venerdì 26 settembre 2014

17.07 - Game over

Game over dell'intera civiltà conosciuta, dico.

Che vengano i procioni infestanti a invadere il nostro mondo, perché come dicono sempre certi miei coristi sono più furbi e carini di noi - e almeno loro fottutamente logici, cazzo!

Quindi beato chi legge e beati coloro che ascoltano le parole di questa profezia, perché il tempo è vicino. Amen.


#1 Appena il primo suonò la tromba, grandine e fuoco mescolati a sangue scrosciarono sulla terra. Un terzo della terra fu arso, un terzo degli alberi andò bruciato e ogni erba verde si seccò

Nella biblioteca dei pazzi di conservatorio siamo in turno io e #collegaT; entra UtontaTicinese.
Forse qualcuno dei prodi più fedeli tra voi ha già ascoltato questa triste storia nei meandri dei commenti passati, ma comprenderete che è d'uopo riesumarla.

ore 10.35
UtontaTicinese si mette alla postazione pc per la navigazione libera su internet.

ore 16.42
UtontaTicinese, che avevamo peraltro completamente rimosso dalla nostra coscienza, stampa autonomamente un foglio da internet con la stampante pubblica.
Già qui ci sarebbero gli estremi per un Nobel, ma sulla scorta di una sana diffidenza decidiamo di soprassedere.

(Soprassediamo perché è dalle 10.35 che fa scratch scratch col mouse e indossa occhiali da sole. Comunque.)

Comunque UtontaTicinese si alza col foglio in mano e raggiunge noi al front office.
Sì, sempre tenendo gli occhiali da sole. In biblioteca.

UT: "senta, le chiedo una cosa"
io: "certo, dica pure"
"ho stampato questo foglio."
"ok, certo"
"..."
"non ci deve nulla, è gratuito fino a 5 fo..."
"no ma dico: la carta è bianca?"
"..."
"..."
"come la carta è bianca"
"sì, nel senso: questa secondo lei è carta bianca?"

Mando giù, mi metto comoda, la mano sul pulsante rosso di avvio fasci di ioni di piombo.

"in che senso?"
"le sto chiedendo se è bianca, secondo lei, questa carta su cui ho stampato questo."

Mi mostra il foglio incriminato, un biglietto del treno delle ferrovie svizzere appena stampato sulle risme di carta riciclata che il conservatorio compra da circa 15 anni.

"signora, certo che è bianca. E' carta."
"bianca?"
"sì."
"è sicura?
"senta, questa è carta bianca ed è BIANCA"
"okokok. Ah."
"..."
"..."
"..."
"no, perché."
"cosa"
"insomma io devo stampare su carta bianca, ma questa non è che sembra proprio completamente bianca!"
"ma che sta dicendo? E' un foglio di carta bia..."
"sì ma deve essere proprio bianco!, l'han scritto qui!"
"ma scritto cosa, chi! Perché!"

Sbuffa tutta scocciata ("ah che fastidio queste scimmie che vivono a Sud del Canton Ticino"), ha ancora gli occhiali da sole ed estrae dalla borsa un cartoccio sgualcito, il quale si rivelerà essere una lista di istruzioni per farsi rimborsare il biglietto del treno.

"vede? Vede? C'è scritto: inviare in busta chiusa a xxx il biglietto, stampato su carta bianca, "su carta bianca", ecco vede? Bia..."
"dunque, innanzitutto questa è una biblioteca di conservatorio. Facciamo stampare 5 fogli gratis al giorno a ciascuno. Non ci sono i soldi per comprare i leggii e la carta igienica. Se questo bianco non le va bene può comprarsi una risma del cazzo del cazzo di bianco che vuole lei, cazzo, e stampare da casa sua del cazzo. OK?"
"m. ok. m."
"ok."


#2 
ore 17.07. Quando l'Agnello aprì il sesto sigillo, vidi che vi fu un violento terremoto. Il sole divenne nero come sacco di crine, la luna diventò tutta simile al sangue, le stelle del cielo si abbatterono sopra la terra, e si fece buio, su tutta la terra

Nella biblioteca dei pazzi di conservatorio, oggi.

Entra Utontagitata, una deficiente che fa l'insegnante e deve sempre fare la simpatica-radicale-alternativa-androgina-forse-lesbica-repressa-ma-sposata-con-un'ameba-e-non-mi-trucco-perché-sono-superiore-a-queste-stronzate, ma che in realtà colleziona figure di * da quando la conosciamo.

Specializzata nell'attaccare discorso mentre sei al telefono con un bookseller di Venezia, Utontagitata vive nel suo bellissimo mondo in cui si fa a tutti i costi la differenziata, si insegna alle elementari con tanti bei principi alternativi ma non si riesce a stabilire la connessione logica "se esco di casa mia >> non sono più a casa mia".

Per farvela breve, oggi al termine di un pomeriggio di studio nella sala di là in cui ha fatto collages e borbottato da sola fino alle 17 si rimette lo zaino-da-cittadino-del-mondo-che-va-in-vacanza-in-tenda in spalla e, nell'uscire salutandoci pomposamente, con nonchalance SPEGNE LE LUCI DELLE SALE DI LETTURA.

"ma cosa cazzo..."
"eh no beh ho spento perché ho finito e sono già le cinque e comunque non c'è nessuno quindi risparmi grazie carissima e arrivede..."
"riaccenda. le. luci."
"... ehm, uh?"
"spero che stesse scherzando, questa è una fottuta biblioteca pubblica CHE COMUNQUE chiude alle 19"
"no vabbé ma supercalifragilistichespiralidosparmiare energia e..."
"riaccenda"
"okokok-oche..."

E fu così che saltò la luce.

Appena toccato l'interruttore per riaccendere tutto salta la luce in tutta la biblioteca, i computer, i bagni del piano sotto, il pc dell'ufficio di #capo, scattano la sirena della centralina dell'antincendio, le orrende luci beghelli e si fermano per sempre gli orologi automatici della suola, rimanendo bloccati sulle 17.07 - sì, come la torre dell'orologio di quel film che ve lo sto anche a dire, che l'avete visto tutti 80 volte anche in hindi al contrario! - e bloccando l'innesco delle campanelle di chiusura e fine lezione.

Disperata, si profonde in scuse che non finiscono più.

Inutile dire che ovvio, ti scusi della cosa che non dipende da te (il black out) ma non della cazzata di spegnere orgogliosa le luci di una biblioteca pubblica come se fossi a casa tua solo perché stavi andando via, ma certo, scema io, scemi voi, scemo Zemeckis, scemi tutti cazzo.

Dopo 5 minuti di delirio di quadri elettrici e telefonate concitate tutto viene ripristinato, tranne gli orologi della scuola (servirà del plutonio).

Sulla sua faccia regna uno strano pallore smorto (aka figura di * #3561).

"io... io..."
"quindi esiste un dio"
"eh?"
"niente."
"..."
"."







[comunque non ho niente contro chi va in vacanza in tenda]

venerdì 5 settembre 2014

Gìsas ìnfans

Nella biblioteca dell'Augusta Città di X, dove io e il mio corista #tenoreOne (quello con cui amo condividere il sushi nei non luoghi dopo le sconfitte elettorali) cataloghiamo libri antichi - pattume, come ha elegantemente chiosato una collega locale -, è arrivata una nuova #stagista.

Diciottenne, fresca di patente, iscritta all'ultimo anno del Classico, bionda, camicina benetton, la faccia di quella che si iscriverà a Lettere.

Discorriamo di libri antichi pattume. Ma che bel lavoro, da quanto lo fate, che bello catalogare, io sono solo una stagista ma ho grandi progetti, amo il classico, adoro il greco, che bello il latino, historia magistra vitae, bla.

#tenoreOne tira fuori dal libro antico pattume che sta catalogando un santino del '700.

Fa schifo, uno stile tipo ex voto di campagna, per cui ridiamo tutti, #stagista compresa.

Poi #stagista lo guarda.

"beh, e perché è in inglese?"
"..."
"..."
"come, inglese"
"inglese. C'è scritto Gìsas Infans"
"..."
"non è inglese"
"voglio morire."
"non è inglese cazzo, è latino!"
"...ah"
"ma non facevi il classico?!"
"..."
"voglio morire"
"latino cazzo!"
"sì vabbè ok, ok!"
"..."
"..."
"..."
"muoio."
"."

Poi gelo.
Come vedete anche io ho i miei stragisti, diamine!

lunedì 11 agosto 2014

Quad Ray

Vi scrivo da Santorini.

In uno dei ristoranti fighi di Oia, il paesino chic che sembra finto dove tutti vanno a vedere il tramonto che potrebbero vedere benissimo altrove gratis, la clientela è tutta inglese, ricca. 

Sono tutti cloni, camicina azzurra, mocassini, capelli pseudo anni '50 e morose grassotte, truccate alla perfezione come Kate quella là come quando a Roma tutte si pettinavano tipo alla Ottavia solo perché lo faceva Ottavia, cinguettanti, tanti maialetti uguali che petorniano con l'accento e la vocetta acuta stile ricreazione all'asilo e poi lasciano lì il risotto.

I maschi invece lavorano nella City e forse uccideranno l'amante americana come nei film di Woody Allen, non lo so.

Io e Zicchi siamo venuti su dalla spiaggia del pomeriggio, io sono struccata, spettinata e faccio amichevolmente schifo, lui è con una maglietta e lo zaino invicta delle medie.
Abbiamo anche due reflex che non sappiamo dove mettere.
(Lo zaino quello azzurro e viola, dico. Magari qualcuno di voi se lo ricorda.)

Nessun cameriere ci ha fatto pesare niente, comunque da Giorgaros, il ristorante vicicno al faro sul capo sfigato dell'isola, in mezzo ad una cucina lurida, tovagliette di carta velina ed il cane Hexaperivolos che scorrazza fra i tavoli si mangia meglio.

Che dire, il mare è sopravvalutato (ma quelli che lo osannano sono mai stati in Sicilia?), nessuno conosce il gancio appendi-borsa ma parlano tutti inglese, anche vecchi marinai sdentati e cani. (baw).

Ho scoperto che nel frattempo hanno inventato piccoli bracci telescopici per farsi i selfie con le compatte, una cosa intollerabile.

Italiani di varie provenienze geografiche commentano spesso "ma che sta a fotografa' quessta?!" quando mi vedono fotografare muri e porte invece di farmi buona buona i miei selfie come tutti i cristiani, e che diavolo, chi ti credi di essere, Man Ray?

( no, quella di Man Ray non la dicono mai).

Per il resto niente è cambiato, chi guida i quad è un deficiente e gli americani su tripadvisor descrivono 5 minuti a piedi su un sentiero come una piccola guerra in Vietnam inseguiti da pattuglie incazzate, che Zeus ne abbia pena e li perdoni.

E come sempre il grande classico: sul vulcano in infradito, grande idea dell'anno!

E voi dove siete stati/siete/andrete?
Ma se siete, non scrivete.
Godetevela, senza camicia azzurrina, senza Kate, senza quad.

giovedì 24 luglio 2014

30

E' un fatto.
A parte questi mesi di problemi di salute, non gravi ma che hanno prosciugato tutte le mie energie mentali residue fino a farmi sembrare scema, è un fatto che non io riesca più a fare certe cose.

Una di queste è girare in città con un gruppo di conoscenti fra cui amici e amici di amici e sconosciuti e amici di sconosciuti amici di sconosciuti, e tutti ridono carichi smart e fighissimi parlando del più e del meno con sconosciuti amici di sconosciuti appena conosciuti con sempre qualcosa da dire e qualcosa di cui ridere davvero tantissimo, ma io no.

Prendiamone atto.

Non sono certo asociale ma o sono i 30 anni, o è proprio che sono individualista.
Forse entrambe, chissà in quale ordine.

Gente che ancora prende in giro la mia laurea, gente che mi presenta agli amici di amici di sconosciuti amici di amici come quella che si occupa di inutili anticaglie del cazzo (musicologia, in un posto come l'Italia), neanche chiedessi il sussidio di disoccupazione pesando su tutti questi ingegneri, bancari, avvocati, segretari, geometri infermieri meccanici e promotori finanziari, loro sì che si guadagnano da vivere con cose utili eh.

No, ho un indeterminato vinto grazie alla mia inutile laurea di anticaglie dimenticabili ma suvvia, non vorrai mica paragonarti ad un medico che cura il cancro o a chi sa di che colore sono i soldi, brutta cattiva!

 
Nel frattempo, oltre a mancarmi tanto (voi, dico, e anche la me che c'era prima), in biblioteca una utonta ticinese dopo aver fatto adeguatamente pesare l'accento ticinese ci ha chiesto 6 volte se la carta bianca su cui aveva stampato un biglietto aereo fosse veramente bianca.

E sì, era bianca.
True story.
(ah strano, non era musicologa; credo appartenesse all'insieme di ingegneri venditori professionisti avvocati elettricisti promotori finanziari e notai che fanno muovere la nazione, ma vi prometto che un giorno ce ne faremo una ragione, miei cari, abbiate fiducia).

 
Poi con il mio coro di pazzi, quello degli sparaventose, siamo andati in trasferta nel Sud profondo per un concerto importante ospiti in un covo di fanatici religiosi, cose che noi umani proprio anche no, credetemi.

Là sono ancora convinti che noi emiliani andiamo al mare sull'Adriatico, che non siamo programmati per mangiare piccante e che adorare la reliquia di una trota serva a qualcosa.

Ad un certo punto in centro storico di #città di fanatici religiosi abbiamo visto un water, così, lasciato lì, per strada, gratis.
 
Poi #coristaGionni ha pestato un topo morto.
In quest'ordine.

Ma soprattutto #coristaMax è tornato dall'Australia.

Al primo concerto col coro ha distrutto parte di un crocefisso ottocentesco con una sbarra di 2 metri e mezzo presa dal portone di ingresso della chiesa.
So che sembra non avere senso, invece ce l'aveva eccome.

Il raggio divino in legno dorato crollato dall'aureola del cristo è stato furtivamente riallocato da coristi che ridevano come personaggi di Helzapoppin ("tanto faceva schifo comunque, è tutto marcio"). Fra questi l'immancabile #coristaVigileF, che ve lo dico a fare.
 
Comunque è stato un incidente, o forse Freud.
Nessuno ne ha più saputo niente.


Eccellente, direbbe il signor Burns.

sabato 5 aprile 2014

Sono guappa (Puglia Puglia Puglia)

"pronto?"
"ehi, #secondoPianistaPugliese"
"ehi Trantor, ciao"
"ciao. senti, mi chiede..."
"Trantor Trantor Trantor ne ho appena comprato uno fighissimo!"
"eh? Ah dai, cosa?"
"fi-ghis-si-mo"
"zoom o fisso?"
"fisso"
"50?"
"40"
"1.8?"
"2.8" 
"quanto?"
"150"
"figo"
"figataaaaaa lo proverò con il mio nuovo kit di stativi e ombrelli da fotoblablabl"
"eh? Beh dai, bene. No, comunque. Ti chiamavo per un'altra cosa. Senti, il 25 aprile non è che ci sare..."
"...tidezza con treppiede disabilitando lo stabilizzatore. Eh? Il 25? Ah comunque ti devo assolutamente mandare una cosa"
"cosa."
"una cosa fighissima!"
"sì, ma cosa"
"un salame. Cioè, una foto di salame."
"..."
"l'ho fatta io, col macro!"
"ah giusto. Con cosa?"
"135"
"2.8?"
"2.8."
"velocità?"
"boh."
"l'hai messa su flickr?"
"eh? Che è flickr?!"
"...non importa. Beh, mandami 'sto salame."
"ok ok. Ma, di cosa stavamo parlando?"
"del 25 aprile. C'è una messa, col mio Coro di Paese. Vieni a suonare?
"ok ok, certo. L'85 ce l'hai?"
"no"
"ma quel 135 Zeiss poi l'avevi preso?
"s..."
"25, segnato. Soldi?"
"50 a testa"
"mi dai poi l'indirizzo di quel rivenditore Canon?"
"via x numero y"
"mh. 50 io 50 tu?"
"sì. Dai, che ci bruciamo il cachet subito dopo la messa"
"ahahahaha mi serve giusto un close up"
"non dirlo a me"
"sei guappa."
"gua..."
clic.


#secondoPianistaPugliese ha preso il posto di #pianistaPugliese.

Ve lo ricordate, quello che dimentica sempre i pantaloni in giro nei teatri - che poi recupero io, esatto.

#secondoPianistaPugliese è pugliese come #pianistaPugliese, moro e bravissimo come #pianistaPugliese.

Anche lui è adorabile, solo che in più studia, arriva puntuale e sa interpretare correttamente la costruzione "vieni per favore alle 8.15 così montiamo insieme l'impianto", mentre l'altro epic fail, come sapete.

Non è riccio ed è riservato, ha un entusiastico blog di cucina in cui ogni ingrediente è seguito da punti esclamativi e sta velocemente dilapidando i compensi dei concerti in ottiche Canon.

#pianistaPugliese l'anno scorso ha lasciato scuola di musica, allievi, accompagnamento del mio coro di paese per tornare in Puglia e tentare la strada del solismo jazz internazionale.

Ha davvero un grande talento; io e il mio Coro di Paese gli abbiamo fatto gli in bocca al lupo più sinceri.

Le ultime notizie lo davano bloccato a insegnare sostegno in una scuola privata di Arcore.

Ma è ancora riccio.

True story.

sabato 29 marzo 2014

dardenlindenbaum (sciuberth. - Salute!)

Nella biblioteca dei pazzi di conservatorio, entra Utonta Bovgotavo - questa.

(inoltre sarebbe meglio che i deboli di cuore - o i razionalisti - non aprissero questa foto. Il surrealismo involontario non è per tutti, credetemi.)

UB: "ciao"
"ciao, possiamo aiutarti?"
"sì, cercavo un libro di Sciubert, o Sciuman, non mi ricordo."
"...mm. Ma il titolo?"
"non lo so, tipo danderdenlindenbaum"
"l'avevi già preso, così guardo lo storico prestiti?"
"no."
"..."
"Sciubert o Sciuman, boh."
"è un po' difficile cercare così, comunque ci provo"
"beh, o Sciubert o Sciuman, tipo dandrenlinden, baum, lindenbaum. Dar der lindenbaum. Ecco."
"sì ma non è che..."
"insomma c'è una D, dentro"
"ah. Beh io comunque non trovo nulla di simile; non è che sono i Maerchenbilder?"
"no."
"le Davidsbundlertaenze?"
"no."
"i Frauenliebe und -Leben?"
"no."
"senti, allora io non saprei proprio cosa fa..."
"vado a scaffale, forse lo trovo"
"cercando a caso?"
"cercando a caso"
"uahuahuahuhauhauh beh, accomodati pure"
"ok."
"..."

Sta di là tipo 35 minuti, poi torna trionfante.

"eccolo!!! Ho riconosciuto la copertina!"
"ah, e che cos'era?"
"KLAVIERWERKE"
"vedo che c'è la D, dentro"
"eh? cosa?"
"niente. Ti faccio il prestito?"
"sì."
"danderdenlindenbaum."
"eh?"
"niente, niente."
"ok."
"ok."
"ciao."

mercoledì 5 marzo 2014

L'ora blu

E' l'ora blu; c'è freddo.

Io e #collegaV passeggiamo per Cambridge, dove lui, il mio più caro amico, sta facendo il dottorato in alta musicologia specialistica nel college dove i fellows pare mangino i cigni.

Abbiamo già visitato tutti i college migliori, soprattutto quelli misconosciuti che non si fila nessuno, e già preso in giro un discreto numero di volte i giovani studenti della triennale che tipicamente si atteggiano a piccolo-Harry-Potter-impegnatissimo-che-sta-scoprendo-la-fusione-fredda - gente che con la gown d'ordinanza cammina spedita a caso in mezzo ai cortili con un cioppo di matite in mano e la faccia di Higgs che non può tardare neanche un minuto al Grande Appuntamento con la Storia.

(La sera prima, nel pub del college migliore di Cambridge (quello in cui studia questo tipo, ovviamente allo scopo di imparare a vangare meglio la terra di sua maestà) ad un certo punto ci siamo voltati.
Un tizio travestito da Elliott il drago invisibile ci sta fissando chissà da quanto, con in mano un grosso boccale di birra e in faccia stampato un sorriso giulivo.
Non avevamo bevuto.)

Comunque adesso è l'ora blu, c'è freddo.

"vieni, ti faccio vedere una cosa".

Giriamo dietro una chiesetta ed entriamo in un minuscolo cimitero pieno di rampicanti.
Il cancelletto è vecchio ma non cigola.
Ogni vecchia tomba ha la sua collinetta, è tutto un intrico di verde.
I vialetti sembrano lasciati allo stato brado, ma in realtà è più ordinato di quello che sembra.

V girovaga in mezzo alle tombe e si china.

"toh guarda. Un pezzo di antica pipa d'osso."
"una pi..."
"vengo qui e ne trovo sempre tante. In questi vecchi cimiteri è tipico, quando rivoltano la terra per seppellire la gente vengono su degli oggetti. La pipa sarà dell'800, tipo."
"fighissimo!"
"oh, eccone un'altra" 
"..."
"ecco, un altro pezzo. Questa è bianca, di schiuma incisa."
"ma come..."
"no, è che le trovo e poi prima di andarmene le rimetto tutte vicine su una tomba che mi ricordo, così poi posso fare la scena figa che le trovo a caso. Tipo con le ragazze, sai"
"molto astuto"
"sì."
"poi le lasci sempre qui?"
"quello che è dei morti inglesi deve rimanere dei morti inglesi"
"capisco"
"sai, le inglesi è impossibile portarsele a letto"
"me l'hai accennato"
"gli stranieri non li guardano neanche"
"già. Forse questo è il posto sbagliato"
"forse."
"forse. Quanto starai ancora qui?"
"un anno e mezzo, finisco il dottorato poi si vedrà"
"mi manchi"
"anche tu."
"torniamo, ho freddo"
"aspetta. Devo lasciare qui le pipe." 
"..."
"per la prossima volta"
"ok"
"ok"
"ok."


Potete andarci; in un anfratto sul retro dell'antica abside c'è anche un piccolo fregio normanno, incastonato nelle pietre nuove.

Forse è il resto più antico di Cambridge, o comunque è molto bello pensarlo.

Andateci, ma lasciate là le pipe.

domenica 23 febbraio 2014

II concorso La Frase della Settimanah!

Rieccoci, dopo il primo concorso andato splendidamente (69 commenti, accuse di brogli elettorali, conteggi errati, colpi di scena finali - a sorpresa vince VOGLIO IL LIBRO DI MOZART per un errore di sbaglio, sapevatelo! - sbarchi in Normandia, capelli di malgioglio, vittorie del Milan al 97esimo).

Visto che me ne sono capitate di splendide mi sembra d'obbligo continuare.

Se siete bravi e votate il prossimo post sarà il famoso com'è-andata-a-finire della storia della corista che tira al poligono col nipotino di 8 anni "perché tanto già spara nei videogiochi", una frase che andrebbe incorniciata sul comodino di chiunque e che non inserisco qui perché ha già moralmente stravinto, se no che votiamo a fare.


#1 ho i collant quindi c'è caldo

A Bologna, in giro con #cugina Folle e Bellissima (FB), il 31 gennaio.

(Prima di leggere immaginatevi Bologna il 31 gennaio 2014: non c'è caldo.
Piove e c'è un'umidità folle. Ho le mani gelate mentre l'aspetto in stazione, non riesco a stare senza guanti. Ripeto, c'è freddo. E' il 31 gennaio. Piove. C'è. fottutamente. freddo.)

"uella ciao Trantooor!"
"ciao #cugina Folle e Bellissimaaa"
"come stai?! ma blablablablabl..."
"blablablabla, mi ero messa dentro casa Italo ad aspettarti per non prendere freddo"
"... freddo?"
"beh, ho freddo"
"..."
"..."
"ma se ci sono 17 gradi."
"ma cosa...?!"
"17 gradi, l'ho letto sul treno"
"forse era la temperatura inte..."
"17 gradi, non senti?"
"scherzi."
"no."
"scusa, ma come fanno ad esserci 17 gradi che piove ed è gennaio? Non hai le mani gela..."
"no"
"è perché sei appena scesa dal tre..."
"no ma vedi, ho i collant, i collant, capisci? E non ho freddo. Se ho i collant e non sono morta di freddo, avendo i collant, vuol dire che 17 gradi ci sono eccome, se no morirei senz'altro. Ecco, quindi è così."
"..."


#2 ma il 4 o il 5? Aka tamarri travestiti da pubblico colto (TTPC)

Sempre a Bologna, sono a sentire il concerto di questi meravigliosi due (video, video).

Fra il pubblico c'è praticamente tutto il conservatorio, tutti ridono di gusto e tutti capiscono le battute a volte finissime sugli stili musicali contemporanei eccetera - cioè, fanno spaccare dal ridere, ma con una finezza che non è quella di boldi e de sica, per dirne una, e anche il pubblico non è esattamente costituito dalle sorelle dei Simpson che fumano mentre si fanno la ceretta, capite.

Eppure.

Insomma, ad un certo punto c'è la gag del navigatore.
Igudesman tira fuori il cellulare, un iPhone, e fa una battuta che fa venire giù il teatro.

pubblico: "[risate]"
tizio davanti a me urlando e dando di gomito alla moglie: "ahahah aha... NO MA l'iPhone è il 4 o il 5?!?!"

Proprio fondamentale, eh. No perché è importante ed è proprio la sede in cui chiederselo. Sì.


#3 legno impressionista

Nella biblioteca dei pazzi di conservatorio.
Entrano due giovani cantanti.

Disclaimer: forse quasi nessuno di voi, a meno che non pratichi o ascolti la musica classica, avrà mai sentito nominare l'opera di cui si parla; vorrei comunque sottolineare che 1) *siamo in un conservatorio* e che 2) le cantanti in questione chiedevano il cd dell'opera *appena ascoltata a lezione*, ecco.

"ciao, #cantanti, possiamo aiutarvi?"
#cantante 1: "sì."
#cantante 2: "sì. Cercavano, mm, qualcosa e palissandre"
"... qualcosa "e palissandre"?"
"sì."
"sì."
"palissandre? Ma cosa..."
collega: "che..."
"ma sì, qualcosa et Palissandre, roba francese."
"roba francese."
"...forse Pelléas et Mélisande"
"sì, ecco."
"quelli."
"quelli."
"..."
"..."


#4 zitta, donna!

Al telefono con #organizzatore di concerti siculo.

"ciao Trantor, ti ho chiamato per organizzare meglio il concerto del tuo coro blablabla per cui adesso ti dirò tante cose tutte di fila bla."
"ok."
"tu non interrompermi, ok?"
"beh, ok"
"no nel senso, non interrompermi. Perché ho un problema."
"oddio. Cosa"
"no, niente. Vado pazzo per l'accento di voi emiliane, ok? Per cui se parli io perdo la testa e non capisco più un cazzo, non capisco più un cazzo"
"..."
"mi succede solo con voi e le altoatesine"
"come battuta non fa ridere un cazzo beh, ok."
"sono fatto così amen per cui blablabla comunque la toccata e fuga un re minoblablabl..."
"ok però guarda che la toccata e fu..."
"non interrompermi."
"..."


#5 il bidet, vetusto relitto dell'età romana

Chiacchierando con un #amico di famiglia svizzero molto colto che parla italiano, che per brevità chiameremo #amico di famiglia svizzero molto colto che parla italiano.

mio padre: "...e poi questa cosa del bidet."
io: "già!"
[facendo l'esperto] "mah, sapeeete, in Italia oramai io krede che non lo usa più nessuno."
"..."
"..."
"!"
"wtf"
"?!"
"MA STAI SCHERZANDO"

[continua in loop per ore]

________
Votate:

- ho i collant quindi c'è caldo, frase #1
- devo assolutamente sapere se uno dei migliori violinisti del mondo ha l'iPhone 4 o il 5, frase #2
- qualcosa e palissandre roba francese, frase #3
- non interrompermi se no col tuo accento mi entrano le rane nel cervello, frase #4
- il bidet in Italia non lo usa più nessuno, frase #5

Come sempre mettete le cinque frasi cazzate in ordine di preferenza, alla prima assegneremo qualcun altro laureato in ingegneria o similare assegnerà 5 punti, alla seconda 4 eccetera, all'ultima 1.

Guardate che è dura votare, questa volta, mica come quell'altra!

lunedì 17 febbraio 2014

Risultati del Grande Concorso La frase della settimanaaaah!

Clara, sei pronta?
STOP AL TELEVOTO!

Allora allora, intanto grazie ad Astro e Morbido che si sono smazzati i conteggi relativi al Grande Concorso La frase delle settimana! di cui qui, aka il grande televoto in cui VOI (sì, VOI!) decidete quale cazzata è la più cazzata.

Grazie, ragazzi; grazie a tutti voi che avete partecipato e che siete sempre vicini al mio dolore.

Passiamo dunque ad esaminare sociologicamente e criticamente la classifica.


I classificata: frase n. 5 "no, questo jack va pulito"

Grande vittoria per la frase #5, "no, questo jack va pulito perché bisogna scaricare i driver delle cuffie ecco perché il tuo computer non vede il cd nonostante il portatazza non si chiuda bene", un grande classico dei blogs di sfogo sugli utonti informatici, aka una delle grandi ragioni per cui è bello lavorare gestendo postazioni al pubblico.

Comunque sono contenta che almeno voi ridiate, perché io poi alla fine quel maledetto CD mica sono riuscita a sentirlo.

Chapeau in tutti i casi all'Autore-Collega della frase #5, la cui originalità del costrutto illogico travalica i nostri più sfrenati sogni (il pc non vede il cd >> "il jack va pulito", che delizia!).


II classificata: frase n. 2 "VOGLIO IL LIBRO DI MOZART"

Davvero una sorpresa il piazzamento argento della frase #2, "VOGLIO IL LIBRO DI MOZART", forse gradita ai più grazie al sempre eccellente connubio utonto + illogicità sintattica totale, molto amato in queste valli di lacrime altrimenti definite blogs di sfogo professionale.

Curiosa l'energia verbosa con cui l'Anonimo Autore della frase #2 insisteva nel chiedere a noi bibliotecari IL LIBRO DI MOZART, forse un highlander già anticamente agguerrito fan del giovane Amadeus rimasto intrappolato in un ghiacciaio insieme ad Ötzi e scioltosi a dicembre 2010 grazie all'effetto serra? Forse un guerriero ninja assunto dal ministero che da secoli combatte per l'uso unificato delle preposizioni di, a, da, in, con, su, per, tra, fra?
Forse.
Io comunque gli ho rifilato questo.


III classificata: frase n. 1 "a New York non si riesce a fotografare niente"

Che delusione, solo terzo posto per la frase #1, nooo!
Io pensavo che vincesse.
Evidentemente a New York è davvero tutto troppo grande per fotografare qualcosa, prova ne sia che anche Mika Ela, all'epoca del suo viaggio negli States, scattò solo foto di Albany.

Ma si sa, l'America è un grande paese: se ci vado lascio a casa il fish-eye.


IV classificata: frase n. 3 "in Trentino sono ricchi perché hanno l'IVA al 22%"

Che dire.
Vabbè che io ho smesso di guardare i telegiornali, ma almeno l'aumento dell'IVA, cazzo.
Ne hanno parlato anche gli eschimesi dello stretto di Bering, cazzo.
Vabbè.

Io comunque questa speravo che arrivasse almeno sul podio, ma evidentemente SOLO ALCUNI DI VOI, (ma nessuno dei commentatori), hanno saputo cogliere la rara e recondita poesia logica del collegamento tasse >> ricchezza / ricchezza >> tasse - il collegamento tasse >> ricchezza / ricchezza >> tasse in Italia, naturalmente.

Quanta ingenuità utopica sprecata, à la testi di Sanscemo!
Che poi no, là non parlano nemmeno più della pace nel mondo, ma vabbè.

Onore e gloria dunque agli anonimi fini dicitori che hanno saputo immediatamente riconoscere la Grande Poesia nel fango della disinformazione dominante, sic et simpliciter!


V ed ultima classificata: frase n. 4 "il tuo moroso non fa musica classicah!, come faiii"

Accusato - a ragione - di essere troppo mainstream, ormai l'Autore #4 che si stupisce di come possa io, musicologa specializzata nel '500 che ha studiato pianoforte, stare con un bassista rock che ascolta il funky ha stancato.

Pallida imitazione del vero hipster newyorkese realmente indipendente, banale e finta ripetizione bizantina dei portavoce della controcultura giovanile anni '60, il Nostro Not-So-Cool Autore della frase cazzata #4 viene ormai tacciato come un noioso, splenico, convenzionale, penoso e stereotipato semiuomo venduto alla globalizzazione commerciale tipica dell'era della standardizzazione più bieca, vergogna.

Ma se volete possiamo anche definirlo "scemo", che si fa prima.


A prestissimo per il prossimo Grande Concorso, che sto già scrivendo con i miei - ormai - non più celeri tempi (ah, s'invecchia!).
Besos.

martedì 4 febbraio 2014

Grande concorso La frase della settimana!

Al via il grande concorso La frase della settimana!

Votate, grazie, potrete vincere un viaggio nella #chiesadimenticatadadio con guida storico-artistica incorporata da parte di #corista esperto in arte barocca locale e assistere gratuitamente ad una prova degli sparaventose entrare in un film dei Monty Python e rimanere offesi.

No, seriamente. Votate.
In ordine decrescente di preferenza, 5 punti la prima, 4 la seconda, 3 la terza, ecc.

Poi calcoliamo e sono proprio curiosa di vedere quale vince, perché scegliere sta diventando un problema.


#1 vietati i dettagli ai sensi del d. l. 652/3 15 marzo 1977

io a #conoscente: "dai, sei stata a New York? Fighissimo, chissà quante foto hai fa..."
"no, beh. Ma secondo te?! Ne ho fatte pochissime di foto, è tutto troppo grande. Scherzi. Impossibile fotografare qualcosa, non ci sta proprio nella macchina. Assurdo."
"..."


#2 proprio il suo

[nella biblioteca dei pazzi di conservatorio]

io: "ciao #utonto, posso aiutarti?"
"ciao. Vorrei il libro di Mozart."
"in che senso?"
"il libro di Mozart"
"... ok. Ma in che senso. Una partitura sua o un libro dedica..."
"IL LIBRO DI MOZART"
"..."


#3 ansa, notizie dal mondo

"devo acquistare questo volume. L'editore è altoatesino"
"m-mh"
"ecco, lo metto nel carre... capperi, loro hanno l'IVA al VENTIDUE PERCENTO!! Ecco perché in Trentino sono così ricchi!!!!!"
"..."
"!!!"
"...senti, non te lo volevo dire, ma @"
"..."


#4 caste indiane

[sapete che io vengo dalla musica classica e dalla musicologia]

"sai, ho un nuovo moroso!"
"dai! Bello, è musicista?"
"sì sì"
"di che genere?"
"rock"
[spalanca gli occhi e quasi urla] "rock?! MA NON FA MUSICA CLASSICA!?!!??"  [giuro. Ma non stupiamoci, nell'Inghilterra vittoriana del 1875]


#5 Jack va pulito

"#collega, posso usare il lettore cd del tuo computer che il mio è rotto?"
"certo cara"
"grazie. ... ... ... ma che strano, non vede il cd"
"guarda, adesso ti metto meglio dentro il jack verde perché a volte le pareti del jack possono non sbidibazzola"
"no no, è che non vede il cd"
"...lablablablaavolte va girato bene dentro finché non blablablabl"
"no, ma il cd. Non vede il cd."
"BLABLABLABLABLABLA"
"lascia stare il jack, ok? Non è quello. Non è quello, ok?"
"secondo me dovresti aggiornare i driver delle cuffie, cara" [non sa di che cazzo sta parlando, ndr]
"..."
"..."
"... no, ascolta. Metto dentro il cd e non parte neanche, ok? Hai capi..."
"basta, questo jack va pulito."
"..."


Allora avete capito?
Dopo che vi siete ripresi dallo svenimento con vomito e avete brindato all'olocausto nucleare perché la gente muoia votate:

- A New York non si riesce a fotografare niente, frase #1
- VOGLIO IL LIBRO DI MOZART, frase #2
- In Trentino sono ricchi perché hanno l'IVA al 22%, frase #3
- Il tuo moroso non fa musica classicah!, come faiii, frase #4
- no, questo jack va pulito, frase #5

Mettetele in ordine di preferenza, poi prendiamo un ingegnere a caso (Astro) per fare i conti.
Viah!

sabato 18 gennaio 2014

Flash mob

Innanzitutto e ancora buon anno.

Note to self: la prossima volta che si va in uno stato estero smettere di prendere in giro i profili idrografici del territorio che occupano 8642385 pagine della guida touring e leggerli.

Comunque.

L'altra sera ho ripreso le prove con il coro di sparaventose, quello di pazzi di città.

Sapete, di solito proviamo in una deliziosa piccola chiesa del centro storico, chiesa consacrata ma in cui viene celebrata la messa solo 2-3 volte l'anno, e popolata principalmente da vecchiette al rosario quotidiano.

Il che significa *pochissime rotture di maroni*.

Ora, da un paio d'anni a questa parte la chiesa è stata invasa da una specie perniciosa e infestante, perfetto riflesso dell'incuria e del degrado in cui versano i beni culturali italiani: Quelli della Messa in Latino.

Vediamo nel dettaglio.

Quelli della messa in latino (Qu-MeL) sono un gruppetto sparuto di 10, 12 persone su 180'000 che non si sanno vestire, apparentemente dimessi, di solito avvocati del centro storico, gente insomma che non ha mai preso un treno in vita sua o che non ha mai lavorato a più di un quarto d'ora di tempo da casa, solitamente ricca di famiglia.
Essi sono anche fanatici religiosi, e perciò pericolosissimi.


fase 1. Prodromi

In un primo stadio dell'infezione da Qu-MeL (il picco influenzale è a maggio) l'unico effetto collaterale consiste nel dover aspettare la fine del rosario in latino prima della prova del coro, ossia fino a circa le 21.20, con il capo Qu-MeL che periodicamente esce sul sagrato a chiedere tutto scocciato ai coristi intenti in chiacchiere "beh potreste anche venire dentro a pregare con noi", ovviamente senza nemmeno supporre che nella #cittàsenzafiume del 2013 metà coro è ateo e il direttore agnostico, tipo.


fase 2. Diffusione del morbo

Poi, tipicamente, appaiono oscuri e misteriosi cartelli con i quali venite accusati di crimini contro l'umanità (dare troppe mandate alla porta blindata):




Molto amata anche l'altra accusa, avete spostato le sedie.

Ora, lo so che metà dei miei coristi è coltissimo ed erudito e perciò quando vede un arredo sacro tutto solo a marcire in un angolo di una chiesa di solito lo ruba lo salva lo ruba e tempo 2 giorni lo ritrovate sulla sua mensola del caminetto tutto restaurato in perfetto stile coevo: tuttavia, non siamo dei bambini. Le sedie abbiamo cominciato nel 2008 a rimetterle esattamente dov'erano, e le mandate alla porta sono sempre rigorosamente 2 da altrettanti anni.


E tuttavia eccoci alla fase 3., Morte.

Ultimo stadio, verificatosi molto elegantemente l'altra sera, IL CAMBIO DELLA SERRATURA.

E' stato bellissimo arrivare davanti alla chiesa con il clima di gennaio e scoprire che ci avevano senza tante storie lasciato fuori, tipo l'ex morosa che vi caccia di casa e per sicurezza cambia tutte le serrature della porta blindata.

Telefoniamo e il capo Qu-MeL si scusa per "non aver pensato ad avvisarvi che sbidiguda si è rotta la chiave nella cazzola", guarda te giusto ieri.

Molto probabilmente era anche vero, ma ovviamente nessuno pare abbia pensato di avvisare me o uno sparaventose qualunque, ma guarda che sbidicazzola.


fase 4. Espianto degli organi

ore 21.35

Visto che non voglio rimandare tutti a casa e perdere la prova nonostante le risate per la cosa stiano raggiungendo livelli da disturbo alla quiete pubblica, ci ingegniamo per trovare un'altra chiesa disponibile.

Una serie di indimenticabili opzioni vengono vagliate ("andiamo tutti in #altra città" "torniamo a casa" "ehi geniale andiamo nella sala convegni di #grandehotelraffinatissimo che il concierge è un nostro ex coristaaaa" "ora telefono al segretario del vescovo e se dorme chissene" "figatatuttiacasamiaaaah!" "c'è freddo" "torniamo a casa") finché non risolvo la cosa chiamando l'ex moroso organista e facendomi aprire #chiesadimenticatadadio, enorme, barocca, gelida, in disarmo, data in pasto agli ortodossi.

ore 21.52

Il tragitto per compiere i 360 metri di centro storico che ci dividono da #chiesadimenticatadadio viene coperto con fatica.

Dopo 5 minuti metà coro si è sguinzagliato da solo in vicoli a caso e l'altra metà chiacchiera amabilmente a braccetto come si fa a piedi nudi nel parco in giugno con frotte di scoiattoli tra i piedi, mentre piccoli gruppi di papere sparaventose subiscono a turno il terribile fascino dei saldi, rimanendo indietro come in gita alle medie e finendo per venire abbandonati al loro destino.

L'euforia regna sovrana, tipo alle corse campestri e al grido di "ehi, è come un flash mob!".
Come portar in gita la II B, uguale, solo che questi si perdono davanti alle vetrine di Roberto Cavalli.

ore 21.58

Entriamo in immensa #chiesadimenticatadadio.
La temperatura è prossima allo zero, il fiato esce come vapore e subito dopo condensa.

Scopriamo subito che gli ortodossi hanno trasformato il dedalo di locali e corridoi di ingresso in una perfetta riproduzione della Berlino est del '79 stile diorama di un museo di storia novecentesca.
Faccio fatica a tenere a freno l'entusiasmo dei coristi al riguardo.


"fighissimo, è tutto così hipster!"


"EHIMITICOSUBITOUNCAFFEEEE"


"cooool"


"uuh, ma quanto è sordido?! Fiico"


"a-do-ro questa cosa del degrado, fa così underground culture in una TAZ rave"

Non chiedetemi come ma ovviamente alle 22.02 qualcuno fa scattare il mega allarme della chiesa.

Alle 22.16 siamo pronti per provare, nonostante n. 3 coristi siano attualmente ancora dispersi nelle cantorie e n. 2 siano stati chiusi, assiderati, nello stipo del badalone.

Alle 22.17 siamo già su facebook, in circa 56 fotografie per corista in cui io faccio una bellissima figura vestita così.

L'entusiasmo è alle stelle, anche perché una chiesa immensa ha, se ci si canta in tanti, un'acustica della madonna.

Ne siamo usciti vivi.
Spero solo che non abbiano rubato le statuine del presepe.

venerdì 10 gennaio 2014

007 missione geova

Buon anno.
Mi piace iniziare così.
 
#1 007

Nella biblioteca dei pazzi di conservatorio, entra utonta I Maestri Del Sospetto.

#collegaF la serve.

Io rientro dall'altra sala e come la vedo, dato che fra l'altro viene sempre in biblioteca e di vista ci si conosce, la saluto.

io: "buongiorno #utonta IMDS!"
IMDS: "..."
"buon anno!"
"..."

Mi guarda di sottecchi aggrottando la fronte come farebbe un furetto impaurito che si rannicchia in fondo alla tana mentre gli buttate addosso delle castagne bruciate.

(Vorrei sottolineare che utonta IMDS viene in biblioteca almeno due volte a settimana.)

"scusa, ma ci siamo conosciute all'università di #città?"
"...no. Lavoro qui. Ti auguravo solo buon anno."
"ah no, ero convinta che ci conoscessimo"
"no. Era solo per dire buon anno."
"..."

Esce.
Niente, basta.




#2 tautologica

Testimone di Geova incontrata in condominio

"oh salve, buon anno!"
"sì."


#3 essere o avere

Biblioteca dell'Augusta Città di X, lavoro buona buona nella postazione che condivido con Aristide, Collega fissato coi concorsi.

(Aristide è attualmente disoccupato perché a gennaio non gli hanno rinnovato il contratto, lui sostiene per congiura, i più perché tipo si perdeva i libri da inviare in interbibliotecario sotto pile di roba e poi telefonavano per reclamare, ma tipo).

Entra Aristide (probabilmente in biblioteca per prendere delle cose), spalancando la porta teatralmente.

Aristide: "buon anno!"
"oh Aristide, ciao, bentrova-"
"IL COMPUTER E' TUO."
"..."
"..." 
"no vabbé, mica era una gara"
"sìsìsìsìsì guarda che scherzavo, eh."
"vabbé."
"ok."
"sì, buon anno."
"ciao."
"ciao."

Esce.
Fine.