronunciato come lo farebbe hitler (o Karajan) e immancabilmente seguito da rotolii di risate inconsulte.

io: "ragazzi, allora il 3 ottobre cantiamo a quella solita messa per i farm..."
"APOTHEKER MESSE!"
"Apotheker Messe?"
"Apotheker Messe, ja!"
"senti ma alla fine ci pagano in valium?"
"uh avrei giusto bisogno di tavor"
"ma certo, il cachet è costituito da ricette!"
"vacca, bello da dio!"
"figata"
"Heil!, Apotheker Messe!"
"lunga vita all'A-po-the-ker Me..."
"zitti, no, è gratis. Ogni anno, è gratis. Ogni anno la tizia mi chiama e io accetto. Gratis. Cazzo, gratis. E' finita, ho detto di sì di nuovo, gratis, per cui cerchiamo di non rimanere chiusi gratis in seminario anche quest'anno, d'accordo?"
"APOTHEKER MESSE"
"muahahahahah..."
"basta."


ore 22.56, tentativi evasivi

"ok, proviamo di nuovo 'sto pezzo e poi andiamo a le..."
#coristaDina: "Trantor senti, ma la predica dell'Apotheker Mes..."
"APOTHEKER MESSE!"
"mm sì, ecco, dell'Apotheker Me..."
"APOTHEKER MESSE!"
"insomma basta!, dicevo la predica del vescovo sarà di nuovo su quanto bisogna fare obiezione di coscienza anche sui preservativi eccetera?"
"sì."
"allora non vengo."
"non t'azzardare"
"ho diritto a fare obiezione anch'i..."
"obiezione sti cazzi, tu vieni a cantare e durante la predica annuisci come una scolaretta pensando a come quando qualcuno ti massaggia la cervicale oppure come quando [quinto emendamento], da brava come faccio io, chiaro?!"
"ok capo."
"ecco."


10 giorni prima della messa, ore 18.22, vivo fra gli Amish e non me ne sono accorta

"pronto maestra Trantor?"
"se coniughi ancora una volta maestro al femminile ti butto addosso una bibliografia sulla comune di Parigi sì?"
"sono #tizia. Mi serve il programma dei vostri pezzi da stampare per la messa"
"certo. Mi dia la sua mail e glielo invio immediatamente"
"non ho la mail."
"tutto attaccato e senza punto?"
"non ho la mail."
"... temo ci siano interferenze. Provo a spostarmi di là. Mi ripete cortesemente la parte prima della chiocciola?"
"non ho la mail."
"..."
"..."
"non. ha. la. m..."
"esatto."
"...ah."
"un fax?"
"sta scherzando?"
"ehm no, no. Allora le do quello della copisteria direttamente"
"m-mm, sarà meglio."
"Dio vi benedica!"
"senz'altro. Stia bene, a mercoledì."
"benedicamus Domino!"
"sì, sì. Grazie buona serata anche a lei, è stata gentile ad augurarmela"
"...et in terra pax hominibus!"
"m-mm."
clic.


9 giorni prima, ore 18.00, incontro per caso #bassoFausto e #coristaK., sua compagna

"cari, bello vedervi. K., tu sei incinta: #tizia andrà in brodo di giuggiole nel vedere questa nuova vita che sboccia" 
"anche se non siamo sposati?"
"..."
"..."
"...no. Vero. Già. Ecco, magari allora non ditelo."
"già."
"già."
"già. Ci sono troppe irregolarità per #tizia, in questo coro."
"già."
"già."
"a partire da me."
"già."
"già."
"però sarebbe bello da dio dirgliele tutte in una volta. Magari lo shock redime."

Ora, l'Apotheker Messe 2012 è prevista per mercoledì 3.

Mi aspetto di tutto.

giovedì 20 settembre 2012

Scenes from an italian restaurant #1

Come avrete intuito forse fino ad arrivare alla nausea, #collegaV fra 6 giorni va in Inghilterra e ci starà per 3 anni.

Sapete, ha vinto un dottorato in musicologia e studio di manoscritti musicali altomedievali nell'università che nel nostro campo è la più prestigiosa d'Europa.
Quindi del mondo.

Dai seriamente, certa musicologia americana fa ridere. Ci sono più specialisti in paleografia a Topolinia.
Comunque.

Abbiamo provato più volte ad identificare una serata per salutarci adeguatamente ("l'ultima sera insieme!"), festeggiando l'addio come si conviene.

Non sono affatto sicura di esserci riuscita, però ci abbiamo provato, oh se ci abbiamo provato.
Tre volte, ci abbiamo provato.

La 2 e la 3 a parte, è il caso.


Tentativo di festeggiamento #1

#cittàRivale, cena in ristorante chic del centro storico ma prima giro dal celebre venditore di manoscritti e stampe antiche Signor Cappero, gli faccio tirare fuori dagli scaffali tutte le stampe giapponesi di pieno '800, V gli fa tirare fuori dagli scaffali tutti i manscritti musicali in notazione quadrata pre avvento del canto fratto, io mi informo sul costo di un diorama ottocentesco e svengo dentro un raccoglitore di santini, "Signor Cappero, come avete datato questo manoscritto? Caro signore, il costo è sproporzionato, se posso permettermi", "primo quarto del Trecento, è quasi inestima...", "MUAHAHAHAHAHAH", "prego?", "V, non infastidire il signore", "MBUAHAHAHAHAHAH", "la smetta.", "uh guarda che meravigliosa miniatura nonatola...", "se questo è Trecento io sono la vacca di nonna Papera", "le dico Trece...", "questi gruppi neumatici discendenti sono tipici del Settecento napoletano, caro signore, e se tenta di fregarmi di nuovo con questa storia del primo quarto del Trecento chiamo la soprintende...", "ANDIAMO VIA", "dovrebbe stare in una bibliote...", "vieni via dio santo!", a cena, "cosa prendi?", "il maialino con composta di mele, tu?", "la tua nikon immediatamente", "oh ma ti piace la fotografia?", "beh e allora? Sempre piaciuta", "ma cazzo adesso, adesso dovevamo scoprirlo?!", "bevi questo fottuto lambrusco invece di battibeccare per ogni fottuta co...", "giuro che se mi lasci le ditate sull'obiettivo ti verso cointreau sul mac", "bevi ho detto!", "mettiti la tracolla cazzo", "che palle", "tienila da sotto!", "devi proprio fare quella faccia?", "mi odio in foto", "ti impedisco di non prendere il dolce!", "pago io", "no io", "no io", "ok tu.", "ma cosa...!", "usciamo", "due passi", "ok, giro", "giro, c'è sereno", "dai altro giro", "dai altro giro", "dai altro giro", "dai altro giro", temporale, bagnati fradici a 2 km dalla macchina, no porticos, bagnati fradici, "complimenti per la scelta delle scarpe", "fottiti", bagnati fradici, bagnati fradici davanti alla macchina, bagnati fradici sotto la pioggia, bagnati fradici sotto i tigli, "beh allora stammi be...", abbraccio, "allora ciao.", "ciao.", abbraccio, "ciao.", "allora ciao", abbra--


Tentativo di festeggiamento #2

Fallito.
Riuscito.
Nel senso, merita un post a sé.
Seriamente.

"Trantor. Ripensandoci. Se ci vedessimo anche sabato questo?", "ok!", "sai, c'è un concerto di musica tradizionale emiliana che...", "che nessun altro vuole venire a sentire con te", "detesto ammeterlo", "ok vengo io con cugina Lurker Lucy", eccetera (l'avrete), continua con tavolate di gnocco fritto e una cameriera che tenta di sparecchiare e buttare nella differenziata i pezzi della mia nikon, e si conclude pressapoco con "allora ciao, stammi bene", "non essere triste. In questi mesi ci vedremo su skype", "sniff", abbraccio, "ciao", "ciao", "vado", "vai", "vado", "fai buon viaggio", "ti scrivo", "sei un amico", "ti voglio bene", "ciao", "ciao.", "vai, verrò a trovarti nel duemiatredici", "sì, ora vado", "farewell", "ciao", "dasvidania", "a presto", "...", "...", "...", "ci vediamo martedì alla cena del coro", "ok a martedì", "ciao", "ciao".


Tentativo di festeggiamento #3

E' quel martedì, prevista cena del mio coro di sparaventose in cui V ha cantato nell'ultimo anno, dato che è mantovano ma lavorava con me nella città senza fiume.

Era l'altro ieri.
Sto ancora ridendo; post a sé, e l'avrete.

Intanto, bonus.

lunedì 17 settembre 2012

La musica, ovviamente.

"tu sì che sei raffinato nel fare battute. Non come me, che ormai sono così volgare, pesante, triviale, sbocca..."
"mica sono uno dei tuoi coristi. Senza tutti i pro che comporta l'essere un tuo corista, sia chiaro"
"cioè?"
"i pro dei tuoi coristi? Concerti fuori città, buffet, sesso, droga, tigelle, groupies, lambrusco, dildo-tovaglioli, battute spinte, direttore-taxi"
"..."
"ah musica ovviamente."
"già."
"già."
"bello che tu ci veda così."
"d'altra parte è vero."


Vedo con gioia che la reputazione degli sparaventose (id est il mio coro di città) ovunque li precede, anche nella provincia rivale di mrBlueSky.

Più o meno come la peste, o una specie perniciosa di dingo affamati e insistenti che vi arriva sotto casa rovistando nelle provviste.

In sostanza quello che è ormai chiaro a tutti in Emilia Romagna è che non è il caso di far coesistere in un'unica stanza i miei coristi e una qualsiasi delle seguenti categorie di persone: deboli di cuore, preti, forze dell'ordine, astemi, ansiosi, depressi, mariti, membri di cl, vergini, frati, permalosi, rappresentanti amplifon, membri della DEA, membri del cartello di Tijuana, membri del cartello di Juarez, membri della giunta regionale della Lombardia, crezionisti, collaborazionisti, viticoltori francesi, suore, formaggiai francesi, anoressici, acetai francesi, il cardinal bagnasco, san Domenico, il papa.

L'altra cosa abbastanza certa è che sono destinata a fare il taxi.

venerdì 14 settembre 2012

Maschio

"pronto? Trantor?"
"ehi, collegaV. Dimmi"
"ieri hai lavorato col tuo nuovo collega maschio?"
"sì"
"beh, e allora com'è?"
"il tuo opposto"
"è gay!"
"..."
"..."
"..."
"..."
"sai, nella vita ci sono delle sfumature. Non puoi sempre ricondurre tutto a..."
"quindi è gay?"
"no."
"ah. E allora?"
"solo perché tu sei così maschio e così etero e lavori la terra e smonti i mobili di legno non vuol dire c..."
"dimmi com'è!"
"beh, è così... Così... Preci..."
"stai dicendo che io non sono preciso?"
"tu sei *maledettamente* preciso."
"ah ecco. E quindi?"
"è così... Sul lavoro è così... Scru..."
"stai dicendo che io non sono scupoloso?!"
"tu sei immensamente scrupoloso e fottutamente pignolo, V."
"ah ecco. Beh e allora cosa?"
"è così... Così... Insomma, quelle cami..."
"ma se io indosso solo camicie!"
"che palle, ma non come le tue!"
"e allora cosa!"
"io..."
"cosa!"
"piantala subito"
"what."
"sto cercando di dirtelo"
"cosa!"
"così..."
"c.o.s.a." 
"così..."
"oh ma devo venire a picchiarti con un bastone?!"
"...piemontese"
"..."
"..."
"..."
"..."
"ho capito."
"..."
"quadra, in effetti"
"già"
"quadra maledettamente"
"ma se non l'hai neanche visto"
"io non sono affatto piemontese!"
"non lo è nemmeno uno dei tuoi atomi"
"io sono lombardo."
"sì, V"
"lombardo mantovano"
"al limite quadrerebbe se fosse friulano, ma piemontese proprio no"
"neanche in mille anni"
"neanche in mille anni."
"ok, allora a posto"
"a posto, sì"
"posso stare tranquillo"
"puoi stare tranquillo, sì"
"d'accordo. Allora ciao."
"c..."
clic.

domenica 9 settembre 2012

Rubber wall

Nella biblioteca dei pazzi di conservatorio, in turno con #collegaV.

"V, hai letto l'ultimo libro di Carolyn Gianturco?"
"eh? carolingian? Hai detto carolingian?! eh? dove? dove? dove?!"
"no. Carolyn staccato Gianturco. E' una studiosa specializzata nel Seice..."
"no."
"..."
"..."
"guarda che è interessante, comunque"
"no."
"capisco che tu sia specializzato in Medioevo, ma non c'è bisogno di smettere di ascoltare solo perché sto parlando di una cosa post 1250"
"..."
"..."
"..."
"...ho detto che puoi anche partecipare alla conversazio..."
"scusa, per caso hai detto qualcosa?"
"che puoi anche sforzarti di parlare di qualcosa che non sia prettamente 1) carolingio 2) altomedievale 3) figa"
"... dun da dummm"
"..."
"..."
"...ehi"
"... trallallà, dun da dummm"
"senti. V."
"..."
"..."
"..."
"...cazzo ma mi stai ascoltando o no?!"
"...eh? Cosa! Io... Scusami! Mica hai detto qualcosa?"
"vai in Inghilterra e restaci"
"farò così"
"ti odio."

giovedì 6 settembre 2012

Cosette (Utonta Servizio Gratuito Recall)

Nella biblioteca dei pazzi di conservatorio.

Dopo le vacanze riapriamo la biblioteca e come di consueto stampiamo la lista dei morosi.

Dopo aver tenuto conto del solito periodo di tolleranza, e dopo una settimana di incessanti mail e telefonate ai suddetti morosi per riavere indietro i libri e i cd scaduti da più di 3 settimane, ebbene dopo tutto questo entra scocciatissima Utonta Servizio Gratuito Recall (USGR).

io: "buongiorno, posso aiutarla?"
USGR: "devo restituire questo libro. Ho ricevuto una vostra lettera di sollecito. Era scaduto."
"... vedo. 45 giorni, è un po' ta..."
"ce l'aveva mio figlio, lo stava usando e ci siamo dimenticati"
"non c'è problema. La prossima volta però le chiediamo di..."
"insomma, anche voi, eh. Il libro è scaduto il 6 agosto e oggi è il 28."
"anche noi cosa, esattamente?"
[scocciatissima] "anche voi, se era scaduto dovevate chiamarci subito! Non si fa così. Se non chiamate è evidente che il libro non serve a nessu..."
"ok. Mi sta dicendo che non dovremmo applicare il periodo di tolleranza previsto dalle nostre procedure prima di sollecitare i prestiti scaduti? E' questo che mi sta dicendo? E' questo? Che noi non dovremmo farlo? E' questo?"
"esatto. Insomma, noi non possiamo mica tenere a mente anche di riportarvi il libro!" 
"veramente vi mettiamo apposta dentro anche il promemo..."
"dovreste ricordarcelo voi, di queste cosette noi non ci preoccupiamo"

Capito?

Innanzitutto alzo la mano destra sinistra e giuro davanti al mondo che ha detto proprio così.
Di queste cosette noi non ci preoccupiamo.

E poi, avete capito che fi*ata?
Tipo promemoria sul cellulare, tipo maggiordomo di Quel che resta del giorno, tipo recall di godafone o tipo hotel dei film americani, che tipo tiri su il telefono e chiedi al piccolo sguattero tipo di svegliarti alle 7.34, tipo.

Ma poi quel cazzo di noi, noi qua noi là noi lì, ma noi cosa cazzo, se mai tu e le tue maledette scimmie drogate che ti annaspano in testa!

Ma soprattutto, poi, avete capito, vero, il punto fondalmentale della questione?
Il punto fondalmentale della questione?
Eh? Eh? Eh?
Mica pizza e fichi, eh.
Pauura.

Cazzo, le nostre procedure erano TUTTE SBAGLIATE.